Adesso che per Charlie Gard, il bambino inglese colpito da malattia rarissima a cui i medici intendono «nel suo interesse» riservare l’eutanasia, sembra non esservi più nulla da fare, dopo che persino i battaglieri genitori – informati della compromissione muscolare, che parrebbe troppo avanzata per ogni tentativo di cura – sembrano arresi; adesso, insomma, che il caso che ha commosso ma soprattutto mosso il mondo, da Papa Francesco a Donald Trump, pare volgere davvero al termine, il problema è proteggerlo. Ma non Charlie, bensì l’orso. Più precisamente, il riferimento è a KJ2, l’orsa che in Trentino, secondo le prime ricostruzioni, si è resa responsabile dell’aggressione a un uomo finito all’ospedale e che sarebbe entrata in azione, in modo del tutto simile, già nel luglio 2015.

Morale della favola: sull’orsa, ora, pendono due ordini di cattura. Che c’entra tutto questo con Charlie? C’entra, eccome. Infatti, nelle stesse ore che vedono la sorte del piccolo britannico segnata, migliaia di persone si stanno mobilitando, con petizioni on line e non solo, per intimare alla Provincia di Trento di non sfiorare l’orsa violenta. Non solo: nel fronte animalista, alcuni dubitano perfino della versione offerta dall’uomo aggredito sabato scorso, affermando che l’attuale ricostruzione avrebbe «dei lati oscuri» ed è invece probabile che l’orso abbia «cercato dapprima di dissuadere l’uomo dall’avvicinarsi, mettendo in atto tutti gli accorgimenti di dissuasione, poi avrebbe dato un avviso con un falso attacco, in quanto un vero attacco da parte di un orso avrebbe lasciato conseguenze letali».

Ma sicuro: chi può dubitare che un animale aggredisca l’uomo solo dopo aver messo educatamente «in atto tutti gli accorgimenti di dissuasione»? Battute a parte, è difficile non rimanere colpiti dalla pietà che, se da una parte viene indirizzata da alcuni a un orso responsabile di aggressioni, dall’altra non tutti provano per un essere umano reo solo, si fa per dire, di non essere sano. Un animale probabilmente colpevole rischia così, alla fine, di godere di una difesa più efficace di quella di un bambino sicuramente innocente. Negli stessi giorni e nella stessa Europa, sempre più simile a un palcoscenico dell’assurdo. Al punto che viene quasi il dubbio che Chris e Connie, per non perdere tempo prezioso per le cure del loro piccolo, avrebbero fatto meglio a far presente a tutti che eliminare Charlie avrebbe significato togliere il miglior amico a un orso. Che è di peluche, ma difficilmente l’opinione pubblica si sarebbe fermata a sottilizzare.

Giuliano Guzzo

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