Non era in stato vegetativo. Non era malato. Non era terminale. Non era neppure uno debole, col cavolo, anzi era forte (ha resistito 10 giorni senza alimentazione e idratazione, provateci voi), eppure alla fine, alle ore 8:24 di oggi, Vincent Lambert, l’uomo di 42 anni rimasto tetraplegico dopo un incidente stradale avuto nel 2008, è morto. Ucciso. Non quindi «lasciato morire», né «lasciato andare» o via sproloquiando, bensì scientemente ucciso da chi riteneva “ostinazione irragionevole” continuare a sfamarlo e dissetarlo.
Chiaro, dire che Vincent Lambert è stato ucciso comporta affermare che ci sono degli assassini. E allora? I nomi dei medici che hanno chiesto e ottenuto di eliminarlo si conoscono, quelli dei tanti giudici che non hanno trovato nel diritto e nel cuore una ragione per fermare la sua esecuzione pure. Purtroppo si conoscono anche, ed è la cosa più dolorosa, i nomi degli uomini di Chiesa infatuati di Carola Rackete e sempre pronti ad invitare all’accoglienza dei migranti che Lambert, diciamolo, è già tanto se sanno chi sia, e che neppure davanti alla sua agonia si sono spinti oltre a un po’ stucchevoli e molto paraculi inviti al «dialogo».
E’ dunque chiarissima, ora che si è conclusa, la tragedia di questo figlio di Francia dimenticato da un’Europa matrigna, il cui nome va ad aggiungersi a quelli di Terry Schiavo, Eluana Englaro, Charlie Gard, Isaiah Haastrup e Alfie Evans e tutte le altre vittime del «non vorrei mai vivere così» che alcuni, avendolo nel cuore, hanno messo loro in bocca. Ora non resta perciò che chiederti, caro Vincent, di pregare per noi quaggiù, che non solo non abbiamo avuto il coraggio e la forza per impedire la tua uccisione, ma ormai vaghiamo come anestetizzati, incapaci di reagire e prima ancora di capire dinnanzi a cosa occorra reagire. Alla lunga anche quella per la verità, sai, può essere una terribile sete.
*****
«Da leggere!» (Diego Fusaro)
«Un libro pieno di chicche» (Rino Cammilleri)
«Un viaggio tra vicende note e meno note con lo scopo di aiutarci a sviluppare il senso critico» (Aldo Maria Valli)
Ordinalo in libreria oppure acquistalo subito su Amazon
L’ha ribloggato su Organone ha commentato:
Con Vincent sono morte (di nuovo) la pietà, la dignità, l’umanità. Speriamo muoia anche l’ipocrisia.
Una preghiera per Vincent e i suoi cari…
„….divenuto simbolo della lotta per il fine vita“, gracchiava invece ieri una radio che tu, caro Giuliano, sicuramente conosci.
Ossia, dj Fabo era il simbolo della „lotta“ perché pare volesse lui mettere fine alla sua vita, solo una vittima dopo si „lotta“ per far finire la vita degli altri. Si procede spediti!
Non ricordo bene tutti i casi, ma ricordo perfettamente che anche Eluana Englaro è stata uccisa con tortura (senza alimentazione e idratazione) e ciò rende questi fatti ancora più vili. Ribadisco: uccisa con tortura, da uno Stato facente parte di quella Unione Europea che nel 2012 è stata insignita del premio Nobel per aver contribuito ai diritti umani. Nel caso di Eluana Englaro si può ricordare anche un tentativo di salvataggio in extremis bloccato sul nascere da un perentorio intervento dell’allora PdR, considerato da Bergoglio tra i grandi dell’italia di oggi insieme alla Bonino.