«Avrei desiderato il vero Giubileo dei pellegrini […] Nel ’99, dentro la Chiesa di San Pietro c’erano già i fedeli, non soltanto i fotografi come accaduto stavolta». Non è affatto tenero il commento del regista Ermanno Olmi sull’inaugurazione del Giubileo, tenutasi com’è noto a Roma l’8 dicembre. Il punto è che l’assenza dei pellegrini non si è notata solo «dentro la Chiesa di San Pietro», ma anche in piazza San Pietro: a pochi minuti dall’inizio della cerimonia – stando a più fonti – metà di questa era desolatamente deserta o quasi.
Sembrano essersi così concretizzati i timori che, a questo, nella Capitale circolavano già i giorni precedenti: «Apertura del Giubileo a rischio flop. Sos degli albergatori: gli attacchi a Parigi hanno provocato disdette per l’inaugurazione dell’Anno Santo: -50% di presenze a Roma nei bed & breakfast, -20 in hotel» (LaStampa.it, 6.12.2015). Dinnanzi a questa scarsa partecipazione di pellegrini all’inaugurazione del Giubileo – fenomeno inatteso e quindi sociologicamente interessante – le spiegazioni possibili sono molteplici.
Le più accreditate riguardano da un lato la psicosi terrorismo e, dall’altro, il “ponte” dell’8 dicembre, che potrebbe aver orientato molti aspiranti pellegrini verso altre mete. Ci sono però anche altre due possibili spiegazioni che non escludono quelle poc’anzi ricordate, ma che sarà possibile verificare nei prossimi mesi. La prima concerne il calo, in corso da mesi, del numero medio dei partecipanti alle udienze generali di Papa Francesco, precipitati dagli oltre 51.000 del 2013 ai meno di 15.000 degli ultimi tempi: l’inizio del Giubileo potrebbe aver cioè risentito di questa flessione.
C’è però anche un’ultima spiegazione di respiro più generale, vale a dire il progressivo distacco del popolo italiano dalla Chiesa e dalla messa domenicale. Un distacco che – nota lo statistico Roberto Volpi – si era sorprendentemente arrestato proprio «negli anni del pontificato di Benedetto XVI» con la partecipazione alle funzioni «tenuta costantemente oltre il 30 per cento, e mediamente attorno al 32-33 per cento», mentre ultimamente è ripreso toccando «un minimo nel 2014 (per questo 2015 agli sgoccioli occorrerà aspettare la fine del prossimo anno) del 28,8 per cento» (IlFoglio.it, 9.12.2015).
Si tratta di dati che stupiscono non solo, come detto, perché in contrasto con la tendenza registrata in Italia «negli anni di Benedetto XVI», ma anche perché il consenso di cui gode la figura di Papa Francesco, com’è noto, è molto alto; per non parlare, tornando all’inaugurazione del Giubileo, della copertura mediatica che ha avuto l’evento e di cui, in generale, gode appunto il Pontefice argentino. Forse si sta silenziosamente scavando un solco fra la simpatia personale di Papa Francesco da un lato e l’attaccamento effettivo della gente alla pratica religiosa dall’altro, il cui declino continua inarrestabile? Vedremo. In ogni caso un fatto è certo: il Giubileo è iniziato. Ma i pellegrini?
giulianoguzzo.com
Credo che la crisi economica abbia una parte più importante che non la paura di attentati. Una domanda: chi me lo fa fare di svenarmi (in famiglia siamo in 5 e muoversi non è mai economico, specie se hai 3 celiache in famiglia e non puoi mangiare ovunque) per poi infognarmi a Roma, quando il papa stesso ha detto che è sufficiente andare in uno dei santuari locali?
Giusto per pedanteria ricordo che questa possibilità non è stata concessa solo da Papa Francesco, come ci ricordano (erroneamente) ad ogni pie’ sospinto i media, ma era una possibilità presente anche nei precedenti Giubilei (ordinari o straordinari che fossero)… L’indulgenza (plenaria) non è insomma roba per ricchi 🙂
So per esperienza che l’uso delle statistiche da parte di Roberto Volpi va sempre preso con una certa cautela, e questa occasione lo conferma. Volpi sostiene che «negli anni del pontificato di Benedetto XVI la partecipazione si è tenuta costantemente oltre il 30 per cento»; ed è falso, perché già nel 2012 era scesa al 29,8%. La frase, poi, sembra voler dare l’impressione che la partecipazione, al tempo di Benedetto XVI, sia stata costante (e infatti lei, Guzzo, l’ha interpretata così: «[il] distacco […] si era sorprendentemente arrestato»), mentre invece è scesa dal 33,4% del 2006 (il dato del 2005 non è presente nella banca dati dell’Istat) al 29,8% del 2012, come già detto, con un calo medio annuo dello 0,6% (della popolazione totale considerata). Non c’è stato un solo anno del pontificato di Benedetto, tra il 2006 e il 2012, che non abbia visto una diminuzione percentuale della partecipazione (anche se in qualche anno la diminuzione potrebbe non essere stata statisticamente significativa). Volpi poi aggiunge che la partecipazione «è arretrata con Francesco», e poco prima scrive che «Non mi aspettavo che la frequenza della presenza nei luoghi di culto […], anziché risalire, con Francesco fosse ulteriormente scesa». Ma questo è solo parzialmente vero: omette infatti di segnalare che la serie negativa si era interrotta nel 2013, quando dal 29,8% del 2012 si era passati al 30,4%, presumibilmente per effetto della novità rappresentata dal nuovo papa. Nel 2014 il calo è ripreso, con la partecipazione scesa al 28,8%; rispetto al 2012 il calo medio annuo è stato dello 0,5%. Se ne può dedurre che si tratta di un fenomeno di lunga durata e dalle radici profonde, e che gli sforzi del nuovo pontefice non bastano – almeno per ora – a contrastare la disaffezione crescente. (I dati si trovano sul sito http://dati.istat.it/, alla voce Partecipazione sociale > Pratica religiosa.)
Semplicemente non c’e’ mai stato un cosiddetto “effetto Beegoglio”.
Non che questo mi piaccia, beninteso, ma questo serva a capire quanto lecchinaggio ci sia stato e quanta saliva sia stata sparsa dai cosiddetti “normalisti” a tutti i costi.
Non basta parlare di “misericordia” (solo per alcuni) per riportare la gente alla fede, e non basta “bastonare” quelli che vengono considerati ipocriti e approfittatori delle tasse.
Bisogna, come d’altronde disse il Fondatore, sempre la Verita’.
E non edulcorando la pillola con la zuccherosa “teologia in ginocchio” di Kasper che si salvano le anime.
Un piccolo grafico può aiutare a capire cosa sta succedendo veramente:
@ Giuseppe e Giuliano Guzzo: Vi informo che mi sono permesso di riportare il grafico e i commenti annessi di Regalzi, oltre che l’articolo di Guzzo, nel forum cattoliciromani.com (qui: http://www.cattoliciromani.com/12-la-sacrestia-di-quot-cattolici-romani-quot/53715-effetto-francesco-lo-notate-nelle-vostre-parrocchie?p=1533609&viewfull=1#post1533609).
Grazie per la citazione!
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