Tra le perle per le quali dovremmo ringraziare, si fa per dire, il movimento woke – la frangia più estrema del progressismo, quella che domina i campus americani e non solo – c’è quella del taglio dei finanziamenti alle forze di polizia. Idea nata a seguito dell’uccisione dell’afroamericano George Floyd (1973-2020) da parte di un agente di polizia, ha infatti portato conseguenze molto negative, in primo luogo, proprio per gli americani.

Si tratta di qualcosa che già ai primi di marzo dell’anno scorso era stata registrata con evidenza proprio a Minneapolis, città dove morì Floyd, e che non ha mai smesso di peggiorare, A farlo presente, con toni molto duri, è il professor Mirko Bagaric, preside di giurisprudenza della Swinburne University, in Australia, il quale, in un intervento su The Australian – il giornale più venduto del Paese – prima ha attaccato l’ideologia woke e poi, a seguire, l’idea di smantellare le forze di polizia.

«È una delle idee più stupide della storia», ha sottolineato Bagaric, ricordando che «i criminologi sanno da decenni che il miglior deterrente all’attività criminale è instillare nelle persone la convinzione che, se commettono crimini, verranno catturati». Eppure tanti dipartimenti di polizia sono stati depotenziati. Risultato: «Il tasso di crimini violenti e omicidi ha avuto il suo più grande aumento – oltre il 30% in alcune città degli Usa. Questo sulla scia d’un tasso di criminalità in calo negli Stati Uniti per la gran parte dell’ultimo quarto di secolo».

Rafforza queste considerazioni uno studio di Paul Cassell, professore all’Università dello Utah, secondo cui è ragionevole stimare che, a seguito della riduzione dell’attività di polizia nei mesi di giugno e luglio 2020, vi sarebbero state oltre 700 vittime in più rispetto. Tra l’altro, la gran parte di queste vittime appartengono proprio a quelle minoranze etniche che i fautori dello smantellamento delle forze dell’ordine, a parole, affermano di voler più tutelare.

A questo punto una domanda è d’obbligo: per quale motivo se l’ideologia woke – che Bagaric bolla come «il trionfo dell’emozione sul fatto» – è stata così disastrosa sul versante della sicurezza urbana, dovrebbe essere vincente o anche solo affidabile, quando si occupa di temi come l’ambientalismo o l’agenda Lgbt? Almeno il dubbio dovrebbe venire un po’ a tutti. Dopotutto, una volta che l’emozione ha consumato una volta il suo ideologico «trionfo sul fatto» non c’è motivo per supporre che tale sventura, ahinoi, non abbia a ripetersi.

Giuliano Guzzo

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