Che cosa si prova esattamente a farsi raccontare bugie e a far finta di nulla, anzi persino a ringraziare chi in buona sostanza mente sapendo di mentire? Me lo chiedo ma soprattutto, come penso molti altri, lo vorrei chiedere a Marco Tarquinio, direttore di Avvenire il quale, rispondendo ad una lettera inviatagli da Valeria Fedeli, Ministro dell’Istruzione, ha appunto ringraziato per la «lineare chiarezza» dell’intervento anziché controreplicare con la domanda a cui chiunque, al suo posto, avrebbe pensato: scusi, Ministro, perché ci prende in giro? Sì, perché la lettera che il Ministro Fedeli ha inviato ad Avvenire contiene non una, ma almeno tre spudorate menzogne dinnanzi alle quali Tarquinio non batte ciglio.
La prima riguarda il presunto rafforzamento degli organi collegiali da parte della “Buona Scuola”, mentre pure i sassi sanno che la vera svolta di questa contestatissima riforma sta nelle responsabilità, ma soprattutto negli enormi poteri conferiti ai dirigenti scolastici. Una seconda, clamorosa balla che il direttore di Avvenire, chissà perché, non avverte il bisogno di correggere e che Fedeli serve con nonchalance è quella secondo cui «negli stereotipi di genere si annida il primo germe della violenza maschile contro le donne», quando è proprio nei Paesi del nord Europa che più si sono impegnati a decostruire questi benedetti stereotipi che la violenza maschile contro le donne risulta fuori controllo.
Si pensi alla Svezia, paradiso della “parità di genere” tanto da divenire, nel 1994, il primo Paese in assoluto con metà Parlamento composta da donne; ebbene in Svezia le violenze sessuali, dal 1975 al 2014, con cresciute in modo agghiacciante: +1.472%. Ma andiamo avanti. Come se non bastasse – bugia numero tre – il Ministro Fedeli ha pure scritto ad Avvenire di non aver «mai fatto riferimento a una supposta “teoria gender”», dopo che pochi giorni fa aveva espressamente dichiarato al primo quotidiano d’Italia d’essere criticata perché «schierata contro, per aver difeso la teoria del gender ed evidentemente non possono accettare che mi occupi di scuola» (Corriere della Sera, 14.12.2016). Un giornalista normale, a questo punto, avrebbe perso la pazienza. Di brutto.
E invece Tarquinio che fa? Non solo ringrazia la Fedeli dopo essere stato platealmente preso per il naso, ma lascia intendere di credere alle rassicurazioni del Ministro sul fatto che lei, il gender, neppure sa che sia. Ora, chi legge Avvenire sa quanto il giornale abbia fatto, per decenni, prendendo posizioni coraggiose e sa pure quali penne di valore a tutt’oggi abbia, specie quando affronta i temi etici. Tuttavia, la posizione del suo direttore nei confronti del Ministro appare incomprensibilmente tenera. O forse no, una spiegazione c’è, e la offre a ben vedere Tarquinio stesso quando scrive che quella del Ministro è «una risposta non solo e non tanto a me». Giusto, perché lui aveva già tutto galantinianamente chiaro su come ci si debba mostrare verso un esponente del governo in carica. Fedeli alla linea.
Non concordo per nulla con la sua lettura del fatto, che anzi critico decisamente perchè “semina zizzania”, anzichè disporre ad una leale e valutazione dei fatti che verranno dalla Fedeli. Fuori luogo anche la “dietrologia” sulla risposta di Tarquinio. Innescare una “contrapposizione” sul nulla, rischia la meschinità, o peggio la “partigianeria”. Siamo proprio così? MRP
“una leale e valutazione dei fatti che verranno dalla Fedeli”??
Perché lei si aspetta qualcosa di buono?
Si rischia l’ingenutà, o peggio la dabbenaggine… (speriamo non essere prorpio così).
Si, siamo così codardi e spesso solo pronti a genufletterci al potere. Siamo così e pure peggio. La vicenda perfettamente inquadrata da Giuliano lo dimostra completamente.
Ma perché disporsi “ad una leale valutazione dei fatti che verranno dalla Fedeli” e non fare intanto una leale valutazione di quello che costei ha già fatto e detto? Serve ancora altro per capire quale è la sua visione, quali sono le sue priorità?
E basta con ‘sta storia della zizzania! Se vi va bene essere ciechi, sordi e, soprattutto, muti, padroni di esserlo. Ma non tacciate chi invece prova a non esserlo di non amare la Chiesa e la sua unità.
Concordo completamente. Ho letto moltissime risposte di Tarquinio alle lettere a lui dirette ed ho notato che, quando vuole, non lascia passare una virgola di quello che dice (o non dice) l’interlocutore. Qui si è dimostrato di un’ingenuità che non è da lui. Già la risposta a chi contestava la Fedeli pochi giorni fa era molto discutibile (quando leggi nocive saranno introdotte nella scuola, sai cosa gliene fregherà delle critiche ritardatarie di Avvenire), ora questo sdoganamento non può che far porre la domanda: perché? E la risposta alla tanta ‘ingenuità’ mostrata dal direttore di un giornale che sul gender ha pubblicato articoli su articoli (un intero dossier) non può che essere: ordini dall’alto. Ieri sera gli ho scritto, non per essere pubblicato ma per fargli sapere che, come Totò, ccà nisciuno è fesso.
La mia impressione invece è che Tarquinio ha voluto ripagare con la stessa moneta la Fedeli.
Rispondendo che la parità dei sessi si intende come parità di dignità e si valorizza nella diversità.
Oggi il direttore pubblica due lettere che gli danno ragione e ti danno ragione e tira le nostre orecchie. Il problema è che se si usa la neolingua che impone che sesso e genere siano due cose distinte e/o distinguibili si cede il passo e la frittata è fatta! E’ quell’assunto ad essere ascientifico e ontologicamente nullo e come tale non va accettato, mai!
La seconda è solo in parte consenziente. In teoria si dà fiducia al ministro, però si va dritti al punto sul quale si vedrà come stanno le cose. Come si dice in Romagna, le patacche stanno in poco posto: cara Fedeli, facci vedere come interpreti il comma 16. Il comma 16 è fumoso, dice tutto e il contrario di tutto, per questo si stanno aspettando, ormai da troppo tempo, le linee guida. Il Forum praticamente manda a dire al ministro che o si decide ad emanare delle linee guida per il verso o sarà guerra.
La prima lettera sembra più consenziente e mi sembra strano: forse Forza Italia sta aspettando il ministro al varco sulla libertà di scelta educativa, sospettando che il ministro abbia ben altre intenzioni.
FI in effetti è ballerina su questo punto. Attendiamo.
Capisco e concordo con te ministrel
Si sta discutendo in punta di penna e mi sembra assurdo…..Quale credibilità può meritare un ministro che falsifica il suo curriculum…..con quale coraggio si presenta agli studenti italiani una persona senza titoli sbugiardata dai fatti…..Con quale coraggio si può dare credito ad un governo che più di ogni altro ha demolito il concetto cattolico e naturale di famiglia la cui ultima proposta è ritenere la fedeltà coniugale un retaggio superato…….ma per favore
Concordo con Guzzo e penso che la lineare chiarezza stia proprio nelle sue parole. Che analizzano con precisione quanto sta avvenendo. Del resto come spiegare la scelta della Fedeli (che non si è mai occupata di scuola e di Università nemmeno come allieva) come Ministro della Pubblica Istruzione se non per le sue posizioni sul genere?