Che volete farci, forse è questa strana primavera, forse il cambio di stagione. Chissà. Sta di fatto che mai come in queste settimane sui sacri palazzi soffia il vento delle fake news. Così, dopo il caso Viganò – il superministro della comunicazione vaticana, sorpreso a divulgare a rate una lettera di Benedetto XVI peraltro «riservata personale» – ecco un altro episodio assai curioso, per usare un eufemismo. Si tratta di un’intervista che il fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, ha fatto al Santo Padre nel corso della quale, con riferimento alle «anime cattive», il papa avrebbe detto qualcosa di esplosivo.
In pratica, interpellato sulla punizione di queste anime, il papa avrebbe affermato: «Non vengono punite, quelle che si pentono ottengono il perdono di Dio e vanno tra le fila delle anime che lo contemplano, ma quelle, ma quelle che non si pentono e non possono quindi essere perdonate scompaiono. Non esiste un inferno, esiste la scomparsa delle anime peccatrici». Bum: immortalità dell’anima ed esistenza dell’inferno fatte fuori. In un colpo solo. Un’enormità tale che la Santa Sede, in queste ore, ha smentito arrivando perfino a negare che abbia avuto luogo un’intervista.
«Il Santo Padre Francesco ha ricevuto recentemente il fondatore del quotidiano La Repubblica in un incontro privato in occasione della Pasqua, senza però – puntualizza infatti il comunicato, che è in sostanza una smentita su tutta la linea – rilasciargli alcuna intervista. Quanto riferito dall’autore nell’articolo odierno è frutto della sua ricostruzione, in cui non vengono citate le parole testuali pronunciate dal Papa. Nessun virgolettato del succitato articolo deve essere considerato quindi come una fedele trascrizione delle parole del Santo Padre».
Ora, nel rallegrarci di questa netta smentita – negare l’immortalità dell’anima e dell’inferno sarebbe stato come cestinare il Cristianesimo e contraddire Gesù, che di inferno ha parlato più volte (Mc, 9:47,48; Mt, 25:41,46) -, non possiamo però non chiederci una cosa: perché Papa Francesco continua a farci avvicinare, privatamente, da Eugenio Scalfari? La domanda ha un senso, anche perché non è la prima volta che quest’ultimo mette in imbarazzo la Santa Sede davanti al mondo intero. E’ già accaduto almeno un paio di volte. Basti ricordare, anzitutto, quanto successo nell’ottobre del 2013.
Anche in quel caso Papa Francesco incontrò il fondatore di Repubblica, e ne nacque un’intervista che finì addirittura pubblicata nel sito web vaticano, http://www.vatican.va. Un’affermazione che fece discutere (sul primato della coscienza) ed altri passaggi completamente falsi (il ritiro in preghiera del cardinal Bergoglio, prima di accettare l’elezione, smentito da diversi cardinali), indussero però volta il portavoce della Santa Sede ad annunciare la cancellazione, dal portale ufficiale, di quella intervista «attendibile in senso generale – precisò Padre Lombardi – ma non nelle singole valutazioni».
Secondo episodio. Domenica 13 luglio 2014 sulla prima pagina di Repubblica irrompe una nuova intervista di Scalfari a papa Francesco, il quale parla di temi scottanti e attualissimi: pedofilia, mafia e celibato dei sacerdoti. Alcune espressioni molto pesanti – su «cardinali pedofili» e sulle «soluzioni sul celibato» – infiammano il Vaticano, con Padre Lombardi in versione pompiere costretto ancora a correre ai ripari spiegando che entrambe le espressioni «non sono attribuibili al Papa». E arriviamo ad oggi, col Vaticano che, come si diceva poc’anzi, smentisce che Papa Francesco si sia fatto intervistare da Scalfari.
Ma se le cose stanno così, se cioè Scalfari è un falsario – o ha una memoria così così (ci sta, dato che ha 93 anni) -, perché gli viene concesso d’incontrare il Papa per poi costruirci sopra interviste fantasma? Non si farebbe prima a regalargli un registratore, o a chiedere che tutto, come accaduto tante altre volte (gli incontri tra Francesco e Scalfari, assicurano i bene informati, sono oltre una dozzina), rimanga nell’ambito di un colloquio privato? Perché quello del Vaticano che smentisce Scalfari che scrive che Papa Francesco avrebbe smentito l’inferno è già, di suo, un piccolo inferno. Difficile, questo sì, da negare. Ma evitabilissimo.
“Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.” Mt 10, 16