
Una convinzione radicata nel mondo conservatore vuole l’ideologia gender, e in generale le rivendicazioni Lgbt, nemiche della centralità sociale famiglia. Si tratta di un punto di vista che poggia senza dubbio su delle ragioni, che però non devono far trascurare anche l’ipotesi opposta, e cioè che sia anzitutto la disgregazione della famiglia a favorire il radicamento di certe istanze.
Che il terreno fertile di certe ideologie sia la crisi dell’istituto familiare è convinzione anche di Monica, una giovane sudafricana di 34 anni che, dopo aver vissuto un periodo della propria vita da transgender, oggi racconta su YouTube la sua esperienza. In particolare, la donna ricollega il suo desiderio di «cambiare di sesso» alle dure esperienze vissute in prima persona: gli abusi, il bullismo e il divorzio di genitori.
«La famiglia è molto importante per una società sana, e se la famiglia non funziona, la società non funziona», sostiene sottolineando che «le famiglie distrutte sono il motivo numero uno per cui, in questo periodo, le persone cambiano genere». Che dire, si tratta di considerazioni senza dubbio forti e politicamente più che scorrette; tuttavia, per quanto le ricerche in tale ambito non siano ancora molte, sembrano avere anche un fondamento scientifico.
Va per esempio esattamente in questa direzione un’indagine pubblicata sulla rivista Human Systems che ha scoperto, studiando 79 giovani di ambedue i sessi inviati ad una gender clinic, come le storie di costoro fossero contrassegnate da significativi conflitti familiari in quasi il 66% dei casi, dalle malattie mentali dei genitori in oltre il 63% dei casi e dalla perdita di figure importanti a causa della separazione nel 59,5% dei casi.
Insomma, le parole di Monica – «le famiglie distrutte sono il motivo numero uno per cui, le persone cambiano genere» – possono apparire scomode e dolorose, ma un fatto è certo: colgono nel segno. Nel senso che, se è indiscutibile come molta parte della cultura dominante remi contro la famiglia, è altresì indubbio come sia proprio dall’instabilità coniugale che trovano modo di crescere, ideologicamente parlando, i fiori del male.
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Ripeto una frase non mia e già scritta da me a commento di un articolo precedente :
“il primo nemico sei tu”.
A parole siamo tutti “tradizionalisti” ma guai se ci toccano le nostre “piccole e comprensibili” moderne debolezze.
Non contano le parole e le idee che abbiamo in testa ma i fatti e gli esempi che diamo.
La colpa della pianta che viene sradicata non è dei “cattivi venti” ma di quante radici non E’ riuscita a scavarsi.
Carlo