Il pensiero degli altri, sulla vita come sui libri, non sarà tutto, ma non è neppure nulla. Per questo ho deciso di raccogliere i commenti di alcuni dei fortunatamente non pochi lettori di Cavalieri e principesse (Cantagalli, 2017). Per dare modo a chi non lo avesse ancora ordinato in libreria di stabilire se ne valga davvero la pena o, almeno, di farsi un’idea.
«Un passo gigantesco oltre la sociologia» (Tempi)
«Bellissimo libro» (Silvana de Mari, medico e scrittrice)
«San Pasquale Baylonne protettore delle donne, oggi è il tuo giorno e questa è la settimana in cui ho scoperto un paio di tuoi collaboratori. Uno è Giuliano Guzzo che in “Cavalieri e principesse” descrive le numerose ricerche sulla differenza sessuale» (Camillo Langone, scrittore e giornalista)
«Un libro di cui ho apprezzato molto l’ironia» (S.E. Mons. Luigi Negri)
«È grazie alla raccolta di una mole impressionante di dati (storici, biologici, psicologici, sociologici) che il giovane sociologo arriva a posare un importantissimo mattone nella ricostruzione di quell’edificio misterioso che è la differenza dei sessi. Antonio Rosmini affermava l’esistenza di una carità intellettuale, a cui spetta di “custodire in modo preclaro, contemplare e indagare la verità, ed essere ottima ed instancabile promotrice della cognizione della verità fra gli uomini”. Cavalieri e principesse, nel suo sforzo di indagare e approfondire le verità di sempre, è una salutare opera di carità» (Blog di Costanza Miriano)
«Sfizioso. Sfizioso nel senso più frizzante e saporito del termine! Questa la prima parola quando ho chiuso soddisfatta e sorridente il testo Cavalieri e principesse. Se c’è un modo per sopravvivere alla cultura dello “smantellamento risolutivo” è il coraggio di contemplarsi con meraviglia primordiale, ed è esattamente ciò che ho provato scorrendo queste pagine: parlando di donne e di uomini, di rosa e azzurro, bambole e camioncini, ho ripercorso il valore della mia identità femminile anche come deficitaria poiché, giustamente e naturalmente, incapace di poter dire tutto su tutta la complessità maschile e per questo così ad essa vicina nella lontananza. Mediante lo svisceramento documentato di dati comprovati, puntualmente precisati all’interno delle argomentazioni, frasi parlano di quotidianità rendendo partecipe giocoforza qualsiasi lettore. Avanzano, più o meno esplicitamente, sbriciolando travi portanti delle nostre case, continui stimoli alla neutralizzazione spersonalizzante dei tratti unici che rendendo ciascun membro della comunità umana tanto uguale quanto diverso dai suoi simili e lo sforzo necessario per tollerare l’eterogeneo è a tal punto compromettente da implodere nella codardia dell’indeterminato definito; idoneità post-annichilimento è il cartellino da timbrare ogni mattina dopo il caffè. «Non è possibile pensare la separazione senza pensare l’unità» è l’invito provocatorio dell’autore a scomporci per comprometterci nella domanda sulla nostra persona, sulla nostra identità, forgiando il dissimile ad accettare l’uguale nel particolare specifico distinguibile. Ciascun capitolo è una lode al coraggio di vedere il “dono” della differenza per ciò che è, nel valore reciproco dei suoi membri: occasione feconda» (Giulia Bovassi, bioeticista)
«Guzzo è certamente cattolico. Ma chi leggesse solo “Cavalieri e Principesse” non se ne accorgerebbe; perché il suo libro non tocca in nessun modo gli aspetti religiosi dell’essere uomo o donna, o gli eventuali input che il mondo della fede, qualunque fede, potrebbe dare alla discussione. La regina dei giochi – e dei ragionamenti – è la scienza» (Marco Tosatti, giornalista e scrittore)
«L’ho letto subito ed è stato come accendere la luce in una stanza in penombra, e vedere tutto con più chiarezza» (Enzo Pennetta, biologo e docente di scienze naturali)
