Chiamato a pronunciarsi sulla questione del crocefisso da un lettore, su Repubblica di oggi Corrado Augias esordisce così: «Che in uno Stato laico, ovvero privo di una religione ufficiale, non debbano esserci simboli religiosi nei luoghi pubblici che dello Stato sono diretta emanazione, è un principio talmente ovvio che non dovrebbe essere necessario ribadirlo». Il resto dell’intervento, a pagina 23, non ho avuto fegato di leggerlo: mi è bastata questa iniziale strage di concetti elementari. Ora, è vero che parliamo di Repubblica, ed è altrettanto vero che parliamo di Augias, il quale però, con l’avanzare dell’età e diversi libri su Gesù e sui Vangeli, per quanto scadenti, avrebbe potuto maturare.
Invece niente. Invece siamo al solito anticlericalismo ottocentesco; al solito confondere laicità e laicismo; al solito dimenticare che ateismo e apostasia costano ancora oggi la condanna a morte in Arabia Saudita, Pakistan, Afghanistan, Maldive, Iran, Mauritania e Sudan – tutti posti dove le croci scarseggiano -; al solito sorvolare sul fatto che la laicità stessa è in fondo idea religiosa, essendo stata teorizzata da Gesù quando ha rimarcato i doveri, ben distinti, verso Cesare e verso Dio. Insomma, caro Augias, non mi cambi mai: ormai ti conosco come le mie tasche. Solo una cosa ancora mi sfugge: il perché, con questo tuo perenne fraintendere i temi religiosi, tu non scriva per Famiglia Cristiana.
Magistrale la chiusura.Perché non scrive per Famiglia Cristiana.
Tuttavia io ho sempre pensato che lo Stato debba essere giusto.Fra uno Stato religioso giusto ed uno Stato laico ingiusto quale è preferibile?Ora,pare che i sédicenti Stati laici abbiano accumulato cataste di cadaveri nel secolo appena trascorso e,pare,che i soliti utili idioti alla Augias sempre addossino le cause all’odiata religine.Che poi un modesto giornalista da copia ed incolla possa scrivere libri sulle origini del Cristianesimo è,ovviamente,un diritto innegabile,ma che abbiano la pretesa di essere presi sul serio…beh!Rivive qui la presunzione comune ai vari denigratori alla Oddifredi,il quale scrive di argomenti come la filologia,la teologia,la critica neotestamentaria etc. etc.con un’ approssimazione pari alla sesquipedale sua ignoranza in materia.
“Non ragioniam di lor……”
IlFatto Quotidiano del 17 febbraio 2015 riporta che Giuliano Soria, fondatore del premio letterario Grinzane Cavour, ne fa un ritratto poco edificante. Non so se ci sono state querele.
Corrado Augias non ha mai capito la differenza tra laicità e laicismo e che l’introduzione della laicità nella storia e nella politica è un apporto positivo della cristianità. Il laicismo, come tutti gli ismi, è solo un fatto degenerativo della laicità. Vai a dirlo a uno che non conosce la storia e nemmeno la cristianità… Ma è veramente ottuso!!!!!
Michele Crociata
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Corrado Augias è un fanatico anticristiano. Più volte, in dibattiti televisivi l’ho sentito bestemmiare il SS. Corpo di Gesu Crocifisso. Credo che la pazienza abbia un limite e – prima o poi – qualcuno si incaricherà di spiegargli che non ci si comporta in siffatto modo.
Se non sbaglio Augias è ebreo. Quindi è normale che per lui uno Stato laico debba essere indifferentista sulle religioni, quindi laicista. E la stessa cosa la direbbe anche un musulmano. In realtà uno Stato può essere laico anche riconoscendo ad una religione in particolare – in questo caso il Cristianesimo per l’Italia – di esercitare un ruolo privilegiato e di preminenza rispetto alle altre religioni.
La tanto demonizzata Siria di Assad, è uno Stato laico che pur non riconoscendo l’islam come religione ufficiale, anche se professata dalla stragrande maggioranza dei suoi cittadini, per legge il suo presidente deve essere musulmano.
Se io faccio parte di una minoranza religiosa e lo Stato in cui vivo mi concede il diritto di professare liberamente la mia fede, il mio dovere è quello di rispettare i simboli e il ruolo esercitato dalla religione dominante, non di metterne in discussione la sua presenza nella società e nelle istituzioni.