Le nuove regole per il permesso di soggiorno del Regno Unito, che entreranno in vigore dal 1° gennai 2021, stabiliscono che chi desidera lavorare nella Vecchia Albione potrà farlo solo se ha già ricevuto un’offerta di lavoro specializzato e sa l’inglese. Una novità che i nostri giornali stanno raccontando come un dramma epocale, roba che a confronto il Coronavirus è un toccasana. Già, perché con le nuove regole niente più camerieri e lavapiatti stranieri, con «ragazzi italiani ed europei» che non «potranno più riempire un trolley, salutare i genitori e partire» (Severgnini).
Ora, può pure essere che ciò sottragga delle opportunità – anche se, per imparare l’inglese, non è necessario sgobbare lontano da casa (e neppure una conoscenza dell’italiano che superi i trenta vocaboli, in fondo, fa poi così schifo) -, ma quel che colpisce sono i toni apocalittici che stanno accogliendo la decisione del governo inglese. Come se, senza un’esperienza lavorativa da sguattero all’estero, l’esistenza di un giovane fosse automaticamente priva di senso. Come se ciò non potesse costituire un’opportunità per provare a dare lavoro in Italia ai ragazzi italiani, laureati e non.
In tutto queste, urge ricordare che la fuga giovanile all’estero, quel romantico «riempire un trolley, salutare i genitori e partire», non si sa fino a che punto aiuti i giovani viandanti ma di certo impoverisce gli altri. Quanto? Secondo la Fondazione Leone Moressa, i 500.000 connazionali che negli ultimi 10 anni, nati, educati e formati in Italia poi l’hanno lasciata, ci sono costati 16 miliardi di euro, oltre 1 punto di Pil. Probabilmente le nuove norme inglesi non avranno alcun impatto in tal senso, né faranno tornare nessuno; ma prima di drammatizzare ciò che è drammatico fino ad un certo punto, varrebbe la pena pensarci due volte.
A questo proposito, comunque, se proprio si desidera che i nostri giovani possano tornare a spaccarsi la schiena nei locali di Londra, la soluzione c’è ed è anche molto semplice. Basta spedire ai sudditi di Sua Maestà certi nostri giornalisti, quelli che vengono strapagati per scrivere delle complete sciocchezze, quelli che pontificano soprattutto su ciò che non sanno, e che erano certi della contrarietà britannica alla Brexit e, ancor prima, del trionfo elettorale di Hillary Clinton. Sono sicuro che basteranno pochi giorni e, agli inglesi, la nostalgia dei nostri giovani tornerà alla grande.
L’ha ripubblicato su Pastor Aeternus proteggi l'Italia.
il mondo visto da tuo mondo è come una dolce musica leggera che suona tanto per suonare o per intrattenimento.
Memorizza il detto dei vecchi marinai della Corona inglese: “quando i topi abbandonano la nave vuol dire che sta per affondare.”
Brexit è un segnale molto forte che gli inglesi ci danno avvertendoci di questa Europa che sta affondando in un mare spiacevole. Gli inglesi hanno la capacità e scaltrezza di abbandonare i tempo ai grandi eventi negativi mondiali non alleandosi mai coi perdenti. Se analizzi il parlamento Europeo dall’arrivo di Trump noterai il forte cambiamento di marcia avvenuto. Questa Europa si sta preparando ad uno scontro diretto con la Russia e l’M13 inglese ha fiutato largamente il pericolo e la perdite future. (leggi le ultime dichiarazioni anticomuniste del parlamento europeo e capirai) Dopo la dichiarazione di guerra del parlamento europeo controllato da 19.000 agenti americani che dettano alle nostre agende cosa fare e come fare, gli inglesi giustamente prendono le distanze dal TTIP atlantico e dal CESA.
Se nella prima, seconda , tera Guerra alla Russia (1905-1914-1940) gli americani sono sempre riusciti a nascondersi dirigendo tutte quelle operazioni in ombra, stavolta non possono più nascondere le loro responsabilità belliche di ciò che è programmato in avvenire.
Gli inglesi per ospitare tanti camerieri mondiali erano sovvenzionati dall’Europa che in questo modo teneva lontano i potenziali giovani contestatori, immobilizzandoli , per poi razzolare nei vari governi “sfascisti” diretti o piegati. Il problema grosso lo avranno i polacchi che in Inghilterra da sbatterne fuori superano 1,2 milioni di giovani. Poi ci sono i paesi arabi e africani. Gli inglesi non sopportano più l”Europsa che non paga più i suoi disoccupati parcheggiati in Inghilterra in attesa di…
Quando l’Inghilterra imporrà il numero chiuso e sempre piu chiuso ai migranti e migrati, qui da noi forse, e rimarco forse, il vento della disoccupazione “giovanile” che oggi ha raggiunto i 40 anni e senza figli, forse qualcosa cambierà. Abbiamo avuto un ventennio e più di trasmissioni culinarie come se il futuro fosse una tavola imbandita eternamente, mentre altrove, nei paesi poveri si preparavano gli scienziati e gli specialisti. Casa pensi che tornerà a casa qui da noi… camerieri senza turisti o uomini di scienza e tecnica?
I giovani inglesi forse accetteranno di fare i camerieri al posto degli stranieri.
Col passare del tempo le altre nazioni avranno un precedente da seguire.
Ma i ragazzi italiani si adatteranno a fare i badanti dei loro vecchi nonni?
Non capisco.
Se a Venezia i camerieri sono per lo più bangla, cinesi, e immigrati vari dall’est e dal sud del mondo, è perché i nostri giovani disoccupati, a suo tempo, hanno riempito il trolley, salutato i genitori e sono scappati tutti a sgobbare a Londra?
Da noi, nell’occidente altamente scolarizzato, verosimilmente non può essere la pura “necessità” ma il “desiderio” a spingere un giovane ad accontentarsi di un posto da sguattero pur di emigrare.
E i desideri, primo non sono diritti, secondo sono in genere costosi, in tutti i sensi (anche in quello evidenziato da Guzzo).