«Un saggio di altissimo valore scientifico, scritto con un linguaggio elegante ma non pesante. Giuliano Guzzo ha svolto una chiarificazione che molti cattedratici, anche quelli di matrice cattolica, non hanno saputo o voluto produrre. Chi vorrà sostenere che maschile e femminile sono universi artificialmente costruiti senza alcuna radice nella biologia e che il mondo che avrà eliminato ogni distinzione nei ruoli, comportamenti, attività e attributi maschili e femminili sarà un mondo migliore, si accomodi pure, purché faccia molto meglio di quanto fino ad ora prodotto; Giuliano Guzzo ha fissato l’asticella molto in alto» (Renzo Puccetti, medico e docente universitario)
«Pagina dopo pagina, Giuliano Guzzo sorprende e cattura il lettore» (NotizieProVita)
«Cavalieri e principesse è un vademecum essenziale per chiunque voglia risvegliare le coscienze e le intelligenze nei suoi luoghi quotidiani: parenti, amici, colleghi, conoscenti. Fornisce dati e argomenti convincenti, e dunque vincenti» (Filippo Savarese, Campaign Director CitizenGo Italia)
«Un libro che sfata le mitologie gender» (Radio Vaticana)
«Sono di una generazione che ha guardato sempre con sospetto la categoria dei “sociologi” in un periodo storico che era pericoloso definirsi cristiani e democristiani, cosi non mi sono mai soffermato a considerare tale Giuliano Guzzo, bensì solo un ottimo giornalista e talvolta un poeta. Stamattina ho riletto il suo ultimo libro “Cavalieri e Principesse” per essere sicuro delle emozioni che la lettura ha lasciato dentro me. Ebbene lo si legge tutto di un fiato come un giallo, dov’è fin dalle prime pagine sai dove ti porta l’Autore, ma vai avanti con la voglia di scoprire come e perché sia così. Poi però se riapri libro, ti rendi conto nella quantità di riferimenti storici e bibliografici che contiene e della capacità di Giuliano di istruirti e della sua “fatica” nel comporlo. Si, è proprio un bel libro da leggere e meditare, in un momento storico dove la moda è mettere tutto in confusione, Giuliano Guzzo riesce a rimettere in ordine l’evidenza storica, culturale, antropologica e religiosa del genere umano» (Ettore Palma, medico e docente universitario)
«Il libro che ha messo in crisi l’ideologia gender in Italia» (La Voce di Ferrara-Comacchio)
«Cavalieri e principesse si prefigge un obiettivo a dir poco ostico: raccontare (e dimostrare) l’incontrovertibile differenza tra uomini e donne. La bibliografia del saggio è piuttosto corposa» (Sul Romanzo)
«Un’indagine arricchita da validi supporti bibliografici» (Il Giornale di Vicenza)
«Guzzo disseziona la difficile materia della differenza di genere (una volta si diceva semplicemente sesso, poi il puritanesimo progressista ha imposto la neo-lingua) […] Il suo approccio non è tuttavia quello di un fanatico, di un militante della fede, di un baciapile: troppo serio, troppo sociologo, e soprattutto troppo pignolo per non ricorrere a ogni tipo di argomento fattualmente dimostrabile, per abbassarsi a crociato ideologico brandendo la religione come dogma. Guzzo tenta un’operazione molto più fine: provare che i vecchi cari luoghi comuni sulle distinzioni fra maschietti e femminucce hanno solide basi scientifiche, agendo nello stesso campo, laicamente empirico, degli “avversari” […] Tutto uno spettro di esperienze di cui quotidianamente facciamo esperienza viene analizzato alluvionando il lettore di studi da ogni parte del globo, documentando tutto il documentabile, esibendo pezze d’appoggio secondo il più classico dei metodi moderni, quello positivista delle evidenze sperimentali. Forse anche troppo: il precisissimo e precisino Guzzo si premura ad ogni capitolo di controbattere in anticipo ogni possibile contestazione […] Quel che ne esce è un dossier di grande rigore, ricco di esempi, spunti, dati» (Alessio Mannino, giornalista e direttore di Vvox)
«Proprio un bel libro: scorrevole nella lettura, convincente nelle argomentazioni e con un supporto bibliografico impressionante» (Agostino Tommaselli, scrittore)
