Che bello, dal primo gennaio 2019 sui certificati di nascita dei neonati di New York potrà apparire la dicitura Gender X. Una decisione dei politici della città che, forse insoddisfatti di ciò che offre la Grande Mela, hanno voluto questa Grande Minchiata che autorizza i genitori – ce lo vogliono presentare così, il colpo di genio – a “lasciare liberi” i loro figli di scegliere cosa vogliono essere da grandi: se maschi, femmine, né uno né l’altro, ircocervi, boh, facciano loro. Naturalmente l’opzione Gender X sarà anche a disposizione agli adulti i quali, senza alcuna certificazione medica, potranno cambiare il proprio certificato di nascita. Ora, ci sono due cose che non capisco: la prima è come mai stiamo passando dalla voglia di rivoluzionare il mondo a quella di rivoluzionare l’ufficio anagrafe. Ricordavo un’umanità più esigente.
In secondo luogo, mi sfugge completamente il motivo per cui sia giusto che uno possa rinnegare di essere nato maschio o femmina ma non possa fare altrettanto spiegando, che so, di essere nato nel 1800 anziché nel 2018, o di essere nato su Marte anziché sulla Terra; non capisco cioè perché la realtà possa essere manipolata solo rispetto al sesso, e non alla storia o allo spazio, ma non importa: certe cose probabilmente è meglio neppure saperle. Del resto, questa crescente dittatura del neutro, questa sterilizzazione delle parole che a me fa salire solo parolacce, forse non deve preoccuparci troppo: i Gender X faranno di sicuro tante cose belle nella vita, ma non figli. Resta tuttavia da fare un gran lavoro per far sì che i giovani di oggi non diventino i rimbecilliti di domani: quello di educare alla realtà. La stessa che alcuni adulti non ne vogliono sapere di riconoscere.
Una Società che sforna certe decisioni è destinata all’assurdo. I vari XX o YX continueranno imperterriti a definire il sesso, su ogni cellula dei soggetti, alla faccia di cosa sia scritto sul pezzetto di carta dell’ufficio anagrafe.
Ormai siamo alla follia delinquenziale…
Follia e assurdità. E col nome poi, cosa metteranno? “TBD” (To Be Defined)?
Poveri bambini!!!
Cosa implica socialmente il genere? Credo che la debolezza delle sue idee sia palesata dalle analogie che fa. Vecchi o giovani lo siamo tutti, l’età serve ad aiutare giovani e anziani, lo siamo stati e lo saremo tutti.
Nato in Italia o altrove non dovrebbe fare differenza, a fare differenza è il valore reale di una persona, la sua esperienza e le sue capacità.
Oggi il genere è fonte di gravi pregiudizi (sopratutto a detrimento delle femmine). Raramente ma drammaticamente poi accade che il genere biologico non corrisponda con quello mentale e la soluzione non può spesso purtroppo essere psicologica.
La decisione di lasciare le persone libere di decidere come gli altri le trattano mi pare sensata, ancora meglio sarebbe che non ci fossero ingiusti pregiudizi e non ci fosse bisogno di tutta questa burocrazia delle mutande.
Perché secondo te avere una X sul certificato di nascita impedirà “gravi pregiudizi” e influirà su come gli altri ci possono trattare??
Bah! (che idea puerile)
Comunque contenti gli Xmen e le Xwomen, contenti tutti.
Che poi contenti… qualcuno decide per loro alla nascita e per enne tempo non si sa cosa siano.
Vediamo che nome gli mettiamo? Bisognerà usare solo Xname…
Ah, poi per essere coerenti e conseguenziali, mai dire “figlia mia o figlio mio”!
Ne consegue che se qualcuno domanderà loro: “Ciao, tu sei figlio/a di Tizio/a?”, come minimo – oltre a squilibrare l’equilibrio degli Xchildren – si procura una denuncia!
Michele… ma che Xcazzate!
