
Non auguratemi buon Ferragosto, non serve. Capisco e apprezzo i buoni propositi ma oggi – per me come per ogni cattolico – è anzitutto la Festa dell’Assunzione, del transito celeste di Maria. Tutti liberi, naturalmente, di dedicare questo giorno al feriae Augusti, festività istituita da Augusto (63 a.C. – 14 d.C.) nell’anno 8 a.C., che andò ad aggiungersi ad altre ed antichissime agostane; festività, fra l’altro, il cui attuale successo, più che all’iniziativa del primo imperatore romano, è dovuta al regime fascista, che la promosse come occasione di gite popolari (ma guai a ricordarlo, altrimenti poi vacilla l’idea del fascismo quale Male Assoluto). Tutti liberi – dicevamo – di festeggiare il Ferragosto. Però l’Assunzione di Maria è altra cosa. E, ancorché proclamato, come dogma, solo nel novembre 1950 da Pio XII (1876-1958), rappresenta – ricorda Vittorio Messori – «la più antica delle feste mariane» e come tale festeggiata «dalla Chiesa intera. ‘Intera’ nel senso pieno, essendo comune anche agli orientali, i greco-slavi, i cosiddetti ‘ortodossi’: i quali, addirittura, vi dedicano la prima metà del mese in preparazione e la seconda in ringraziamento» (Ipotesi su Maria, Ares 2005, p. 117).
Sbaglia, insomma, chi sottovaluta questo giorno o chi lo ritiene un evento cristiano inventato appositamente per eclissare la feriae Augusti. Annota infatti il già citato Messori: «E’ straordinaria non solo l’antichità di quella ricorrenza, ma anche la stabilità della data. Questa non fu fissata il giorno della metà di agosto per cristianizzare (come spesso si sente dire) le pagane Feriae Augusti, le feste in onore dell’imperatore: queste, infatti, si svolgevano il primo, non il quindicesimo giorno del mese. Anzi, stando al monumentale (cinque volumi) e rigoroso Dizionario etimologico di Cortelazzo-Zolli, solo a partire dagli inizi del XX secolo con il termine “Ferragosto” ci si riferisca al giorno stesso in cui la Chiesa celebra l’Assunzione di Maria. Prima di quei tempi, così vicini a noi, per “Ferragosto” si intendeva o il primo o (in alcune regioni) il 10 del mese, quando i padroni davano una mancia a servi e dipendenti perché si concedessero un pasto più ricco del solito, all’aperto, in onore dell’estate e in cambio di vacanze che allora non si conoscevano» (Ibidem). Quella dell’Assunta è insomma una festa cristiana e della massima importanza.
Al punto che nella Costituzione apostolica Munificentissimus Deus si legge che se qualcuno «che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente» l’Assunzione in cielo di Maria in anima e corpo, verrebbe «meno alla fede divina e cattolica». Difficile quindi, anzi impossibile, per un cattolico, astenersi oggi dal rendere devoto omaggio alla Madre di Gesù, la quale – segnala san Giovanni Damasceno (676-749) – poiché «nel parto aveva conservato integra la sua verginità», era bene che purissima rimanesse per sempre, conservando «integro da corruzione il suo corpo dopo la morte». Ma c’è anche un altro aspetto sul quale, approfittando di questa Festa, è bene riflettere: Maria è l’unica persona assunta in cielo in anima e corpo. In nessun’altra religione, al di fuori del Cristianesimo, ad una donna – che non era e non è una divinità – è infatti riservato un simile, esaltante privilegio. Certo, vi sono pure ascensioni veterotestamentarie tutte maschili; ma fra ascensioni e Assunzione, come la teologia biblica insegna, c’è parecchia differenza. Ecco che allora, quello che per i più non è che l’ennesimo Ferragosto, si rivela anche occasione per riflettere su quanto infondato sia il mito di una Chiesa e di un Cattolicesimo maschilisti e retrivi.
Buona Festa dell’Assunta, cari Amici.
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