Quel che non è finora stato chiaro con le parole, lo stanno tragicamente rendendo chiaro i numeri: solo nella giornata di oggi, i decessi legati al coronavirus sono stati 475, per un totale di quasi 3.000 morti (2,978). Se tutto va male, domani in Italia il Covid-19 avrà ucciso – in circa tre settimane – un numero di persone superiore a quelle che ha fatto in Cina, Paese 25 volte più popoloso del nostro, in tre mesi. È vero che da qualche giorno il numero dei contagi cresce percentualmente di meno, ma siamo a tutti gli effetti davanti ad una catastrofe, un’ecatombe, non ci sono neppure le parole per descriverla.
Tutto questo per dire che una cosa: basta fenomeni. Basta cioè gente che «eh, ma se esco solo che male faccio», «eh, ma il decreto la corsetta solitaria me la consente», «eh, ma…» niente. E questo non perché lo dica il governo, ma perché lo impone il buon senso: muoiono – male – centinaia di connazionali al giorno, e se scivoli dalle scale, se inciampi, se ti capita qualsiasi cosa rischi di dover andare al pronto soccorso e di non essere curato o di distrarre medici e infermieri da vere urgenze. Ripeto: questo dice la legge del buon senso, che non è scritta per il semplice fatto che è implicita, o almeno dovrebbe esserlo.
Dopodiché, sei un olimpionico? Sei in nazionale? Ti alleni per campare? Se la risposta è negativa a tutte queste domande – cosa che è per molti, immagino -, occorre darsi una regolata, di brutto. Lo impongono, ripeto, non i decreti ma le circostanze, con l’équipe di medici cinesi da poco giunta nel nostro Paese che pare sia rimasta letteralmente senza parole, vedendo quanta gente c’è ancora in giro. Il che evidentemente non va affatto bene, e non potrà per quanto in modo indiretto che contribuire ad ingrandire un disastro che, invece, va assolutamente contenuto. Perché il verde, l’aria aperta, lo svago innocente, lo sport, possono attendere. Per cui tutti a casa, grazie.
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«Da leggere!» (Diego Fusaro)
«Un libro pieno di chicche» (Rino Cammilleri)
«Un viaggio tra vicende note e meno note con lo scopo di aiutarci a sviluppare il senso critico» (Aldo Maria Valli)
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La gente ha la fobia dello stare a casa, come se li avessero condannati al carcere a vita in una cella 2mt x 2.
Vanno a fare la spesa tre quattro volte al giorno, per avere la scusa per uscire e ci vanno in “comitiva famiglia”, addirittura facendo finta di non conoscersi, perché qualcuno non li blocchi all’ingresso (testimonianza di una responsabile supermercato oggi a Radio24).
Ma questi se si arrivasse mai (Dio non voglia) al coprifuoco, cosa fanno? Si sparano?! Scavano tunnel sotterranei per uscire come le talpe nel giardino del vicino? Mah!
Il problema di andare al Pronto Soccorso è che se ci vai per una questione seria, una attacco cardiaco, un ictus, finisce che non ci sono respiratori liberi e così si fa come in guerra: chi ha più probabilità di “saltarci fuori”? E il medico è costretto a decidere…
Aggiungerei che sarebbe ora di finirla anche con le oscene e sguaiate carnevalate da balcone, per rispetto ai morti, per rispetto al dolore delle famiglie che li stanno piangendo, per rispetto ai medici che stanno “godendo” le sei ore di riposo fra due turni di 12 ore di lavoro senza un attimo di respiro.
A questo proposito leggete qui: credo che sia giusto condividere questa testimonianza: https://www.ilfoglio.it/salute/2020/03/18/news/lettera-dalla-trincea-306650/
Grazie, bellissima.
Provo sempre più fastidio per quelli che scrivono “andrà tutto bene”, quasi sempre con il simbolo dell’arcobaleno. Non ne ho avuto l’occasione, ma vorrei chiedere che cosa intendono: in italia invece di 100.000 morti solo 25.000, o invece di 9.000.000 di disoccupati solo 3.000.000, o ritorno ad una vita “normale” invece di 15 mesi solo 6 mesi? Ho l’impressione che chi dice “andrà tutto bene” in realtà sia disperato per mancanza di ideali.
Quando lo sento mi viene da chiedere: “Cioè? Le migliaia di morti resusciteranno? L’economia in ginocchio tornerà magicamente florida? Che cosa, in concreto, troveremo bene alla fine del tunnel?” Sembrano i bambini che si mettono la mano davanti agli occhi e trillano giulivi: “Non mi vedi più! Non mi vedi più!”
DUBBIO SOCRATICO: riabituamoci a pensare,
giusto per non crederci dalla OVVIA PARTE DELLA RAGIONE:
https://www.laverita.info/le-famiglie-dei-disabili-gravissimi-ci-lasciano-soli-e-come-morire-2645539459.html?utm_source=sidebar
https://www.laverita.info/gli-italiani-le-leggi-le-rispettano-sono-le-regole-che-sono-poco-chiare-2645545382.html?utm_source=sidebar
a proposito di regole poco chiare. Riporto (copia e incolla) da http://www.governo.it/it/faq-iorestoacasa:
È possibile raggiungere la propria casa di vacanza?
No, gli spostamenti restano consentiti ai sensi del DPCM dell’8 marzo 2020 solo per comprovate esigenze lavorative, o situazioni di necessità, ovvero per motivi di salute o rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Inoltre, nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quelli che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale.
Se sono consentiti solo gli spostamenti per necessità, che senso ha la frase che segue “inoltre”, ovvero parlare di case di vacanza non raggiungibili dal venerdì al lunedì?
« tutta l’infelicità dell’uomo proviene dalla sua incapacità di stare da solo in una stanza»
Blaise Pascal