Circola da alcune ore, sui social network, la fotografia di un curioso manifesto a cura dell’Uaar, acronimo che sta per Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, raffigurante uno slogan di dubbia logicità – «Preferisco ragionare anziché credere: ecco perché sono ateo» – affiancato all’immagine di Galileo Galilei (1564-1642). Sottintesa, dunque, l’adesione all’ateismo dello scienziato pisano. Ora, a differenza di diversi amici che hanno condiviso indignati il manifesto dell’Uaar, confesso che io stento a credere all’autenticità di quella iniziativa, sperando si tratti solo di un abile fotomontaggio. Ma sì, perché sarebbe un autogol clamoroso. Com’è possibile, infatti, che nel 2018 ci sia qualcuno non che scriva, non che racconti, ma che solamente pensi che uno come Galilei fosse ateo?
E’ un dubbio lecito alla luce delle prove schiaccianti della fede non solo religiosa ma proprio cattolica di Galilei il quale, pur non essendo un cristiano modello (convisse apertamente more uxorio con una donna che non volle sposare, ma dalla quale ebbe tre figli), attribuì i maggiori meriti delle proprie scoperte al Cielo («nelle mie scoperte scientifiche ho appreso più col concorso della divina grazia che con i telescopi») e, se da un lato non pronunciò mai il celebre «eppur si muove», fake news inventata di sana pianta a Londra, nel 1757, da tal Giuseppe Baretti, dall’altro anche dopo il celebre processo che lo vide imputato, difese sempre la Chiesa, arrivando a scrivere: «In tutte le opere mie, non sarà chi possa trovar possa pur minima ombra di cosa che declini dalla pietà e dalla riverenza di Santa Chiesa».
Non solo. Quando, ormai anziano, era praticamente cieco e non poteva più osservare l’amato cosmo, accettò quella dura condizione grazie alla fede, affermando: «Questo Universo che io ho ingrandito mille volte si è ora ristretto al mio stesso cosmo. Così è piaciuto a Dio, così deve piacere a me». Infine, invecchiato tra malanni e acciacchi, perseguitato dall’insonnia, quando a 78 anni spirò, Galilei era circondato dai suoi e fu una delle due figlie suore a raccogliere la sua ultima parola, che significativamente fu: «Gesù!». Neppure il processo subito dall’Inquisizione nove anni prima – molto meno atroce di come viene dai più immaginato – fu dunque in grado di scalfire l’attaccamento alla Chiesa e a Gesù dello scienziato pisano, il cui ateismo può pertanto essere classificato tra le fake news più incredibili in assoluto. Roba, è il caso di dirlo, proprio da non credere.
In base a quali fonti? O eri amico di Galilei
La modernità idealmente inizia proprio con Galilei, assieme a Descartes e Bacon. Nessuno dei tre ovviamente era ateo, data la notevole intelligenza e il loro manifesto interesse per la realtà tutta intera, fisica e metafisica.
D’altra parte nemmeno Satana è ateo, Satana piuttosto è “orgoglio assoluto” che non accetta di sottomettersi al suo creatore. E senz’altro una parte di quest’orgoglio ha anche in parte caratterizzato il rapporto ambiguo con Dio e con la Chiesa di questi grandi del ‘600.
Galilei era un cattolico progressista. Anche allora c’era chi sosteneva che nulla si potesse scostare dalla tradizione! Almeno fino a quando il progresso non si fosse così stabilizzato da diventare tradizione, e contrastare con il progresso successivo, così che si potesse cambiare tutto facendo finta di non cambiare mai nulla.
Non scherziamo, tutto cambia. Ma quando il cambiamento avviene non gradualmente e per consuetudine ma violentemente, per “rivoluzione assolutamente spontanea” (e sempre ad opera di illuminati guarda un po’, atei o presunti tali), la rivoluzione puzza di tutto tranne che di spontaneità. Vale per la Chiesa, per la scienza, per il linguaggio, per il ruolo della donna ecc. ecc.
Galilei prototipo del cattolico progressista? Potrebbe non essere daccordo.
