Esistono due tipi di fake news: quelle talmente assurde da essere smascherate subito, e quelle talmente comodeda essere puntualmente ripetute. Appartiene alla seconda tipologia quanto riporta un lungo servizio di iO Donna, rivista femminile facente capo al Corriere della Sera, secondo cui le famiglie di oggi sarebbero «fluide, sostenibili, felici». Lo proverebbe, sempre secondo iO Donna, «Modern Family: com’è cambiata la famiglia in 30 anni», una ricerca commissionata da BNP Paribas Cardif all’istituto di ricerca Eumetra MR, da cui si evincerebbe che oggi si «sperimentano nuovi modi per vivere insieme, meno verticistici, più collaborativi ed etici. Genitori e figli si sentono vicini».
Un quadretto confortante. Peccato che non sia supportato da alcun dato. Lo stesso iO Donna, infatti, spiega che in Italia «il numero dei figli continua a calare ormai il tasso di fecondità è sceso a 1,29 figli per donna». Un po’ come se una banca dicesse ai suoi correntisti: tranquilli, sta andando tutto a meraviglia; ma intanto siete sempre più al verde. L’articolo, a firma di Cristina Lacava, afferma inoltre che ci sono sempre più single, con le «le famiglie» che «diventano slim e continueranno a dimagrire» e che «per i prossimi 15-20 anni aumenteranno sempre di più i single». E sarebbero buone notizie? Ma soprattutto: in tutto questo la felicità dove sta? Nel fatto che «il 71 per cento degli intervistati ritiene che la propria famiglia sia più felice rispetto a quella d’origine». Nessun dato oggettivo, insomma. Solo interviste, opinioni.
Fortunatamente, oltre a «Modern Family», esistono altre ricerche che iO Donna non cita e che raccontano una storia un po’ diversa, evidenziando i benefici non della vita da single né di quella delle «famiglie slim», ma di quelle fondate sul matrimonio. La Harvard Medical School, per esempio, ci ricorda che, dopo aver sondato un campione di 127.545 adulti americani, si è scoperto che gli uomini sposati sono più sani degli uomini che non sono mai stati sposati; non solo: più a lungo un uomo rimane sposato, maggiore è il suo vantaggio di sopravvivenza rispetto ai suoi coetanei non sposati. Vengono così riprese le conclusioni del Journal of Epidemiology and Community Health, secondo cui, tra le varie condizioni in cui si può trovare un individuo, il non essere mai stati sposati risulta il più forte predittore di mortalità prematura (2006; Vol.60(9):760–765). I single saranno pure felici, insomma. Ma muoiono prima: gran bel risultato.
Che non la vita solitaria o da conviventi, ma quella coniugale sia positivamente associata alla longevità è stato dimostrato anche da un’accurata analisi storica di oltre un secolo di documenti francesi – il 1798 e il 1901 – che ha portato gli studiosi ad ipotizzare che ciò accade perché le donne prediligono mariti nei quali scorgono caratteristiche associate alla longevità, mentre gli uomini prediligono nelle mogli caratteristiche associate alla capacità riproduttiva (cfr. Evolution and Human Behavior, 2017;Vol.38(4):536-545). Altri invece ipotizzano che la longevità delle persone sposate sia associata ai benefici della stabilità affettiva, non riscontrati nelle convivenze (Journal of Marriage and Family, 1998 Vol.60 (2):527-536) Il dibattito è insomma aperto, ma che le care vecchie nozze facciano rima con più felicità è assodato. Se ne stanno accorgendo – ed è tutto dire – pure i liberal americani, i più progressisti tra i progressisti.
Degno di nota, a tal proposito, un lungo articolo su Avvenire a firma di Elena Molinari in cui si evidenzia – dopo decenni di ostilità alla vita coniugale – il ripensamento in corso tra i liberal in favore del matrimonio, che è l’esatto contrario della «vita fluida». Basti qui ricordare che David Blankenhorn, William Galston e Jonathan Rauch, tre intellettuali di sinistra, sono arrivati a firmare un ‘Manifesto pro matrimonio’ sulla rivista Washington Monthly in cui affermano che, per la nazione nel suo insieme, il matrimonio è fondamentale. «Crea famiglia e rafforza i legami sociali. È un’istituzione che produce ricchezza. Il matrimonio funziona chiaramente come fonte di felicità e benefici per i bambini». Altro che «fluide, sostenibili, felici», dunque. Quella è una fake news buona solo per certa stampa politicamente corretta che, purtroppo, resta letta. C’è da augurarsi che vi abbocchino in pochi.
Sono d’accordo solo fino a un certo punto, perché non spiega una cosa: perché prima i filosofi dell’Antichità e poi i teologi del Cristianesimo hanno sempre detto che il sapiente non può per definizione essere sposato. Perché la stessa Chiesa ha esaltato per secoli la vita consacrata rispetto alla vita matrimoniale, soprattutto per le donne (per le quali, va detto, la vita consacrata offriva molte più possibilità)?
Non bisogna dimenticare il fatto che è solo da pochissimo tempo che la vita del singolo è una questione di scelte: in una società tradizionale era il gruppo, la famiglia a contare, non il singolo, il quale era solo un ingranaggio per farla funzionare, e la sua infelicità o felicità al gruppo non importava.
L’ha ripubblicato su Piergiorgio Dellagiulia Blog.
L’ha ripubblicato su Pastor Aeternus proteggi l'Italiae ha commentato:
Mi sono stufata delle bufale del politicamente corretto contraddette dalla storia. Viva la famiglia tradizionale cattolica e prolifica.
Per me la famiglia è una vocazione, senza togliere niente al singolo, o consacrati.
Alle famiglie fluide manca l’essenziale.
Grazie.
Il problema non è la cialtroneria della scrittrice, ma lo smembramento sempre maggiore delle famiglie. E la schifosa amoros letizia ne promuove la continuazione.
Amoris laetitia è stata scritta con il chiaro scopo di fare accedere indiscriminatamente alla Comunione sacramentale i divorziati risposati conviventi more uxorio. Punto.
Spero che dopo quasi quattro anni dalla sua uscita ciò sia chiaro.
È sotto gli occhi di tutti che oggi tutti (ripeto: tutti) i divorziati risposati conviventi more uxorio che vogliono la Comunione se la prendono, adducendo il “nuovo paradigma Amoris laetitia”.
Il Papa sa tutto ciò e non interviene in alcun modo per arginare lo spaventoso, ubiquitario abuso. Come meravigliarsene? È proprio questa la mira che egli perseguiva con Amoris laetitia. Grazie alla quale, perciò, con informale ma reale avallo papale si oltraggiano l’indissolubilità del matrimonio e l’Eucaristia, si giustifica l’adulterio e con ciò una sorta di divorzio cattolico non de iure me de facto, con relativa liquefazione della famiglia.
I pochi Pastori che negano ancora la assoluzione sacramentale a conviventi more uxorio che non recedono dalla loro condizione adulterina sono veri e autentici servi di Cristo, e per questo sono perseguitati e lo saranno sempre più. Ringraziamoli, aiutiamoli, preghiamo per loro, non lasciamoli soli.