Ho scritto un libro appositamente per dimostrare, come recita il titolo, che La famiglia è una sola e non intendo ripetere, anche per non abusare della pazienza di chi lo avesse letto, le argomentazioni già proposte in quelle pagine. Una cosa tuttavia mi pare doveroso sottolinearla in questi giorni in cui in Italia s’infiamma il dibattito sulle unioni civili che se approvate rappresenterebbero – nelle intenzioni di quanti le supportano – il sospirato riconoscimento dell’esistenza di “nuove famiglie”. La precisazione è la seguente: l’alternativa alla famiglia impropriamente definita tradizionale non esiste. Mettiamocelo in testa, perché è così.
Dicendo questo, si badi, non s’intende mettere in contrapposizione la coppia composta da un uomo ed una donna sposati con la coppia composta da due uomini e da due donne, perché la famiglia fondata sul matrimonio, anche sorvolando su un aspetto di primaria importanza quale è quello dei figli, è diversa – per stabilità, fecondità, longevità e benessere del partner e una miriade di altre variabili – anche dall’unione di fatto composta da un uomo ed una donna conviventi. Questo può non piacere e apparire agli occhi di qualcuno un inno al regresso, tuttavia è un fatto indiscutibile.
Una ulteriore conferma che le cose stanno esattamente così – e che quindi alla famiglia non esiste alternativa – è sulle pagine del Corriere di oggi, laddove si parla di «Single con figli e coppie non sposate. Le nuove forme di famiglia» (p.9). Infatti, anche se il titolo vorrebbe dire altro includendo acrobaticamente «single con figli e coppie non sposate» non già fra le forme di crisi della famiglia, quali sono, ma per sue nuove espressioni – un po’ come se definissimo una bicicletta senza ruote o senza pedali non una bicicletta incompiuta, ma un nuovo tipo di bicicletta – la sostanza è l’insostituibilità della famiglia.
Insostituibilità della quale la più lampante dimostrazione è la situazione della città di Milano, di cui l’articolo del quotidiano milanese – che sintetizza i contenuti della ricerca della sociologa Francesca Zajczyk – riferisce e dove globalmente, fra il 2003 ed il 2013, tutte le coppie con figli sono percentualmente decresciute dal 27,2 al 22,5%, la tipologia monogenitore con figli ha conosciuto un debolissimo aumento (+0,9%), mentre le cosiddette “famiglie unipersonali”, composte cioè da persone sole che non vivono all’interno di un nucleo familiare, sono «passate dal 38,7% del 2003 al 45,6% del 2013» con «risultati spesso sorprendenti anche per i ricercatori».
Il succo del discorso – succo amaro, per la verità – è che statisticamente l’alternativa vera alla famiglia cosiddetta tradizionale è la “famiglia unipersonale”: ben più delle coppie di fatto di tutti i colori. Ma la “famiglia unipersonale” altro non è che l’etichetta sociologica della solitudine, la prova provata di quello che si sta dicendo, ossia che non esistono – piaccia o meno – nuove famiglie, ma solo modi diversi di descrivere lo stesso scenario. Uno scenario demograficamente terrificante perché ci racconta di una Milano e, più in generale, di un’Italia senza voglia non tanto di matrimonio o figli, ma di futuro. E meraviglia, di fronte ad un dramma simile, che le Istituzioni politiche, arrovellandosi sulle unioni civili, non se ne rendano conto.
giulianoguzzo.com

… lo dice anche Vittorio Sgarbi: https://ovvioedevidente.wordpress.com/2015/10/20/famiglia-il-punto-di-vista-di-vittorio-sgarbi/
«Sì, posso avere una quarantina di figli. Ne ho 4 a San Severino, tutti non riconosciuti. Otto a Salemi, dove sono sindaco». E l’adolescente che le attribuiscono i giudici di Ancona? «La conosco benissimo, a occhio sembrerebbe figlia mia. E’ carina, simpatica. La madre ogni tanto mi chiama, me la porta a vedere. Quando incontro la ragazzina le dico che sarebbe un’ottima suora, così si spaventa e non viene a trovarmi per un anno».
Così Vittorio Sgarbi, almeno a stare a un intervista pubblicata dal Messaggero (mercoledì 24 agosto 2011) e che si può leggere online sul sito del quotidiano (http://www.ilmessaggero.it/societa/persone/una_nuova_figlia_per_sgarbi_ad_ancona_nessuna_sorpresa_ne_ho_quaranta/notizie/160640.shtml).
Un ottimo testimonial della famiglia, complimenti vivissimi per la scelta.
Al di là della vita privata sregolata che Sgarbi possa avere e che con sincerità ha sempre dichiarato, ho scelto di pubblicare questo video per la verità che Sgarbi qui non omette… Tra l’altro con estrema franchezza ha sottolineato che lui è un “genitore” ma non un “padre”
Gentile Serena,
com’è che diceva?
Ah, sì: Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
E poi c’è anche Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?
A chiacchiere, si sa, quelli bravi sono tanti. E – anche questo si sa – quando c’è da raccogliere consenso, vanno bene tutti.
E quindi, dopo Ferrara, avanti con Sgarbi. E non trascurerei Giusva Fioravanti, che sulla famiglia sicuramente ha delle belle idee.
Caro Manlio, certo chi razzola male non è proprio un buon predicatore, ma questo vale per ognuno di noi non crede?
