
I termini cui viene accostato in queste ore sono per lo più «bufera» e «scandalo». La decisione del senegalese Idrissa Gana Gueye, centrocampista del Paris Saint-Germain, Idrissa che si è rifiutato di indossare la maglietta speciale per l’ultimo turno di Ligue 1 – con la bandiera arcobaleno -, evoca però ben altro: il profumo della libertà. Quella di uno sportivo, hanno prontamente scoperto L’Équipe e Le Parisien credendo forse di spaventarlo, che già lo scorso anno era assente nella giornata dominata dalle magliette dalle tinte Lgbt.
Dunque la scelta del campione d’Africa – che, come penso tanti, prima non conoscevo ma che ora scopro essere uomo di raro coraggio – non è causale. É consapevole ribellione. È la prova che si può avere la pelle nera, e quindi poter dire la propria in fatto di discriminazioni, senza con questo voler fare ciò che fanno tutti, quando le discriminazioni sono un pretesto. Un modo per veicolare l’ideologia per cui sei violento non se partecipi al branco che aggredisce, ma se solo non t’accodi al gregge che obbedisce. Mancava da tempo, un così bel calcio al conformismo.
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