Lo si diceva pochi giorni fa: il migrante, lo straniero o comunque chi abbia origini straniere, è buono a priori e va giustificato a prescindere. La riprova è venuta con la vicenda di cui si scriveva ieri, che ha avuto per protagonista tal Abid Jee, giovane studente di giurisprudenza secondo cui – così ha scritto su Facebook – «lo stupro è un atto peggio ma solo all’inizio, poi la donna diventa calma ed è un rapporto normale». Ora, posto che come si possa studiare diritto zoppicando così in italiano è un mistero, chi credeva che la normalizzazione della violenza sessuale fosse l’ultima parola, sbagliava. Era solo l’inizio.

Il bello si è avuto, sempre su Facebook – la stessa piattaforma dove l’aspirante giurista ha scelto di spiegare ai suoi amici l’equivalenza sostanziale tra abuso e «rapporto normale» – con l’intervento di diversi utenti, immaginiamo di provata fede progressista, i quali anziché limitarsi (sarebbe stato troppo semplice) a commentare come tali le farneticazioni del giovane, si sono dati da fare spiegando che siamo noi, poveri increduli, a non aver capito come in realtà stanno le cose. «Non ha detto nulla di sbagliato, a livello biologico ha ragione», si è per esempio affrettato a precisare A.B., utente sui cui profilo, ieri, campeggiava il simbolo di un partito caso: il Pd.

«Diciamo che hanno imparato a comportarsi come tanti italiani che possiamo rimandare da nessuna parte» ha invece commentato A.R., alla quale si potrebbero segnalare le statistiche sulla violenza sessuale, che segnano una distanza notevole tra italiani e stranieri, ma siamo certi che costei risponderebbe che, se è così, è perché alcuni possono pagarsi buoni avvocati, altri meno. Il progressista medio, infatti, pur di non ammettere i risvolti meno piacevoli, per usare un eufemismo, dell’immigrazione, è disposto a tutto. Pure negare non solo gli stupri commessi dagli stranieri, ma la stessa possibilità che la violenza sessuale possa esistere.

L’argomento – ardito solo per noi, poveri populisti – è stato espresso compiutamente da tale G.G., il quale si è spinto a dichiarare inventato quanto accaduto a Rimini nei giorni scorsi: «Gli stupri sono una bufala inventata dai giornalisti figli di papà per gettar fango sui migranti, per prima cosa dormire in spiaggia è vitato dalla legge inoltre lo stupro non può avvenire se la donna non vuole, credo diventi solo uno stress per l’uomo che perde ogni libido, pertanto gli stupri son delle scuse per nascondere problemi personali». Che dire?

Un ragionamento che non fa una grinza e principia, come ciascuno può constatare, dall’assunto secondo cui il cosiddetto migrante e più in generale l’immigrato, in quanto tale, è già in odore di santità. Egli non può delinquere, manco se vuole: gli è antropologicamente precluso, perché irradia innocenza. Siamo semmai noi cattivoni a inventarci di sana pianta piccoli reati – come lo stupro – per tentare di incastrarlo e rovinargli la reputazione. Ora, a parte una risata amarissima, ciò che segue da questa panoramica è la necessità di correggere il Goya. Perché il sonno della ragione non genera mostri, ma progressisti. Sempre che cambi qualcosa.

Giuliano Guzzo

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