L’utilizzo di Twitter impone agli utenti la sintesi ma sintesi, in realtà, non è sinonimo di imprecisione e nella frase di ieri dalla Presidente della Camera Laura Boldrini, purtroppo, l’imprecisione abbonda. Scrive la Boldrini: «Italia è Paese a crescita zero. Per avere 66 milioni di abitanti nel 2055 dovremo accogliere un congruo numero di migranti». Perché si tratta di un pensiero impreciso? Semplice: perché parte da una problematica vera – l’«Italia è Paese a crescita zero» – proponendovi un “rimedio” assai discutibile: «Per avere 66 milioni di abitanti nel 2055 dovremo accogliere un congruo numero di migranti».
Per comprendere l’infondatezza di un simile ragionamento, basta considerare che se l’«Italia è Paese a crescita zero» è perché gli Italiani, da decenni, hanno preso sempre più a non fare figli. Che fare? Stando alla Presidente della Camera, accogliendo «un congruo numero di migranti» la nostra penisola vivrebbe una nuova primavera demografica. Peccato che le cose, però, non siano così semplici. Per due ragioni. La prima consiste nell’identità dei «migranti». Secondo alcuni approderebbero sulle nostre coste tanti giovani affamati di futuro.Il che è parzialmente vero: gli immigrati in arrivo in Italia sono tendenzialmente giovani, avendo un’età compresa tra i 18 e i 24 anni.
C’è però un problema: la categoria dei «migranti» non è affatto composta da coppiette o da giovani famigliole: secondo i dati non della Lega Nord bensì dell’Economist addirittura il 90% degli 82mila immigrati che nel corso del 2015 sono approdati sulle coste italiane ed hanno richiesto asilo sono uomini soli. Ora, anche se è comprensibile, da parte di Laura Boldrini ed altri, l’entusiasmo per l’approvazione, in Senato, delle unioni civili, c’è un problema: perché l’Italia non sia più un Paese «a crescita zero» occorre che nascano bambini e per questo occorrono famiglie, possibilmente stabili, e non soli uomini.
In secondo luogo, a smentire la tesi boldriana, non nuova e già confutata, vi sono i dati dell’Italia degli ultimi anni: nel decennio 2001-2011 – ricorda il rapporto Lavoro per gli immigrati (OECD 2014) – la quota di immigrati presente qui è triplicata arrivando a costituire il 9% della popolazione. Eppure, come detto, non solo le cose non sono migliorate, ma peggiorano e oggi l’«Italia è Paese a crescita zero». Forse perché l’inverno demografico non è un problema etnico ma culturale? Forse perché è ridicolo – oltre che umiliante per i «migranti», immaginati come macchine per la riproduzione – confidare nei poteri miracolosi dell’immigrazione?
Si tratta solo di semplici quesiti che però meriterebbero di essere affrontati con attenzione. Se infatti siamo in questa situazione, con l’«Italia Paese a crescita zero», una buona parte della responsabilità è anche – direi soprattutto – delle istituzioni politiche alle quali la Presidente Boldrini non è certo estranea. Istituzioni che, anche negli ultimi tempi, si sono spese con impegno degno di miglior causa – si pensi al divorzio breve o alle già citate unioni civili – non solo per non valorizzare la famiglia, ma per frantumarla o metterla in secondo piano. Una realtà che evidenzia una mancanza non meno grave di quella di nuovi nati: quella di veri politici.
Partiamo da un presupposto: l’Italia é già oggi un paese sovrappopolato con 60 milioni di abitanti, figuriamoci con 66 milioni. L’immigrazione selvaggia tanto auspicata in questo delirante tweet comporta non solo sovrappopolazione, ma soprattutto invivibilità e destabilizzazione sociale per via della varia provenienza degli immigrati e la loro enorme distanza socioculturale e antropologica rispetto a noi italiani.
Tra l’altro, oggi come oggi, l’Italia, paese economicamente depresso e in fase di deindustrializzazione, non ha proprio bisogno di immigrati. Forse non ne ha mai avuto realmente bisogno, nemmeno prima della crisi, e tra l’altro va pure detto, che l’immigrazione che abbiamo subito in questi ultimi 20 anni, non ha arrestato l’invecchiamento della popolazione, che anzi procede indisturbato.
Ovvio che sia così, perché il problema demografico in Italia non si risolverà mai se gli italiani, maggioranza della popolazione (ancora per altri due decenni forse, dopodiché diverremo minoranza a casa nostra), non riprenderanno a fare figli e se non vi é dunque un’inversione di marcia in questo senso, anche facendo entrare 20 milioni di immigrati, la situazione non cambia.
Non a caso, la natalità italiana nel 2015 ha registrato il valore più basso della sua storia proprio perché diminuiscono costantemente i bimbi nati da genitori italiani e vista la situazione si prevede un ulteriore peggioramento del dato negli anni a venire. Tra l’altro qui il discorso non é solo di natura economica, ma soprattutto strutturale: i 5 milioni di bimbi italiani a cui negli anni ottanta e novanta é stato impedito di nascere dalla criminosa e genocida legge 194/1978, che oggi sarebbero giovani adulti in età riproduttiva.
Quindi non ci mancano 6 milioni di immigrati, ma i 6 milioni di italiani a cui é stato impedito di nascere dal 1978 ad oggi.
Grazie Giuliano e grazie Werner !!!! Avete centrato il problema. Tutta la mia stima.
La Boldrini a mio parere dovrebbe farsi un esame di coscienza. E’ il modo di essere cittadino dal punto di vista culturale ed etico, modo propugnato e difeso a denti stretti dalla Boldrini stessa, che sta comportando il lento ridimensionamento degli italiani e in genere di tutto i cosiddetto “mondo occidentale”.
Per altro concordo, in parte, col ragionamento di Werner: la legge 194 declassando i diritti di chi dovrebbe nascere a semplice spazzatura organica ha ufficializzato il prevalere unidirezionale dell’egoismo umano (ovviamente solo per chi é in grado di “difenderlo”, in primis la società e gli uomini, mentre la donna ancora stenta a capire che quello che sembrava una vittoria é solo LA possibilità della stessa società e degli stessi uomini di “scaricare” le proprie responsabilità). Una società che non pensa al futuro non é una società; gli unici che ci guadagnano, ma solo nel contingente e solo nel breve spazio di una vita senza prospettiva, sono solo quelli che non sono riusciti a controllare il proprio egoismo.