Quando, da buon illuso, tu pensi di averle viste tutte, puoi star sicuro che il peggio che deve ancora arrivare. Peggio che Italia dovrebbe arrivare mercoledì, a Roma, con convegno organizzato dall’Associazione Luca Coscioni e dalla Cgil-Nuovi diritti al termine del quale, a mo’ di ciliegina sulla torta, verrà illustrata una proposta di legge per legalizzare l’utero in affitto. Una notizia che ha scatenato uno scontro tra femministe e sindacato che, ovviamente, mi guardo bene dall’interrompere anche se non si può non riconoscere che, come due volte al giorno fanno le lancette di un orologio rotto, stavolta sono le femministe a indicare l’ora giusta: quella d’incavolarsi.
Sì, perché l’utero in affitto non è un lavoro, figurarsi un dono, ma solo schiavitù. Per tutti: per la donna che arriva mercificare il proprio grembo e per chi non arriva a far funzionare il proprio cervello, non vedendo l’orrore di tale pratica. Per non parlare del bambino che diventa un pacco postale per adulti capricciosi. E’ una cosa bruttissima ma semplice: strano Maurizio Landini non la capisca. Sarà perché chi ha ideato il convegno ha pensato di insabbiare tutto, a partire dalle stesse parole utero in affitto, rimpiazzate con la «gestazione per altri», espressione cara solo a chi ha mandato a puttane la ragione. Motivo in più, in vista di mercoledì, per inalberarsi a nome di tutte le donne ridotte a forni dei loro figli ridotti a peluches per ricchi. Tranquilli, non è rabbia. E’ «indignazione per altri».
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Siamo in un momento di passaggio. Tra una generazione rimarranno in questo paese solo musulmani, ebrei e neocatecumenali.
In Europa però, di ebrei mica tanti, visto che se ne stanno andando a decine di migliaia, soprattutto da Francia e Gran Bretagna, ma anche dalla Germania e, sia pure in misura decisamente minore, anche dall’Italia.
Mi par di capire che nessuno dei tre gruppi riscuote la sua simpatia….
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Vietato l’utero in proprio
Giuliano, tu ne devi vedere ancora delle belle.
(tranquillo, siamo solo all’inizio…)
filorosso