Nel leggere l’intervento del responsabile HuffPost Queer Voices, che – a commento dalle polemiche per la pubblicazione della Guida al sesso anale su Teen Vogue – ha sostenuto che «tutti i teenager, Lgbtq e non, dovrebbero essere informati sul sesso anale», mi sono chiesto: come rispondere? Non tanto a costui, evidentemente, dal momento dubito esistano argomenti convincenti per chi arriva quasi a tessere l’apologia di prenderlo in quel posto, bensì a una cultura tanto disorientata e orfana di valori quale la nostra, giorno dopo giorno, si dimostra di essere. Come replicare, dunque, a tanto vuoto?
La sola risposta che sono arrivato a darmi, in realtà, è piuttosto elementare: si tratta di tornare a educare. Per farlo è tuttavia necessario, prima, ricuperare quegli strumenti formativi indispensabili che, ultimamente, suonano più anacronistici che mai. Mi riferisco a quelle parole oggi sconvenienti, declassate quasi a parolacce, al punto che gli stessi educatori vintage le maneggiano timorosi: «fedeltà», «indissolubilità», «onore», «dignità», «purezza»,«ordine», «responsabilità», «castità», «sacrificio», «pudore», «dono». Tutti termini – ma pure princìpii – che secondo me dobbiamo tornare urgentemente a spolverare. Con coraggio, chiaramente.
Ma anche con la convinzione che, se da una parte agli esaltatori della pratica anale dette parole sortiranno probabilmente poco effetto, dall’altra faranno comunque un gran bene a quella parte di società – che tutt’ora è la grandissima parte – la quale, pur avvertendo il fetore dilagante, tentenna non sapendo come cavarsela e da dove ricominciare. E non si rende conto che il primo passo per sovvertire il regno del politicamente corretto e arrestare un surreale ma quotidiano processo di degrado, sta proprio nella riscoperta delle vituperate parolacce. Meglio difatti sembrare fuori dal mondo per avere ancora certi valori, che essere fuori di testa per non averli più.
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Assolutamente d’accordo con i termini da rispolverare indicati nell’articolo, divenuti obsoleti a causa del nichilismo che dilaga nelle società occidentali.
Il sesso anale è una pratica abominevole e assolutamente controindicata per ragioni di igiene, e non meno lo è il sesso orale, soprattutto la fellatio, una pratica quest’ultima che in tempi normali era un’esclusiva di chi praticava il meretricio. Oggi invece che viviamo in tempi tutt’altro che normali, la fellatio viene praticata dalla maggior parte delle donne, in nome dell’egualitarismo più assoluto e della non più distinzione tra “puttane e spose”.
Riviste come Teen Vogue, che spingono gli adolescenti a fare sesso in età immatura e senza limiti, e compiono su di loro un vero e proprio bombardamento alle loro fragili menti, in un mondo normale verrebbero soppresse.
È in atto un processo di normalizzazione, si vuole far apparire normale ciò che non lo è. Ricordo che nel rapporto conosciuto come Jaffe report uno dei passaggi per far accettare aborto, contraccezione e omosessualità ( con la finalità di ridurre la popolazione) età l’educazione coattiva dei bambini.