I miei tre, quattro lettori sanno che sono fra quanti affrontano questo periodo con serena fiducia e nella consapevolezza che ci risolleveremo, anzi a breve saremo forse pure un faro per gli altri Paesi del mondo alle prese col Covid-19. Ciò tuttavia non mi esonera dal dover evidenziare – a distanza di giorni dalle misure restrittive varate dal governo (e, a mio avviso, ancora non abbastanza restrittive)- che c’è un aspetto ancora poco chiaro, su cui è opportuno che tutti noi si rifletta. Alludo al fatto che il supermercato non è un luna park.

Sappiamo ormai tutti, infatti, quanto sia snervante starsene chiusi a casa per giorni, peraltro con la primavera alle porte. Sappiamo anche che esiste un’igiene mentale da preservare, esercizio per nulla banale a queste condizioni. Tuttavia, ripeto, il supermercato non è un luna park. Non ci si va a trascorrere il tempo, magari a spassarsela. Non si va a coppie, gruppetti, comitive, plotoni: ma solo uno – ripeto: uno, 1, one – per famiglia. Gli ingressi contingentati avrebbero dovuto già chiarire questo concetto, ma dato che così pare non essere, repetita iuvant: al supermercato ci si va soli.

E non ci si va due o tre volte in 24 ore, come svago in tempi di noia, ma solo lo stretto necessario e possibilmente non ogni santo giorno. A costo di sembrare antipatico, ho deciso di dedicare un intero post all’argomento perché, finché non righeremo tutti dritto, non soltanto rischiamo di dare gambe ad una epidemia che invece va rallentata a tutti i costi, ma vanifichiamo gli sforzi finora profusi da decine di milioni di italiani. E questo è semplicemente inaccettabile. Per cui, per l’ultima volta, al supermercato si va soli e non in gita. Verranno tempi migliori – sì, verranno di certo – si cambierà, ma adesso funziona così. Coraggio e disciplina.

Giuliano Guzzo