In edicola e in rete, pochissimi giornali oggi ne scrivono. Sempre gli stessi, tra l’altro. Stiamo parlando dell’agonia di Vincent Lambert, il francese tetraplegico 42 anni ricoverato all’ospedale di Reims da quattro giorni ormai senza cibo né acqua, ça va sans dire, nel suo «miglior interesse». Non solo. Quasi a voler scongiurare l’interruzione di questa tortura infernale, la camera di Lambert è ora piantonata e gli accessi sottoposti a un rigoroso filtro; tanto che pure ai suoi genitori, da anni di casa nel nosocomio, ora viene ingiunto di favorire i documenti.
Un copione da pellicola horror che nessun giudice francese o europeo pare più in grado di fermare. Il che è paradossale se si pensa a quanto di moda vadano ultimamente parole come «accoglienza», «solidarietà», «soccorso». In tal senso, è impossibile non pensare al fatto che un uomo di altra provenienza rimasto quattro giorni senza alimentazione e idratazione – magari nel Mediterraneo, a bordo di un’imbarcazione Ong – avrebbe scatenato una gara internazionale di solidarietà. Giustamente. Ma per questo figlio di Francia inchiodato sofferente a un letto nada, nessuno invoca o riconosce il «dovere» di soccorso.
Solo la madre Viviane e i familiari più stretti, unitamente a chi dall’estero non può fare altro che pregare, seguono infatti adesso quest’agonia per quello che è: la sofferenza inflitta a un innocente e l’affossamento di una civiltà europea che, già scossa dalle vicende di Alfie, Charlie e Isaiah, pare aver stabilito un macabro feeling con l’abisso. Ovviamente qui i fact-checkers, ossia i Guardiani della Verità Ufficiale, interverranno sostenendo che queste son fregnacce perché Lambert era un «vegetale» ed ora, comunque, la sedazione profonda azzera ogni possibilità che egli possa sperimentare la minima sofferenza.
Peccato che il suo dottor morte, Sanchez, sostenga d’aver applicato una sedazione «tenue» e che la madre Viviane, dopo 24 ore che questa era stata somministrata, abbia riferito un raggelante «ci stava guardando e noi potevamo vedere che stava soffrendo». Colpisce poi che a Lambert sia assicurato che le mucose della bocca non diano una sensazione di secchezza, accorgimento che mal si concilia con l’idea che egli sia un «vegetale» che nulla può sentire. Dunque costui è davvero in agonia senza averlo mai chiesto, senza che alcuno possa far più nulla e senza che questo, se non come scandalo, almeno passi come notizia.
Niente, invece. Il silenzio avvolge l’ospedale di Reims, la famiglia Lambert e naturalmente il dramma di Vincent, che si trova ora a percorrere l’ultimo tratto di vita circondato dal disinteresse di chi ne ignora la vicenda e di quelli che evviva il «restiamo umani», ma non troppo. Sì, perché davanti alla fragilità di una persona torturata proprio in quanto fragile, l’Umanitarismo Collettivo può finalmente gettare la maschera, tanto in una camera piantonata mica ci sono telecamere o giornalisti. E nessuno può vedere il volto mostruoso e deforme della pietà a comando a cui siamo addomesticati, restando indifferenti a chi viene fatto crepare per fame e per sete.
*****
«Da leggere!» (Diego Fusaro)
«Un libro pieno di chicche» (Rino Cammilleri)
«Un viaggio tra vicende note e meno note con lo scopo di aiutarci a sviluppare il senso critico» (Aldo Maria Valli)
Ordinalo in libreria oppure acquistalo subito su Amazon
L’ha ribloggato su Pastor Aeternus proteggi l'Italiae ha commentato:
Tra quelli che pregano per Vincent ed i suoi genitori ci sono anche io.
Prego anche per tutti noi ancora pellegrini sulla terra per la Patria mia, per la Francia e per le altre nazioni d’Europa perché riscoprano le proprie radici cattoliche e facendo questo riescano a liberarsi dall’asservimento a satana ed ai suoi servi.
Quando uno stato condanna a morte i propri figli e dimentica la sua storia è già morto. Vi invito a leggere e meditare il “De re publica” di Marco Tullio Cicerone ed il “De Civitate Dei contra paganos” di Sant’Agostino.
L’ha ribloggato su il blog di Costanza Miriano.
Pingback: L’agonia che non fa notizia | BloGod Vivere Il Bene
Condivido in tutto È una barbarie c’è da vergognarsi ad essere chiamati ancora persone umane
SIGNORE PERDONA loro
PERCHÉ NON SANNO (spero per loro!) QUELLO CHE FANNO!
Noi preghiamo per Vincent, per i suoi genitori, e per tutti quelli che lo amano.
Gli ospedali moderni erano stati inventati dai cristiani. Perché il sofferente era immagine di Gesù Cristo.
Avevo fame e mi avete dato da mangiare, sete e mi avete dato da bere, ero malato e siete venuti a visitarmi. Lo avete fatto a me…
Gesù Cristo crocifisso si sta mostrando oggi con forza negli occhi di Vincent, ma chi dovrebbe curarlo non è più cristiano e per sua immensa disgrazia non può riconoscerlo.
Oggi più che di accanimento terapeutico di dovrebbe parlare di accanimento alla morte. Questa società mondanizzata, opulenta, viziata, superba e onnipotente spinge violentemente per eliminare tutto ciò (e chi…) le ricorda anche lontanamente l’esistenza della fragilità e del limite. Prego per Vincent e anche per i suoi assassini ammantati di buonismo e pietismo che niente hanno a che fare con il vero amore e la vera pietà.
Pingback: L’agonia che non fa notizia – l'ovvio e l'evidente
“Si sta facendo dell’uomo una macchina per godere, cercando di evitare tutto ciò che conta veramente. Che significa una vita di piacere conclusa da una morte di cui non ci si accorge? Così non si è più niente. Si è come una formica, o una vacca in un prato. E il pericolo è mostruoso.” ( René Girard, intervista a Repubblica del 25 marzo 2005, cit. Roberto Di Palma)