Il fatto in sé è semplice: Regione Piemonte intende aprire i consultori alle associazioni pro-vita. Che non significa appaltare un servizio a dei fanatici, ma arricchirlo con il supporto di volontari, come quelli del Centri di Aiuto alla Vita (Cav), che da decenni sono in prima linea per aiutare le donne in gravidanza difficile o indesiderata. E i risultati, in effetti, parlano da soli: in 40 anni che questi centri sono operativi, nessuna donna ha mai avuto alcunché da ridire sul servizio dei Cav, e in 100.000 sono state aiutate. Loro e i loro bambini, che diversamente ora sarebbero al massimo rifiuti speciali ospedalieri.
Tale servizio i Cav – i cui volontari sono quasi tutte donne, non mostri patriarcali – lo offrono sul solco della legge 194, che non suggerisce ma impone, davanti alla donna in gravidanza difficile o indesiderata, d’«aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza». Cause che, in sette casi su dieci, son di disagio materiale, della serie «non posso permettermi un bambino adesso; e questo, si badi, non lo dicono i pro life, lo evidenziavano – ancor prima della crisi economica del 2008 – gli studi promossi dall’abortista Guttmacher Institute (Perspectives on Sexual and Reproductive Health, 2005).
A ciò si aggiunga che spesso e volentieri – strano che in casa progressista non lo sappiano – le donne che si già ora si avvalgono del servizio dei Cav sono straniere. Immigrate, proprio così. Le stesse immigrate che sembrano andare benissimo finché sono sui barconi e le loro inquadrature possono aiutare a far capire quanto sia cattivo Salvini a voler chiudere i porti; ma quando poi arrivano qui, in Italia, se si trovano ad avere aspettare un bimbo, come dire: affaracci loro. Invece gli odiati pro life non stanno a guardare, prestando anche quelle donne lo stesso identico supporto che darebbero ad una italiana da cento generazioni.
Dunque, offrendo ascolto e supporto all’occorrenza materiale alle gestanti in crisi, i Cav sono spesso in prima linea proprio in quell’inclusione, a parole, cara ai progressisti. Eppure, l’iniziativa di Regione Piemonte sta facendo impazzire la sinistra, che per bocca dei suoi esponenti ha parlato di «furia ideologica» e di «anni di lotte per i diritti delle donne» a rischio. Ora, delle due l’una: o a sinistra non hanno mai letto la legge 194 (e dire che passano per colti), oppure per qualcuno il sostegno alla maternità, in un Paese con tassi di natalità sotto zero, è un problema. Se così è, non chiamate i Centri di Aiuto alla Vita: su questo possono poco. Chiamate direttamente un dottore.
>> Iscriviti al mio Canale Telegram >>
L’ha ripubblicato su Pastor Aeternus proteggi l'Italia.
L’ha ripubblicato su Organone ha commentato:
E ora è pure arrivato il “vecchio che avanza”… 🙄