Sapore di mare, Yuppies, Vacanze in America, Vacanze di Natale, una marea di cinepanettoni. Carlo Vanzina, morto a 67 anni, non ci lascia dei film, ma degli spassosi documentari sull’Italia degli Ottanta e Novanta, degli affreschi cinematografici su ciò che siamo stati. Nulla a che vedere col cinema cosiddetto impegnato, quello di cui discettare per sembrare colti, ma molto a che vedere con un’Italia verace e cazzara, tutta ragazzi allupati e ragazze formose, cumenda, libidine. Per arginare la nostalgia collettiva, per fortuna, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Nel frattempo il regista scomparso di un Paese scomparso non riposi: prepari una nuova commedia. Non sarà certo dantesca ma avrà, girata lassù, qualcosa di divino.
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