Fatico molto a capire che cosa sia il rispetto per la donna – il rispetto, per come lo vedo io, non ha sesso né graduatorie – ma dato che se ne parla tanto, vorrei capire. Più precisamente vorrei capire se è ammissibile che delle donne siano aggredite come lo sono state, nelle scorse ore, la scrittrice Costanza Miriano e l’ex ministro Giorgia Meloni; la prima, ad una puntata di In Onda, s’è ritrovata a ricordare a cinque uomini ben poco cavalieri, per usare un eufemismo, una verità stranamente divenuta mostruosa (il diritto di ogni bambino a papà e mamma), la seconda, dopo aver annunciato la gravidanza al Family Day, è divenuta bersaglio di battutine e insulti a sfondo sessuale al punto che pure all’Huffington Post si son accorti che qualcosa non va.
Un problema infatti esiste ed è che, a forza di riempirsi la bocca di diritti, molti – troppi – si son scordati che al mondo esistono anche dei doveri: primo fra questi, il rispetto. Che per me, lo ribadisco, è imperativo universale che non solo deve valere verso quanti la pensano diversamente, ma soprattutto per costoro: altrimenti è rispetto a costo zero, e sono capaci tutti. A maggior ragione, però, alla luce del fatto che le donne sono comunemente ritenute più esposte a violenza e per questo meritevoli di tutele rafforzate, mi chiedo come si possa tollerare il quasi linciaggio catodico di una pur battagliera scrittrice e un’alluvione di violenza social, in assoluto la più vigliacca, contro una parlamentare rea di non essere al guinzaglio del politicamente corretto.
A voi tutto questo non lascia perplessi? Suvvia, pensateci un momento: la questione è seria. Non trovate terribilmente ipocrita tutta quella panna montata, quel frastuono senonoraquandista, quel voler tassativamente e solennemente rieducare l’uomo maschio – oggi, ahinoi, tocca specificare –, quasi fosse per natura un gorilla, salvo poi lasciarlo libero di azzannare ogni donna, se questa ha la colpa di non essere omologata al Pensiero Unico? Non fa un po’ impressione osservare quanto sia breve e volatile ogni proposito di ammodernamento del Paese dal momento che basta essere cattoliche o di destra o anche solo tenere spavaldamente il cervello ancora acceso e i riguardi che hanno tutte le altre donne, beh, te le scordi? A me sì. Anzi, mi fa proprio schifo, se devo dirla tutta.
giulianoguzzo.com
Puntata quella di “fuori onda” indegna di essere assimilata a qualsivoglia cosa possa essere definita “giornalismo”.
5 uomini schierati, fisicamente e nel pensiero, contro un’unica donna.
(ma sarebbe stata ugualmente indegna con 5 donne contro un unico uomo)
E un 6° (Sgarbi, apparentemente di sostegno alla Miriano) per metter tutto in burla o mandare tutto in vacca, se si preferisce.
I conduttori due “macchiette”, che come in una discussione da bar, andavano a ruota libera, senza dati, senza una qual si voglia logica nelle domande, che potevano anche essere di critica, non c’è dubbio, ma non saltare di palo in frasca, dall’argomento in oggetto, al fascismo, alla richiesta di giudizi di ordine morale, tutto con un incalzare che dava un sola chiara lettura: “riusciremo a farle lo sgambetto e a farla cadere!”
Ma non è caduta…
E per chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale, i “conduttori” hanno fatto la figura dei fessi… non c’è appellativo invece se si volesse dare la cifra del loro “esser giornalisti”.
L’ha ribloggato su Organone ha commentato:
Giusto per ribadire che, se non si cambia prima la nostra “cultura”, non ci sarà alcun reale progresso (dato che cambiamento – è bene ricordarlo – non è affatto sinonimo di miglioramento).
“Siete dalla parte sbagliata storia”. “La famiglia “naturale” è solo fuffa”.
Così mi hanno detto, in riferimento al Family Day, due simpatizzanti dei movimenti LGBT (ovviamente di sinistra, anzi: fieramente comunista il primo) con cui ho avuto sul web una discussione abbastanza accesa riguardo alle unioni “civili”.
Non ho risposto al primo perché non ne valeva la pena (rispondere a uno che fa un’affermazione del genere è come voler lavare la testa all’asino), ma avrei voluto ricordargli che Gesù Cristo è il Signore della Storia, pertanto la Chiesa non teme la Storia, non teme le “mode” del mondo, tanto più se queste mode si chiamano “diritti” delle coppie omosessuali. Al secondo, invece, ho risposto in questo modo: se la famiglia naturale è solo fuffa, la famiglia omogenitoriale allora cos’è? Come minimo, fuffa alla decima potenza!
Questo mio post, è vero, non c’entra direttamente con l’argomento del presente articolo, ma dà la misura dell’arroventato clima creatosi intorno al ddl Cirinnà.
Basta dichiararsi favorevole alla sola, unica famiglia che può definirsi tale – la famiglia naturale (il termine “famiglia etero” non mi piace, perché presuppone che possa esserci anche una famiglia non etero) – e subito ti danno dell’omofobo, fascista, retrogrado, baciapile, catto-talebano, cattofascio, integralista, sconfitto dalla storia ecc. .
Siamo arrivati a un punto in cui persino le cose più ovvie e scontate – come dire, per l’appunto, che un bambino ha bisogno di una madre e di un padre – sono diventate un tabù, un’autentica bestemmia.