
Non ci sono solo le notti, ma pure meraviglie diurne a coronare l’incanto di quest’estate italiana, italianissima, forse la più italiana di sempre. Mai, in effetti, era accaduto che questo nostro lembo verde steso sul Mediterraneo – minuscolo, vicino a certi giganti – potesse vantare l’uomo che salta più in alto al mondo e quello più veloce, che domina la sua prima finale dei 100 metri, stabilendo per giunta il record europeo. Magie di Tokyo 2020, per le quali possiamo essere grati a Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs, entrambi autori di prodigi sportivi che sconfinano pure oltre l’adrenalinico confine dell’agonismo.
Il primo, infatti, oggi ha raccontato la poesia di una vittoria a pari merito con Mutaz Essa Barshim, campione qatariota suo storico rivale nonché reduce dal suo stesso infortunio; un trionfo gemellare che, peraltro, profuma d’amicizia. Invece Jacobs, di papà americano e mamma italiana, qui dall’età di 18 mesi e già padre di tre figli, ha riempito questa prima domenica d’agosto come un fulmine azzurro, scompaginando i piani di altre nazioni e facendo una dedica – al nonno materno, che non c’è più – che sa di omaggio e richiamo a quei fili del cuore che iniziano quaggiù ma no, quaggiù non si esauriscono.
Ecco, se sommiamo queste imprese a quella della nazionale di Mancini, fresca vincitrice di un Europeo di calcio dove anch’essa ha rovesciato il tavolo dei pronostici, capiamo che sarà dura trattenere l’emozione quando, ai nipoti, potremo indicare le immagini dei trionfi del 2021 sussurrandolo: «Io c’ero». Ma per la nostalgia ci sarà tempo. Ora è invece il momento di gioire traendo da queste impreviste e, proprio per questo, ancora più esaltanti pagine di poesia sportiva, la lezione che le accomuna. Quella di un Paese, l’Italia, di cui c’è da esser fieri senza più timore di passare per nazionalisti o esaltati. Perché c’è parecchio inchiostro tricolore, tra le stelle.
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