Applausi sì o applausi no? Sarò molto diretto: la polemica sorta ieri, in occasione dei funerali delle vittime del crollo del ponte di Genova, non ha nessun senso. Primo perché gli applausi più contestati, quelli a Salvini e Di Maio, sono avvenuti prima dell’inizio della cerimonia, secondo perché quelli per esempio ai Vigili del fuoco, avvenuti interrompendo il cardinal Bagnasco, nessuno li ha contestati. Ma anche al di là di ogni considerazione politica e sul crollo del ponte Morandi, chi oggi ha da ridire sugli applausi ai funerali arriva giusto un po’ in ritardo. Di 45 anni, per la precisione.
La prima volta dei battimani alle esequie, secondo l’archivio storico dell’Ansa, fu infatti a Roma, nel 1973, ai funerali di Anna Magnani: un’abitudine pessima, dunque, però non nuova. Questo non significa sia sbagliato criticarla: ma per essere coerenti bisogna farlo sempre, non solo ai funerali ma ad ogni Sacrificio incruento di Cristo contornato di inopportune schitarrate seguite da inopportunissimi applausi. Una coerenza che però sconsiglio, perché si finisce con l’andare in chiesa per trovare Gesù, e con l’uscirne per non perdere la pazienza. Beata l’ignoranza di chi pensa che il problema siano i funerali di Genova, e non quelli della liturgia.
criterio semplice e diretto: applausi solo ai funerali degli ipocondriaci
Non ho mai compreso la necessità e nemmeno l’utilità del battimani durante lo svolgimento delle estreme esequie, e credo che non riuscirò mai ad assuefarmi a questo gesto ormai invalso tanto da essere diventato quasi un “must”.
Ma poi quante volte dall’aprile 2005 avrò sentito un tizio vestito di bianco che appena diceva “il mio amatissimo predecessore…” scatenava lo scroscio?
Lega e 5stelle sono contestati da tutti, cardinali compresi, perché si ostinano a dar retta alla gente invece che bastonare il popolo bue. Alla faccia della democrazia!
Il PD risponde con la scusa della poca eleganza a chi smaschera le somme prese dai Benetton! Per ciò che riguarda gli applausi, essi hanno sostituito le preghiere, perché la gente non crede più e un funerale diventa un tribunale. Gli applausi servono a dire “non ci dimenticheremo”. Magari il prete potrebbe ricordare i momenti di preghiera per i defunti!
Stando a quanto riporta Vittorio Messori« la Chiesa vietò al prete che celebrava le esequie di parlare,durante l’omelia del defunto.Né in bene,né in male.L’omelia doveva richiamare i presenti alla meditazione sulla fragilità della vita e sulla speranza dell’eternità.»Questo prima della voragine apertasi con il Concilio Vaticano II.
Oggi quei funerali sono divenuti una demenziale occasione offerta a degli improbabili
oratori per una ancor più discutibile santificazione dei defunti.Un happening paganeggiante che suol paludarsi di una religiosità ormai agli antipodi.
“San Giovanni Paolo II è qui con gli angeli per accompagnare l’amico Carlo… egli disse al Papa che erano coetanei e gli chiese l’impegno di attenderlo e accompagnarlo nel caso l’avesse preceduto nel Regno eterno. Il Papa – ha proseguito dal pulpito – gli assicurò che così sarebbe stato. Oggi quella promessa si compie”.
Questo che riporto è quanto in occasione dei funerali di Carlo Azeglio Ciampi.
Monsignor Vincenzo Paglia.Siamo all’anticipazione del iudicii Dei.
Ricordo che quando è morto C. A. Ciampi, è stato imposto un minuto di silenzio negli stadi. C’è sempre qualcuno più uguale degli altri.
Consiglio la lettura dell’articolo di ieri 19 agosto sul sito “Lo Straniero” di Antonio Socci dal titolo “AI FUNERALI DI GENOVA…”
Mi permetto una segnalazione che ritengo interessante:
https://www.davidpuente.it/blog/2018/08/21/repubblica-lo-strano-video-degli-applausi-a-mattarella-durante-i-funerali-di-stato/