«“Cavalieri e Principesse” affronta una tematica molto importante: quella delle diversità e delle uguaglianze tra uomini e donne. L’autore, da fine sociologo, tratta questo tema in maniera eccellente, portando un’analisi priva di banalità ed avvalorata da numerosi dati scientifici» (Secolo Trentino)
«Tanti ancora pensano che le differenze tra uomo e donna siano anzitutto naturali, ma pochi ormai osano dirlo. Questo libro lo fa e lo dimostra, facendo piazza pulita di miti e leggende del politicamente corretto. Giuliano Guzzo porta montagne di prove a difesa del senso comune» (Libertaepersona)
«‘Cavalieri e principesse’ è una lettura che consiglio anche a chi sostiene posizioni ideologicamente differenti rispetto a quelle trattate da Giuliano Guzzo nel suo saggio. Da apprezzare la volontà dell’autore di supportare le sue argomentazioni con riferimenti a studi condotti sul tema approfondito nel testo» (Elena Spadiliero, editor)
«L’ho divorato. Bellissimo» (Roberto Marchesini, psicologo e psicoterapeuta)
«Un lavoro frutto di tre anni di ricerche che contrasta l’offensiva gender proprio sul piano culturale e scientifico. E il titolo, nella sua “innocenza”, è quasi provocatorio: cavalieri e principesse sono figure odiatissime dai sostenitori della “neutralità” sessuale in quanto considerate stereotipi da combattere senza pietà perché fonte di discriminazione. Giuliano Guzzo è consapevole che il suo libro non piacerà ai “colonizzatori del pensiero unico”; proprio per questo merita un plauso, per aver avuto il coraggio di andare controcorrente e di spiegare le ragioni di una cosa ovvia fin dall’inizio dell’umanità, ma che oggi non appare più così scontata» (InTerris)
«Una nuova bocciatura per la cosiddetta ideologia gender» (Aleteia)
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Complimenti. Soprattutto la citazione di Pennetta mi ha convinto a comprarlo.
Grazie!!
Sono contenta per te, Giuliano
L’ha ribloggato su Kairose ha commentato:
Quello che “Cavalieri e principesse” mi ha lasciato, grazie all’autore Giuliano Guzzo per questo suo lavoro del quale consiglio la lettura!
«Sfizioso. Sfizioso nel senso più frizzante e saporito del termine! Questa la prima parola quando ho chiuso soddisfatta e sorridente il testo Cavalieri e principesse. Se c’è un modo per sopravvivere alla cultura dello “smantellamento risolutivo” è il coraggio di contemplarsi con meraviglia primordiale, ed è esattamente ciò che ho provato scorrendo queste pagine: parlando di donne e di uomini, di rosa e azzurro, bambole e camioncini, ho ripercorso il valore della mia identità femminile anche come deficitaria poiché, giustamente e naturalmente, incapace di poter dire tutto su tutta la complessità maschile e per questo così ad essa vicina nella lontananza. Mediante lo svisceramento documentato di dati comprovati, puntualmente precisati all’interno delle argomentazioni, frasi parlano di quotidianità rendendo partecipe giocoforza qualsiasi lettore. Avanzano, più o meno esplicitamente, sbriciolando travi portanti delle nostre case, continui stimoli alla neutralizzazione spersonalizzante dei tratti unici che rendendo ciascun membro della comunità umana tanto uguale quanto diverso dai suoi simili e lo sforzo necessario per tollerare l’eterogeneo è a tal punto compromettente da implodere nella codardia dell’indeterminato definito; idoneità post-annichilimento è il cartellino da timbrare ogni mattina dopo il caffè. «Non è possibile pensare la separazione senza pensare l’unità» è l’invito provocatorio dell’autore a scomporci per comprometterci nella domanda sulla nostra persona, sulla nostra identità, forgiando il dissimile ad accettare l’uguale nel particolare specifico distinguibile. Ciascun capitolo è una lode al coraggio di vedere il “dono” della differenza per ciò che è, nel valore reciproco dei suoi membri: occasione feconda» (Giulia Bovassi, bioeticista)
E bravo Giuliano, un’altra meritata è importante soddisfazione!!!!
Grazieeeee 🙂
che bello,lo vorrei proprio leggere!