Neppure l’approssimarsi del Natale pare scoraggiare la stampa italiana da uno dei propri passatempo preferiti: quello di far totalmente sparire, o quasi, notizie ritenute scomode. Solo così infatti si spiega la mancata pubblicazione, sulle prime pagine di ieri dei principali quotidiani del Paese – Corriere, Repubblica e La Stampa -, della notizia dell’esito del referendum che, in Slovenia, ha visto il popolo respingere convintamente la legge che regola l’istituto della famiglia e che ammetteva anche i matrimoni fra persone dello stesso sesso nonché l’adozione per le coppie omosessuali; un fatto, quello di queste prime pagine mancate, singolare per almeno due ragioni.
La prima è lo spazio – questo sì in prima pagina – riservato, nello scorso mese di maggio, all’esito di un altro referendum sul medesimo argomento: quello in Irlanda che, com’è noto, ha visto un Paese tradizionalmente ritenuto cattolico (dove le unioni civili c’erano comunque già dal 2010), introdurre a furor di popolo i cosiddetti “matrimoni egualitari”. La seconda ragione che porta a stupirsi per la mancata sottolineatura, da parte della stampa, della svolta determinata dal referendum sloveno deriva, banalmente, dalla rilevanza del fatto stesso: la maggioranza dei cittadini ha infatti votato non solo andando controcorrente ma in modo opposto a quanto sperato dal proprio governo, quello di centro-sinistra, con primo ministro Miro Cerar.
Soprattutto, con la notevole maggioranza emersa alle urne – pari ad oltre il 63%, più ancora del 62,1% del sì irlandese alle nozze gay – la Slovenia è ora, in assoluto, uno dei primi Paesi al mondo che, dopo aver approvato una legge sui matrimoni sullo stesso sesso, fa marcia indietro. La notizia, insomma, c’era: eccome; eppure una manina invisibile, curiosamente attiva nelle redazioni di tutte e tre i principali quotidiani italiani, dalla prima pagina – dove sarebbe stato naturale aspettarsela – l’ha confinata, dove la censura non è stata totale, in quelle interne: casualità, propaganda da Pensiero Unico o azione di lobby? Difficile dirlo. Di certo c’è che alcune notizie, benché importanti, vengono messe da parte. E sarebbe francamente superficiale liquidare tutto ciò come normale.
giulianoguzzo.com
Magari solo questi giornali. Ho cercato invano la notizia su famiglia Cristiana on line. Ciao Giuliano e buon Natale.
E cosa ci sarebbe di strano nel NON trovarlo su Famiglia (s)Cristiana? 😉
Che ipocriti giornali!
Notizia “scomoda” quella proveniente dalla Slovenia secondo le maggiori testate di (dis)informazione del nostro paese, tutte allineate al pensiero unico dominante nichilista, progressista e modernista di stampo sessantottino che ha infestato la nostra società in tutti gli ambiti, e per questo non viene riportata sulle prime pagine dei quotidiani.
Secondo tale perversa ideologia, l’Irlanda sarebbe un paese “civile” per avere i suoi cittadini al referendum votato a larga maggioranza a favore dei cosiddetti “matrimoni omosessuali”, mentre la Slovenia sarebbe un paese “incivile” per avere fatto l’esatto opposto. Ma in realtà, secondo la natura ed il buonsenso, é l’Irlanda, come tutti gli altri paesi europei che hanno legiferato questi pseudomatrimoni, ad avere una società caratterizzata da degrado etico, morale e civile. Non che in Slovenia e negli altri paesi dell’Est la situazione sia migliore (per niente), ma a quanto pare sanno darsi dei limiti.
Intanto pure in Grecia il governo Tsipras ha legiferato in materia di unioni omosessuali, con voti favorevoli provenienti anche dall’opposizione. La decadenza dell’Europa.
Però, se viene data la notizia, si dovrebbe avere almeno l’accortezza di spiegare che a votare si è recato il 36% degli aventi diritto. Quindi questa stragrande vittoria (legittima senza dubbio) è stata ottenuta con il consenso di una parte minoritaria della popolazione. Decisione legittima senza dubbio; ma se non si vuole fare quella disinformazione che si imputa alle maggiori testate la notizia andrebbe correttamente contestualizzata.
http://www.ilpost.it/2015/12/21/slovenia-abolito-matrimoni-gay/
Il dato mette però anche in risalto che il tema del referendum NON è affatto considerato prioritario, come taluni vorrebbero far credere.
Peraltro di fronte ad una così scarsa partecipazione, chi era favorevole si presume non abbia di certo perso l’occasione di esprimere il proprio voto, voto che in questo caso rimarca quanto i favorevoli siano minoranza (almeno nel paese in questione).
In realtà, in parte. Rimarca piuttosto come la maggior parte delle persone sia totalmente disinteressata alla questione. Il che, se vogliamo, è forse ancor più triste dell’esito stesso del referendum. Quantomeno dal punto di vista di chi, com me, crede nella doverosità del pari riconoscimento dinnanzi alle autorità civili di uno Stato delle famiglie formate da coppie dello stesso sesso.
Mi chiedo pero’ se siamo anche noi Italiani un po’ “viziati” dal fatto che, alle nostre elezioni politiche o referendum, spesso va (o andava) a votare piu’ di meta’ degli aventi diritto.
Non accade sempre cosi’ nel resto del mondo, forse nemmeno in Slovenia. In quel bel Paese, alle ultime elezioni presidenziali (2012) si sono presentati solo il ~45% degli aventi diritto. Alle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamento (2014) si e’ raggiunta a mala pena la soglia del 50% degli elettori. In entrambi i casi, le partecipazioni sono in discesa rispetto alle rispettive elezioni precedenti.
Le persone intelligenti, credo, sono dispiaciute per questa mancanza di partecipazione alle elezioni, e ci mancherebbe altro. Ma non c’e’ da sorprendersi. In vari Paesi e’ la norma, e si va avanti lo stesso.