Come si fa a negarlo? Il nascente governo Conte bis una sua legittimazione ce l’ha eccome; e non solo costituzionale, ma pure europea. Non è un’ipotesi complottista e neppure leghista, ma un’evidenza lampante. Nel giro di pochi giorni abbiamo infatti scoperto che il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, «apprezza davvero» l’operato Giuseppe Conte, il commissario europeo al bilancio uscente Günther Oettinger ritiene che occorra «fare tutto il possibile per facilitare il lavoro del nuovo esecutivo italiano», perfino Jean-Claude Juncker si è rivolto al premier incaricato per «augurargli il meglio».
Come se non bastasse, sabato Repubblica ci ha informato en passant – quasi fosse una notiziola – che Angela Merkel ha telefonato alla sede del Pd per dire che «il governo va fatto ad ogni costo per fermare i sovranisti» (31/8/2019, p.3). Oggi invece è stato il turno Pierre Moscovici, commissario europeo agli Affari Economici secondo cui il governo Pd-M5S è «un’esperienza che deve essere tentata». Ora, in tempi normali tutte queste iniziative, esternazioni e lodi sperticate ad un premier incaricato che deve ancora ottenere la fiducia del Parlamento si sarebbero chiamate con il loro nome: ingerenze e sleali intrusioni negli affari di un Paese sovrano.
Siccome però per fermare i «sovranisti» andrebbero bene pure Gargamella e Maga Magò, ecco che il becco europeo in casa nostra non solo non viene visto come la vergogna che è, ma nella mente dell’euroinomane convinto di essere europeista assume perfino la sembianza di una rassicurante conferma. Come dire: visto? Altro governicchio: è un’ideona, anche mamma Angela e papà Jean-Claude sono d’accordo. Morale: chi ancora dubitasse del fatto che Matteo Salvini abbia fatto bene a far saltare l’alleanza gialloverde, ha ora la conferma che tale mossa sia stata non solo giusta ma sacrosanta. E se non siete d’accordo, provateci voi a fare i sovranisti con quelli un tempo rivoluzionari e oggi burattini Ue. Auguri.
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purtroppo la droga del potere supera anche l’ orgoglio personale e il senso del pudore. Patetici.