(me misero che per anni nessuno mi ha preservato con nessuna X perché ero un “quattr’occhi e due stanghette”)
Il problema della discriminazione, assieme alla realtà della transessualità, esistono. Non dico che questa sia la migliore soluzione, ma serve se non altro a riflettere.
Tanti sono i problemi che esistono anche su queste problematiche… questa iniziativa mi pare un pagliacciata!
Temo messa in atto solo per far credere a chi ne è coinvolto, che si sia affrontato il problema.
Una bella medaglietta di latta da appuntare sul petto dell’amministrazione o amministratore di turno.
Per cui, ripeto: contenti gli Xpeople, contenti tutti.
Poiché, per inciso, è cosa rara che il genere biologico non corrisponda a quello mentale, non vedo la necessità di snaturare lo stato naturale delle cose: che si nasca maschi o femmine è pacifico, e l’esistenza di casi particolari, non incide né tanto meno invalida il concetto.
Condivido le osservazioni di Bariom , ma in questa iniziativa, che è ben lungi dall’essere una pagliacciata, ci vedo la “longa-manus” di qualche potente lobby dagli scopi e fini reconditi.
Hai ragione @Roberto, “pagliacciata” se il tutto si potesse risolvere con una grassa risata, ma credo proprio non sia così…
Francamente anche io, che sono sensibile alla questione della discriminazione di genere non trovo la “soluzione” di grande efficacia. È una toppa peggiore de buco per molti versi. Tuttavia non mi spingerei a immaginare lobby o altre assurdità; è semplicemente una misura generata dal nostro tempo.
Non mi pare di aver parlato di lobby…
Comprendo ora che non era rivolto al mio commento…
In America esistono la “lobby delle armi”, la “lobby dell’aborto” ecc… e perché mai non potrebbe esistere qualche centro di interesse che vorrebbe indurre a credere che, tutto sommato, non significa nulla il genere biologico? Non mi sembra per nulla un’ipotesi tanto assurda.😜
@Roberto, neppure ho detto che non esistano “lobby”… se poi andiamo nelle “ipotesi credibili”, ovviamente ce n’è di ogni 😉
Nel caso specifico c’è certamente una forma di “pensiero unico” e all’interno di questo pensiero vi sono, gruppi, organizzazioni, piuttosto che singoli individui particolarmente influenti, che operano con un unico (o quasi) scopo.
Per chi ha poi la visone escatologica delle cose, è chiaro che tutti costoro rispondono più o meno consapevolmente (e chi è inconsapevole, mai ammetterà sia possibile) ad un un’unica “regia”: quella del principe di questo mondo.
Questi “intellettuali” si sentono talmente superiori culturalmente
che gli è andato il cervello in corto circuito…Poveri noi, in che mani siamo…
In italiano corretto – la neolingua non conta – il “genere” attiene alla grammatica.
I sessi sono solo due, determinati per natura. Se qualcuno si sente “altro” da ciò che è, evidentemente qualcosa non va.
Non negli altri, però.
Allo stesso modo per cui qualcosa non va in chi, essendo laureato in lettere, pretenderebbe di andare come chirurgo in sala operatoria, con tanto di approvazione sociale.
Ovviamente solo in un’agglomerato schizofrenico quale è l’Occidente terminale, si prende in considerazione una simile ipotesi.
Questa è la realtà.
Fingere che non esista sta portando molti a raccogliere incontri ravvicinati con muri di granito. Ma, grazie al Cielo, il muro è sempre più duro della capoccia degli ultimi epigoni dell’Illuminismo.
Pazientiamo.
La marea è cambiata.
Ciao.
Luigi
Il problema è che qualcuno pensa che la “natura” ( la cui conoscenza pare distribuita come il “buon senso” per evocare Cartesia) implichi che le donne sono buone a fare letterate ma non i chirurghi. Nessuno nega la realtà dell biologia, ma l’(ab)uso che ne facciamo.
Francamente, per natura, dovrebbe essere il contrario. Le donne hanno un controllo della motilità fine delle dita, superiore a quella degli uomini e sappiamo quanto questo controllo sia importante per un chirurgo.