Ecco, ne ha combinata un’altra. In replica al tweet di un sacerdote, don Mirco Bianchi, il quale aveva rivolto agli influencer tutti un appello forte – quello di «aiutare a far nascere e non a fare abortire» -, il marito di Chiara Ferragni se n’è uscito con un cinguettio che coniuga l’efficacia dello slogan alla finezza del rutto: «Appello a tutti i preti: non rompete le palle alle donne che scelgono di abortire. Grazie». Ora, non sappiamo quanti sacerdoti risponderanno all’appello del rapper, ma una cosa è certa: costui ignora totalmente la posizione della Chiesa sull’argomento.

Sì, perché non solo la Chiesa «non rompe le palle alle donne che scelgono di abortire» ma, offrendo loro alternative, opera in piena conformità alla legge 194. In effetti, l’articolo 5 della norma prevede che il consultorio «in ogni caso» si attivi per mettere a punto, quando si trova davanti alla gestante, «le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza». Dunque se qualcuno «rompe le palle alle donne» tentate di abortire è anzitutto l’ordinamento italiano, che da quando discetta del ddl Zan Fedez conosce come le sue tasche.

Al venditore di smalti andrebbe poi evidenziato che «i preti» hanno, su questi delicati temi, un riferimento – l’Evangelium Vitae di san Giovanni Paolo II – che chiede loro di accompagnare con umanità e dolcezza le donne. Tutte: anche quelle che l’esperienza dell’aborto, purtroppo, l’hanno già vissuta. «Un pensiero speciale vorrei riservare a voi, donne che avete fatto ricorso all’aborto», scriveva il pontefice polacco, «quanto è avvenuto è stato e rimane profondamente ingiusto. Non lasciatevi prendere, però, dallo scoraggiamento e non abbandonate la speranza. Sappiate comprendere, piuttosto, ciò che si è verificato e interpretatelo nella sua verità».

A seguire, un’esortazione a rinascere: «Attraverso il vostro impegno per la vita, coronato eventualmente dalla nascita di nuove creature ed esercitato con l’accoglienza e l’attenzione verso chi è più bisognoso di vicinanza, sarete artefici di un nuovo modo di guardare alla vita dell’uomo». Ecco vedi, caro Fedez, il cristianesimo e la Chiesa contro cui sei solito scaldarti son questa cosa qui: un Amore ardente, che non si stanca d’indicare la verità ma che, al tempo stesso, è in attesa di abbracciare chiunque, a partire da chi si lungo il cammino si è smarrito eppure ancora avverte la nostalgia per il solo sentiero che porti alla pace vera, quella del cuore. Avercene, di «rotture» così.

Giuliano Guzzo

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