La famiglia come teatro di inenarrabili e frequentissime violenze, il focolare come camera della tortura, i bambini come innocenti da salvare dai propri genitori, a loro volta figure del tutto accessorie: questo è il punto. Se riduciamo gli scandali di questi giorni a vergogna di partito o a malefatte di psicoterapeuti svitati, perdiamo di vista il cuore del problema – che appunto è l’odio feroce verso la «cellula fondamentale della società» che una certa, sinistra cultura da decenni diffonde senza sosta; con la conseguenza che togliere i figli a padri e madri – in questa logica – è perfino qualcosa di positivo e di liberatorio, perché scardina l’odiata famiglia.
Non è un caso che decenni or sono fosse lo psichiatra comunista David Cooper (1931-1986) a scrivere: «Non abbiamo più bisogno di padri o di madri. Abbiamo solo bisogno di “maternage” e “paternage”» (La morte della famiglia, Einaudi, Torino 1972, p.31). Chiaro? Di padri e madri «non abbiamo più bisogno», basta chi ne vesta i panni. E’ bene riflettere su questo perché dietro Bibbiano oggi – come dietro il Forteto ieri – c’è proprio la convinzione che per costruire, a volte, bisogna prima distruggere: anche, anzi soprattutto, se di mezzo c’è la famiglia. Meglio dirlo chiaro, perché se non si guarda in faccia quest’odio – che, come spiego nel mio ultimo libro, i media alimentano – se non lo si smaschera chiamandolo per nome, a breve, esaurite le riserve personali di indignazione, saremo al punto di prima.
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«Da leggere!» (Diego Fusaro)
«Un libro pieno di chicche» (Rino Cammilleri)
«Un viaggio tra vicende note e meno note con lo scopo di aiutarci a sviluppare il senso critico» (Aldo Maria Valli)
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Ho letto che Emanuele Fiano, evidentemente infastidito dagli striscioni “PARLATECI DI BIBBIANO” propone “PARLATECI DI MOSCA”. A me è subito saltata la mosca al naso e sono d’accordo con lui; parliamo della legge 252 del 1974, detta «legge Mosca», dal nome del suo promotore, Giovanni Mosca.
Il nome di Giovanni Mosca rimane legato alla legge grazie alla quale decine di migliaia tra funzionari ex Pci, portaborse ex Dc e socialisti, e, immancabilmente, sindacalisti Cgil-Cisl e Uil, hanno potuto beneficiare – spesso abusivamente – di pensioni agevolate, e di godere dell’incredibile privilegio di riscattarsi a basso costo non solo gli anni trascorsi nel partito o nel sindacato, ma persino quelli passati sui banchi di scuola, purché si rientrasse nelle suddette categorie. Nel complesso, a beneficiare di questa manna sono state 37.503 persone, delle quali il 60% della Cgil (9.368 unità) o dell’ex Pci (8.081), seguiti a ruota degli ex padrini o impiegati della Dc (3.952), Psi (1.901), Cisl (3.042) e Uil (1.385). È stato calcolato che il danno provocato all’erario da questo esercito di privilegiati ha superato i 25mila miliardi di lire (12 mld di euro). (tratto da francoabruzzo.it)
Un deferente saluto a quelli che vorrebbero insabbiare Bibbiano e Forteto.
L’ha ripubblicato su Pastor Aeternus proteggi l'Italia.
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