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Per il disegno di legge sulle unioni civili, alla Camera, è arrivata la richiesta di fiducia: ma che strano, da un Governo così rispettoso del dibattito parlamentare non te lo saresti mai aspettato. In fondo, dal 22 febbraio 2014, giorno del giuramento, ad oggi, l’esecutivo guidato da Matteo Renzi aveva già posto la questione di fiducia – in media – più di due volte al mese e, in proporzione, su oltre il 30% delle leggi complessivamente approvate e sul 100% di quelle decisive: Jobs Act, Italicum, Buona Scuola. Potevano dunque forse mancare le unioni civili alla magica collezione? Ma certo che no.

Così ieri è toccato al Ministro per i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi – sì è lei, è la stessa nobildonna che apostrofa i perplessi sulla riforma costituzionale come nazifascisti – dare il lieto annuncio nonostante il provvedimento non sia governativo e benché Renzi, nel corso della conferenza di fine anno tenuta il 19 dicembre 2015, a domanda avesse risposto escludendo la fiducia per la Cirinnà. Appurato quindi che le unioni civili saranno presto legge (o c’è ancora qualche sognatore che pensa dal Quirinale possano arrivare sorprese?), il dubbio che emerge è uno ed uno soltanto: in vista di ottobre, serve altro?

L’umiliazione sistematica del Parlamento con l’ossessiva richiesta di fiducia, il contraddirsi costante e la faccia tosta galattica di presentarsi come inquilino di Palazzo Chigi grazie a «una straordinaria esperienza di popolo» – talmente straordinaria da non aver mai conosciuto le elezioni -, non sono abbastanza per capire che il referendum sulla riforma costituzionale è un appuntamento fondamentale per silurare Renzi e la sua banda di cervelloni? Non importa, si badi, che simpatizziate per il centrodestra o per il Movimento5Stelle, per Salvini o per Civati: conta che ne abbiate abbastanza di questo schifo. O ne volete ancora?

Giuliano Guzzo