Cari Conte, Di Maio e Salvini, vi scrivo per una richiesta enorme ma inderogabile, l’invito a considerare di rassegnare anzitempo le vostre dimissioni. Vi supplico di prestare ascolto. Anche perché il mio appello non nasce dalle solite ragioni politiche, ma da ben più serie urgenze sanitarie, direi psichiatriche: il vostro governo – non per il suo operato, ma per il solo fatto di esistere – sta per mandare tanta gente al manicomio. Chi? Per esempio la redazione di Repubblica che giusto stamane, al teatro Brancaccio di Roma, ha organizzato un solenne convegno domenicale a difesa della libertà di stampa; e per farlo, pensate un po’, ha fatto sfilare la crème de la crème del progressismo nostrano: Mario Calabresi, Ezio Mauro, Lucia Annunziata, Massimo Giannini, Marco Damilano con, dulcis in fundo, i contributi video di Roberto Saviano e Vittorio Zucconi.
Sì, avete inteso bene: il giornale del conformismo, la gazzetta del politicamente corretto, il quotidiano che leggi per sentirti qualcuno anche se ti porta a pensarla come tutti, è in ansia per quella stessa libertà di stampa che da decenni – col suo strapotere editoriale – di certo non promuove. Il sinedrio del perbenismo è stato convocato, cito testualmente, contro «la tentazione del potere globale, dall’Italia agli Stati Uniti, passando per l’Ungheria e la Turchia, di piegare i social e la tecnologia al servizio della disintermediazione e della fascinazione, per screditare il controllo della stampa libera». Lo so, pare una barzelletta ma questi fanno sul serio. E sulla scia di Giovanna Botteri, che come noto confuse la libertà degli elettori di disobbedire ai diktat dei media mainstream con la futilità degli stessi, soffrono di un grave disturbo post trumpiano da stress. Cari uomini al governo, avrete capito che la situazione è grave. Fate qualcosa allora e, soprattutto, fatela presto.
Semplicemente patetici se non fosse che ne sono realmente convinti per cui veramente preoccupante!!!a cosa non porta la visione ideologica della realtà!!!
Appunto, il guaio e’ questi ci credono veramente.