Chiaro, mica era Hegel o Kant. Manco Del Noce o Severino, se è per quello. Tuttavia Luciano De Crescenzo, «l’ingegnere filosofo» morto oggi a 90 anni e 18 milioni di libri venduti, promanava una sapienza semplice e rara al tempo stesso, in grado di afferrare le piccole verità della vita – cioè le più grandi – con ironia e levità, senza darsi arie. Aveva capito, anticipando di decenni i populismi, che oggi la gente è disposta ad ascoltare solo un filosofo: quello della porta accanto, sciolto senza essere sciocco, saggio senza essere saccente.
Ci lascia ritratti fulminei ma fedeli della napoletanità («A Napoli il semaforo rosso non è un divieto, è solo un consiglio»), graffianti aforismi contro i pregiudizi anche storici («Il Medioevo è passato alla storia come il periodo dei secoli bui. Nessuno, però, mi ha spiegato chi era stato a spegnere la luce») perfino spot anarchici («Che cos’è il potere? A pensarci bene, è una stronzata») ma, soprattutto, numerose pillole di saggezza sulla vita, la cui lunghezza – spiegava – «è data dal numero di giorni diversi che un individuo riesce a vivere. Quelli uguali non contano». Ci mancherà? Sì, eccome.
Non tanto e non solo per le comunque spassose e utili opere ma soprattutto, direi, per il suo spirito e per la sua spiritosità di napoletanologo in servizio permanente, capace di sciorinare filosofia solo apparentemente spicciola in ogni momento, anche al tavolo del bar. Come fece al termine di un’intervista rilasciata al Foglio quando, alla comparsa del cameriere che gli chiese cosa desiderava gli fosse portato, rispose: «Tutto». Un modo per sottolineare la centralità esistenziale del caffè e dell’ironia, e per ricordarci quanto siano ridicole le grandi ambizioni che ci privano di quei cucchiai di allegria senza i quali la vita no, non è più la stessa.
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«Da leggere!» (Diego Fusaro)
«Un libro pieno di chicche» (Rino Cammilleri)
«Un viaggio tra vicende note e meno note con lo scopo di aiutarci a sviluppare il senso critico» (Aldo Maria Valli)
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L’ha ripubblicato su Pastor Aeternus proteggi l'Italiae ha commentato:
FILOSOFO IN QUANTO NAPOLETANO E NAPOLI è LA CITTà DELLA MAGNA GRECIA CHE AMO DI PIù.