«Lo stupro è un atto peggio ma solo all’inizio, poi la donna diventa calma ed è un rapporto normale». Detta teorizzazione dello stupro quale gesto nella norma ha per autore tale Abid Jee, 24 anni, di Crotone ma residente a Bologna dove – secondo quanto riferisce la sua pagina Facebook – studia Giurisprudenza e presta servizio come «mediatore culturale e operatore sociale» presso Cooperativa Lai-momo, effettivamente attiva sul territorio bolognese su temi quali immigrazione e istruzione.
La notizia è stata data diffusa in queste ore e, anche se la Cooperativa in questione spiega di non poter subito verificare la collaborazione con questo soggetto, è dura pensare ad una bufala. Primo per la fonte che ha dato questa notizia (non qualche bufalaro in camicia nera né qualche misterioso «odiatore», ma Il Resto del Carlino), secondo per i followers, pare oltre 250, che avrebbe il profilo di questo soggetto, di origine parrebbe proprio straniera; con così tanti “seguaci”, infatti, difficile pensare a un profilo falso e creato uno o due giorni fa. Dunque?
Dunque attendiamo le verifiche sul clamoroso episodio. Che, risultasse come appare, metterebbe non poco in crisi l’orchestra buonista, sempre pronta a dire che chi non è italiano non stupra di più, cosa in realtà già difficile da credere dato che, se da una parte la popolazione straniera non è manco il 10% del totale, dall’altra fra i denunciati e arrestati per violenza sessuale i non italiani sono il 39% (cfr. Demoskopika, 22.10.2016); senza dimenticare l’orrore da poco toccato a Rimini a due turisti polacchi, opera anche qui – pare – di non nostri connazionali. Attendiamo curiosi, insomma, di saperne di più sul prode giurista Abid Jee.
P.S. E’ arrivata, in queste ore, la conferma che A.J. è una persona reale. Lo ammette la cooperativa stessa, che in un comunicato spiega: «In merito al commento sulla pagina Facebook del ‘Resto del Carlino’ concernente i gravissimi fatti di Rimini, abbiamo verificato e confermiamo che si tratta del profilo Facebook di un nostro dipendente. Ribadiamo la nostra ferma condanna delle affermazioni contenute in questo post, in quanto profondamente contrarie ai principi che sono alla base del nostro pensiero e del nostro modo di lavorare. Stiamo prendendo tutti i provvedimenti necessari e confidiamo di potervi aggiornare in merito al più presto» (FONTE ANSA®).
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Pingback: “Lo stupro? Un rapporto normale” | IxR
“… poi la donna diventa calma ed è un rapporto normale…”
Non so se la frase debba essere contestualizzata o altro… Se le cose sono come paiono certamente tale Abid Jee deve essere un benemerito coglione o deve avere le idee perlomeno confuse circa improbabili effetti “calmanti” che si dovrebbero instaurare durante uno stupro.
Dal che si deduce che per il signor Abid e chi la pensa come lui (possiamo pensare che sia una così rara mosca bianca?), dovesse capitare, lo stuprare una donna non sarebbe poi un grosso problema…
Tanto poi “si calma” e magari le piace pure! 😐 😦
Questa persona dovrebbe essere subito sollevata dal suo incarico di mediatore culturale proprio perche’ e’ lui stesso che ha bisogno di essere ancora aiutato a capire le nostre leggi per non parlare dei diritti delle donne!!!
Qui poi non è questione né di leggi, né di “diritti”… (forse che dovrebbe essere un diritto scritto quello di non essere stuprate).
E’ l’ABC del rapporto tra esseri umani.
Presumo sia arabo-islamico, per cui ha affermato ciò che pensa la quasi totalità degli uomini musulmani. Ma attenzione, lo pensano solo se la vittima dello stupro è una donna bianca e cristiana.
Credo che definire “benemerito coglione” questo tizio sia come definire “balordi” (così si è espresso uno dei giornalisti, credo fosse una “lei”, che ha riferito dei fatti di Rimini).
A me pare che costui sia un criminale. Teorizzare la “normalità” dello “stupro” e certamente diverso dal compierlo di fatto, ma forse non poi così tanto; anche perchè una tale bestialità (sia lo stupro che, la sua “giustificazione” come atto sessuale normale) può funzionare da “istigazione” nella mente, altrettanto malata rispetto a quella di questo signore, di tante altri squilibrati.
Se il tizio è “malato”, allora andrebbe curato e, nel frattempo, messo fin da subito nelle condizioni di non nuocere. Se invece si tratta di affermazione derivante semplicemente dalla sua “cultura”, credo che bisognerebbe chiedere ai tanti bempensanti che riempiono le nostre città, se credono possa mai integrarsi in Italia, in Europa, qualcuno che la pensa così.
“Credo che definire “benemerito coglione” questo tizio sia come definire “balordi” (così si è espresso uno dei giornalisti, credo fosse una “lei”, che ha riferito dei fatti di Rimini)”
Buongiorno Stefano,
temo che l’edulcorazione ipocrita dei termini debba molto all’etnia dei responsabili e del commento e della violenza di Rimini.
A parti inverse, penso si sarebbero impiegate ben altre parole. Basti pensare al liquame con cui venne a suo tempo coperto Donald Trump, per via di una battuta veritiera.
Come del resto arguisci anche tu, molto attiene la cultura di provenienza di simili individui. Sono pur sempre i nipoti degli appartenenti al Corpo di spedizione francese, responsabili delle violenze sulle donne (e sugli uomini, anche!) del Centro Italia durante l’ultimo conflitto mondiale.
Non che non esistano stupratori cristiani e caucasici; ma almeno non si perdono in un simile giustificazionismo peloso, che poi altro non è che chiamare “bene” il male…
Al di là di tutto, anche dell’ovvia presa di distanza della cooperativa, dev’essere proprio convinto di quello che ha scritto, codesto individuo!
A questo punto sarebbe interessante sapere:
– in quale discarica esistenziale sia andato a pescare questa credenza?
– chi come e perché gli ha fornito tale informazione (qualche vittima o qualche carnefice?),
– se è un frutto avvelenato di inconfessabili fantasie erotiche, perché l’ha scritto?
– se è frutto di esperienza personale (magari come oggetto dello “stupro calmante”) 😐