E’ Pasqua? No. Natale? Neanche. E non è ancora manco domenica, a dirla tutta. Allora proprio non riesco a capirlo, limite mio si vede, il giubilo clericale per il Conte Bis, governo la cui formazione ha portato i vari padre Bartolomeo Sorge a far salti di gioia («Benedetto l’autogol di Salvini!») e padre Antonio Spadaro ad ipotizzare che l’esperienza gialloverde celasse non una crisi politica, ma «una crisi culturale e spirituale» che ora si sta iniziando a superare. Come a dire: adesso che la Lega non è più al governo, chiese e seminari torneranno a pullulare di fedeli.
Eppure qualcosa mi dice che così non sarà, perché la crisi spirituale esiste non per chi pensa troppo al tornaconto elettorale, ma per chi non pensa abbastanza alla salvezza delle anime. Motivo per cui più che dell’affluenza alle urne mi preoccuperei di quella ai confessionali, e più che del radicarsi del populismo dell’evaporare del cristianesimo. E invece niente: dall’incerta teologia si è passati all’improvvisata politologia e non se ne esce. Peccato, perché quando il Figlio dell’uomo tornerà sarà dura – Luca 18,8 è cristallino – cavarsela spiegando Lui che l’accoglienza funziona, i conti sono in ordine e l’Ue è coesa ma «la fede sulla terra», insomma, mica si può aver tutto dalla vita.
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Gentile Giuliano, non mi stupisco, questi sono uomini di Chiesa, in carriera , e non uomini si Dio.
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Considerata la potente lobby gay dentro alla Chiesa e il verbo modernista ivi diffuso non mi stupisce affatto l’esultanza di certi prelati. A meno non si consideri quanto detto dal capo dei gesuiti secondo il quale il demonio è solo una figura simbolica perché allora tutto si spiega.
L’ha ripubblicato su Organone ha commentato:
Per Fanghiglia Cristiana il principale punto di forza del mostro rosso-giallo è “essersi liberato di Salvini e della Lega”. Basta questo a spiegare la crisi profonda in cui, purtroppo, versa Santa Romana Chiesa.
E’ andata come doveva andare. Avevamo sperato nella nascita di un qualcosa di diverso da quello che l’Italia sopporta da quarant’anni, ma la speranza, come succede sempre in questa terra, è morta al primo albeggiare. Pazienza, ancora una volta verremo normalizzati a sinistra, come è sempre stato, come evidentemente DEVE essere.
Al dominio nostrano della sinistra (sempre moribonda ma eternamente regnante) in ogni campo ci sono talmente abituato che politicamente non m’inquieto più, al massimo mi dispiace per i nostri e gli altrui figli, ai quali sarà impedito ribellarsi, e poter cambiare qualcosa.
M’inquieto invece moltissimo per la Chiesa, l’unica realtà che conta davvero. Vederla così politicamente supina, aggregarsi ai festeggiamenti italo-europei per la liberazione dell’Italia dal ministro Salvini e dalla sua Lega, è veramente avvilente.
Concordo in tutto con lei Spinola!!!non parlerei però genericamente di Chiesa bensì di alcuni uomini di Chiesa e il mio timore è che resteremo ancora più sconcertati e spaesati quando alle leggi che questo governo sicuramente proporrà contro i cosiddetti principi non negoziabili questi uomini di Chiesa opporranno un assordante silenzio o una condanna di facciata puramente formale!!!
Si, Lei ha ragione.
Formalmente parlando non si tratta di Chiesa, ma di uomini di Chiesa (o meglio, di pastori che sono “nella Chiesa” ma forse non più “della Chiesa”, …e non sono pochi). Poi, dal punto di vista della sostanza, conta il “peso”, conta il via libera di cui godono, e conta sopratutto la carica che ricoprono.
Coraggio: prima o poi dovranno pur farci votare, e allora ci rifaremo (poi l’Europa ci punirà con lo spread e con ogni altra sorta di castighi e ricomincerà tutto da capo).
Sì, prima o poi ci saranno le elezioni. Ma la nuova “democratica” maggioranza ha dichiarato che come prima cosa vuole modificare la legge elettorale pur di danneggiare l’attuale opposizione; inoltre, sempre con lo stesso fine, cercherà di ridurre l’influenza dei rappresentanti regionali nella elezione del PdR, visto che non c’è più una preponderanza del PD nelle regioni.
Più o meno come Lenin: siccome il popolo aveva “sbagliato” a votare, ha destituito il popolo e non l’ha fatto votare più
Da notare come in questo caso i sinistri laicisti accettano ben volentieri le ingerenze della (ex) Chiesa cattolica, per non parlare poi delle posizioni immigrazioniste e islamofile più volte espresse da autorevoli esponenti delle gerarchie ecclesiastiche, su cui c’è ampia convergenza. In quelle rare volte in cui la CEI parla di famiglia naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna, o assume posizioni critiche verso l’aborto, la procreazione assistita o l’utero in affitto, ecco che subito si scatenano e tirano in ballo la laicità dello Stato.