I veri sconfitti di queste elezioni, prima degli elettori di questo o quel partito, sono i sondaggisti e quelli che (fra i quali pure il sottoscritto) commettono sempre lo stesso errore: tentano di capire i cittadini attraverso la politica, quando invece occorre capire la politica attraverso i cittadini. Perché in democrazia, piaccia o meno, vince chi capisce i cittadini, non chi ne capisce di politica. Capita così che, come nessuno seppe prevedere il boom di Grillo, nessuno ha saputo prevedere quello del Pd di Matteo Renzi e nessuno, oggi, sa prevedere dove finirà l’Italia se il centrodestra non torna a fare il suo mestiere, a praticare in casa la meritocrazia che vorrebbe mettere in pratica nel Paese, a testimoniare i valori comuni dopo che troppi hanno testimoniato la propria convenienza, a darle anziché prenderle.
Nessuno, dunque, sa dire se mentre ora – giustamente – la Sinistra sogna, la Destra saprà svegliarsi: nessuna previsione sul ritorno di questa visione della politica. Solo una certezza: c’è molto da costruire. E una speranza: che il peggio, almeno, sia stato demolito; che chi ha voluto fare della politica un mestiere sia costretto a cercarsene uno, e chi alla politica ha sempre creduto possa continuare a farlo senza essere tacciato per idealista, quasi fosse un insulto. Avanti allora con i lavori di ricostruzione del centrodestra, con la riunificazione dei pezzi divisi attraverso ideali che hanno sempre unito. Così che quanti a queste elezioni europee si sono piazzati ultimi possano ribaltare la situazione, e coloro oggi pronosticano la sconfitta perenne di chi è già stato vittorioso rimangano presto vittime della dura legge del sondaggista.
Perdonami se intervengo ancora una volta sul tuo blog, Giuliano.
Secondo me, il tuo ragionamento sui sondaggi deve fare un ulteriore passo.
Secondo me non basta dire che occorre capire la politica attraverso i cittadini.
Soprattutto quando non si ha il “polso” di quello che pensano i cittadini. O non se ne ha la possibilita’.
Quello che io contesto e’ proprio il tentativo o addirittura la presunzione di poter capire un intero popolo attraverso il sistema dei sondaggi.
Sistema “scientifico” naturalmente. Ancora piu’ in generale, contesto la presunzione di voler applicare la mera statistica a delle indagini sociologiche.
Certo, conosco bene i metodi di analisi che la statistica dice di poter applicare. Ma sono certo che non vanno bene.
Prova ne e’ quello che e’ appena successo. E quello che e’ successo alle elezioni precedenti. E a quelle ancora prima.
Non a caso i sondaggi in occasione delle elezioni sono nati negli USA, dove il popolo notoriamente non e’ certo incline alle variegate sfumature di opinioni
😀
che sono una caratteristica dei popolo europei e quelli italiani in particolare.
Quanto alla seconda parte del tuo articolo, quello sul centrodestra, mi dispiace ma e’ troppo tardi ormai.
Ancora una volta la colpa maggiore e’ del cattolico-quadratico-medio italiano.
Per mesi e mesi e’ caduto nella trappola della sinistra, istigato a prendere posizione e rivoltarsi contro il “puttaniere”, mostrando il suo lato piu’ bigotto e ingenuo.
Ingenuo perche’, non solo e’ caduto nella trappola nel non sostenere piu’ l’unica diga che poteva efficacemente contrastare la sinistra (e i fatti mi hanno dato ragione), ma soprattutto perche’ il (presunto o no) comportamento demonizzato e’ proprio quello che da 50 anni la sinistra predica e “implementa”: vedere le copertine de l’Espresso, i programmi televisivi, il linguaggio scurrile, il “giovanilismo”; il ’68ismo, ecc ecc.
Per non parlare dei vertici ecclesiastici italiani: durante il convegno di Todi, la CEI ha accettato di fare il predellino del governo dei massoni, non si sa bene in cambio di cosa. Anzi di nulla, visto l’inasprimento di IMU per attivita’ benefiche e realta’ parrocchiali locali. Per non parlare delle parrocchie di tutta Italia, dove ancora poco fa venivano distribuiti i cosiddetti “santini” dei candidati PD.
Ed evitiamo per favore, ancora una volta, la solita solfa del “ma vuole comandare e decidere tutto lui, non ha neppure un erede designato, non hanno mai fatto le primarie”.
Perche’ l’ “erede” c’era, ed era G. Fini. E si vede tutto quello che ha fatto per non aver voluto aspettare 6 mesi-1 anno prima del passaggio di consegne.
Stessa cosa per un altro “candidato erede”: Formigoni, che aveva un certo seguito, anche tra i cattolici, e che ha pensato di approfittare delle disavventure giudiziare dell’ ex-Cavaliere, per fargli le scarpe e prenderne il posto. Come se poi lo stesso trattamento non avrebbero potuto usarlo contro di lui, come in effetti e’ stato. Anche a lui ben gli sta.
Per parafrasare un detto romanesco: “Son tutti bravi con il partito degli altri”.
Ancora: durante le regionali del 2008 ha lasciato che i vertici locali se la sbrigassero da soli, e nel Lazio c’e’ stata la trappola di Fini per far perdere il PDL e addossargliene le responsabilita’, e in Puglia, per rispettare il partito locale che non voleva apparentarsi per pure ragioni di antipatia personale tra ras locali, ha perso la regione, che era a portata di mano.
Per non parlare dei continui litigi, come tra ragazzini, nel partito e nella coalizione, per lo piu’ per ragioni risibili, tanto che una volta sbotto’: “Ho lasciato sfogare i ragazzi“.
Quanto alle cosiddette “primarie”, come se non lo sapessero tutti che sono alla merce’ dei piu’ intrallazzati maneggioni, capaci di muovere voti in cambio di favori.
Memorabile quella volta delle prime primarie del PD, quando Mastella lamento’ che nella sua Ceppaloni non avevano neppure recapitato le “schede elettorali”.
Per non parlare delle persone che hanno votato cinque o sei volte. La sola ragione per cui si sono sempre pretetese le primarie era per fargli fare una brutta figura manipolando i propri “portatori d’acqua”.
E infine, i continui bastoni tra le ruote, retaggio della vecchia DC, ad opera dei novelli epigoni di tale partito, per non cambiare nulla e coltivare il proprio orticello elettorale. Memorabile la pretesa, durante la morte e i funerali di SS. Giovanni Paolo II, di un rimpasto di governo, per accontentare gli appetiti del sottobosco governativo degli ex-dicci’, da parte di uno nominato vice presidente del Consiglio, che giurava e spergiurava che sarebbe rimasto “convintamente” nel centrodestra, per poi passare, armi e bagagli (pochi) nel centrosinistra, nel volgere di una notte.
Abbiamo quello che abbiamo seminato. Ben ci sta.
Non e’ apparsa l’immagine che volevo postare.

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