L’ultima trovata è, mi pare, anche l’ultima spiaggia del pensiero: più in giù non si può scavare, è proprio il fondo. Sto parlando del negazionismo del politicamente corretto, ideologia che in realtà non esisterebbe. Lo apprendo da Michela Murgia, che su L’Espresso ha fatto presente come il bavaglio politically correct sarebbe realtà solo un trucco che le destre utilizzano per legittimarsi, inventando dal nulla nemici immaginari. Accidenti, è vero: sciocco anch’io a non pensarci prima!

Evidentemente, chi è stato messo sotto indagine dalla sua università per aver prodotto studi che mostrano che i bambini crescono meglio con mamma e papà – penso a quanto accaduto nel 2012 al sociologo Mark Regnerus – si era denunciato da solo. E da sola si deve essere segnalata anche Donna M. Hughes, la femminista che poche settimane fa, per aver scritto contro «l’ideologia transessuale», ha visto il suo ateneo, la University of Rhode Island, emettere una nota che la scaricava.

Non è vero neppure che nel settembre 2019 il professor Marco Gervasoni, storico, saggista, e titolare alla Luiss del corso di Storia comparata dei sistemi politici, sia stato allontanato dall’università confindustriale per una dura critica, su Twitter, contro la Sea Watch di san Carola Rackete: se n’è andato sua sponte. Stesso discorso per Philippe Soual, docente di filosofia in Francia che, nel novembre 2018, si è visto cancellare un corso dell’ateneo Jean Jaurès di Tolosa dopo una conferenza pro family: solo una casualità.

Stessa musica per James Damore, ingegnere che nell’agosto 2017 è stato licenziato da Google per aver diffuso un documento rimarcava le distinte propensioni tra maschi e femmine: il realtà, Damore si deve licenziato volontariamente, vista l’aziendaccia dove lavorava. ECome volontariamente rinunciò alla candidatura a Commissario europeo pure Rocco Buttiglione, dopo che, nel 2004, venne linciato per aver – espressamente interpellato – espresso la posizione della Chiesa Cattolica sull’omosessualità. Insomma, la guerra è pace, la libertà è schiavitù, il politicamente corretto è finzione.

Giuliano Guzzo

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