
Non si è inginocchiata, non si è piegata, soprattutto non si è ovinamente allineata, Sam Leshnak, la calciatrice del North Carolina Courage che sabato mattina, mentre veniva intonato l’inno nazionale – pur indossando la maglietta del movimento Black Lives Matter – è rimasta in piedi, retta, mano sul cuore. Ideologicamente, l’amor patrio batte dunque l’odio antirazzista uno a centomila. Perché la bella calciatrice (sì, oltre che libera è pure bella), è certamente una su centomila, forse addirittura una su un milione visto l’attuale grado di conformismo: ma è proprio quell’uno su un milione quello che manca, quello che serve, quello che incoraggia la maggioranza silenziosa a non darla vinta alla minoranza urlatrice. La Leshnak, che ha il ruolo di portiere, va dunque elogiata senza riserve perché il merito è anche suo, forse soprattutto suo, se, in quest’estate di attacchi vandalici più che di attaccanti, la porta della ragione resterà presidiata.
In un sito ho visto questa foto accostata a quella del raduno nazista con tutti a braccio alzato e l’operaio a braccia incrociate, e mi sembra un accostamento giusto. E se è vero che lei non rischia il Lager, la gogna mediatica le sta in compenso arrivando addosso pesantissima.
GRANDISSIMA DONNA!!!
L’ha ripubblicato su Pastor Aeternus proteggi l'Italia.
In realtà si era inginocchiata
https://www.open.online/2020/06/30/black-lives-matter-la-calciatrice-e-patriota-sam-leshnak-si-era-inginocchiata-ma-non-durante-linno/