In ogni modo, “progressista” è un’aggettivo che fa a pugni con la verità del cattolicesimo che non ha alcun bisogno di adeguarsi al cammino della scienza, né di togliersi il cappello davanti alle meraviglie della tecnica moderna.
Galilei era semplicemente tremendamente orgoglioso, e ciò lo portava a fare grossi errori di valutazione. E l’orgoglio, come ripeto, è sempre di matrice luciferina; tant’è che, volendo assolutamente stampare la sua opera, si accordò con un editore olandese che, guarda caso, aveva scelto come simbolo un vitigno (praticamente un serpente) che si attorciglia intorno a un albero, probabilmente un melo…
Galilei era un genio per i suoi tempi. Se pure era presuntuoso né aveva ben ragione , visto l’ignoranza di cui era circondato. Non era certo perfetto , ma forse chi lo ha perseguito lo era ?
La quantità di superstizione che permeava la fede in quei tempi era impensabile con gli occhi di oggi.
Oggi parliamo perche fin dalle scuole elementari apprendiamo concetti e regole scientifiche che ai tempi di Galilei erano considerati magie ed eresie.
Galilei è stato un gigante della storia e della scienza , il che non significa fosse un santo o la perfezione assoluta. Significa soltanto che di lui si parlerà anche tra 1000 anni mentre noi spariremo non appena i nostri figli smetteranno di portarci fiori sulla tomba.
E alcuni uomini di Chiesa, sopratutto in passato, ogni volta che hanno tentato di mischiare fede e scienza facendo passare per scientifiche delle realtà desunte da una lettura letterale della Bibbia o degli scritti dei pensatori del passato , hanno sempre combinato danni.
Ma per piacere Mentelibera, non diciamo sciocchezze, giudicando un tot al kilo e sempre col senno di poi.
Anche perchè Galileo “genio” si certo, ma, come ebbe a dire il professor Fabio Beltram (commissario straordinario della Domus Galileiana) in occasione della mostra Balle di Scienza, storie di errori prima e dopo Galileo, “…non facciamoci illusioni, anche Galileo ha fatto i suoi errori”.
Ma poi, quale ignoranza, quale superstiziosa confusione tra scienza e fede!!!
Galileo sosteneva Copernico. I teologi della Chiesa cattolica, pur considerando il posto centrale della terra cruciale per il carattere del luogo che Dio aveva scelto per incarnarsi, non erano così rozzi da litigare con un’ipotesi astronomica alternativa che fosse matematicamente soddisfacente. Ciò che proibivano a Galileo era di affermare pubblicamente che questa fosse la vera realtà e non solo una possibile teoria. In questo, erano nella migliore tradizione della scienza di 400 anni fa.
In quanto ai “danni” di quei presunti ignorantoni oscurantisti, quali sarebbero?
Piuttosto faremmo bene a interrogarci sugli enormi danni “collaterali” (ambientali, sociali e antropologici) inflitti al mondo dal modello di pensiero e di ricerca scientifica inaugurato dal Galilei.
Basta dare un’occhiata ai lavori di Carl Sagan e compagni per capire dove si vuol far precipitare l’umanità scientificamente liberata dalle “superstizioni”.
Galileo Ateo? e’ la fine del mondo. Nessuno storico della scienza (da White a Lindberg, da Numbers a Grant) afferma una castroneria simile.
Se questa e’ l’unione dei razionalisti…
Preferisco credere ai dogmi religiosi e ragionare, anziché credere ai dogmi laici: ecco perché NON sono ateo né agnostico!
P.S. Spesso i dogmi laici ci vengono spacciati per “scientifici”.
Fammi un esempio di dogma laico ed un esempio di dogma laico spacciato per scientifico.
P.S. la differenza tra i dogmi religiosi e quelli laici e’ che quelli religiosi se non li rispetti sei fuori dalla religione ( una volta ti mettevano pure in galera o peggio) mentre quelli presunti laici se non li rispetti continui ad restare laico e nessuno ti costringe a fare nulla. E c’è una bella differenza…