Lasciamoci con un dubbio: non credo che Sgarbi stia cercando consensi (chi difende la famiglia oggi ne ha ben pochi) e magari una coscienza l’ha anche lui… Chissà…
Cara Serena,
ho seguito il video e, a mio modestissimo parere, Sgarbi dice una serie sconfortante di banalità: ma non è questo il punto.
Siamo tutti peccatori e sappiamo bene che Si iniquitates observaveris, Domine, Domine, quis sustinebit?: ma non è nemmeno questo il punto.
Giudicare è inevitabile, anche se il Vangelo è pieno di esortazioni a non giudicare: addirittura si dice
se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
Non dice se tu hai qualcosa contro tuo fratello: dice, al contrario, se tuo fratello ha qualcosa contro di te.
Se si applicasse alla lettera questa esortazione, così come si applicano alla lettera le parole contro il divorzio, il mondo sarebbe un altro.
Ma essere contro il divorzio è facile, mentre perdonare e fare il primo passo è difficilissimo. Le cose facili sono le più gettonate.
Mi perdoni questo lungo preambolo.
Non metto in dubbio che Sgarbi possa dire cose sensate: del resto, anche un orologio fermo segna l’ora esatta due volte al giorno.
Ma Sgarbi è uno dei personaggi pubblici meno credibili che abbia mai incontrato: è, a seconda dei casi, una macchietta da rissa televisiva, una banderuola della politica, un maleducato patologico e un sughero dell’audience.
Da uno così non mi farei neanche dire l’ora.
E poi sono stufo di questi eterni inaffondabili che da venti, trenta o quarant’anni predicano tutto e il contrario di tutto (da Ferrara a Sgarbi a Sofri), senza che si sia mai percepito un anche minimo contributo al miglioramento del mondo.
Anzi, casomai l’hanno peggiorato.
Non chiedo molto, a un predicatore: un minimo di civiltà, di consapevolezza e di rispetto. Se trova quel minimo in Sgarbi, mi complimento per i suoi venti decimi (di vista).
Cordialità.
Caro Manlio, a me non interessa Sgarbi o chi per lui: mi interessa evidenziare l’ ovvio che oggi si vuole negare e non credo che ricordare che la famiglia sia unica sia una “serie sconfortante di banalità”…
Cara Serena,
ma davvero ha bisogno di un tipaccio come Sgarbi per evidenziare l’ovvio che oggi si vuole negare?
Se è ovvio, non c’è bisogno di scomodare un fecondatore seriale (senza l’impiccio dell’educazione dei figli) come Sgarbi, che ha sparso il frutto dei suoi lombi dovunque, e senza preoccuparsi delle conseguenze.
Se Sgarbi non le interessa, perchè usarlo come portavoce del suo ovvio?
Sgarbi: ma persino un vuoto pneumatico come Luigi Amicone sarebbe stato più credibile: almeno lui i suoi sette figli li ha fatti con una donna sola e li ha allevati.
Sgarbi, tutto il resto a parte, è solo una banca del seme ambulante,
Semmai la domanda è: se è ovvio perché lo si nega?
E poi, lei conosce davvero profondamente l’anima e la coscienza di Sgarbi o chi per lui? Io no, quindi gli lascio il beneficio del dubbio, è Dio che giudicherà.
Concludo quindi con le parole del titolo: alla famiglia non esiste alternativa!
Cara Serena,
mi ripeto, ma se a lei fa piacere la compagnia di Sgarbi per difendere i suoi valori, verrebbe da dedurne che sono valori piuttosto fragili.
Contenta lei.
Peccato sia morto, altrimenti ci sarebbe stato un altro buon sostenitore della famiglia tradizionale, da esibire in pubblico: Augusto Pinochet.
Cara Serena, grazie mille per il video di Sgarbi, e ovviamente grande Sgarbi, che, peccatore e fecondatore seriale, compie un atto rivoluzionario dicendo la verità nel tempo dell’inganno universale.
Mi permetto di inserirmi nella diatriba tra Serena e Manlio Pittori su Sgarbi. Sgarbi, non é certamente un modello esemplare, e mi pare che lui stesso ne faccia ammissione, per cui tanto di cappello se uno come lui, scapolo impenitente e incallito, donnaiuolo, allergico al matrimonio e alla stabilità di coppia, affermi che la famiglia é una sola, e che sia quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna.
Quelli che a mio avviso vanno condannati, sono quei personaggi pubblici che hanno un determinato stile di comportamento e di vita, assolutamente anticonvenzionali, e ne pretendono l’emulazione da parte degli altri. Ed esistono eccome, purtroppo.
Caro Werner,
se Tizio, notorio frequentatore di prostitute, dice che bisogna limitare l’uso dei cellulari da parte dei ragazzi, rimane sempre un individuo spregevole che ha detto una cosa giusta.
Il problema, nel caso qui dibattuto, non è che cosa si intenda per famiglia e se quella omosessuale si possa considerare tale: il problema è se un personaggio come Sgarbi – il cui equilibrio mentale considero gravemente offeso – possa dare peso maggiore alla concezione “tradizionale” della famiglia.
Se Sgarbi fosse un sostenitore del matrimonio omosessuale, che avrebbe detto, la nostra Serena? Avrebbe considerato con attenzione e interesse la sua posizione o l’avrebbe liquidata come l’inevitabile farneticazione di un inseminatore seriale?
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa la nostra interlocutrice.
A me continua a parere assurdo tenere in considerazione un personaggio, i cui pensieri parole opere e omissioni sono per lo più molto discutibili, solo perchè – in un singolo caso – condivide la nostra posizione.
A Sgarbi, ma solo in questa circostanza, la signorina Serena applica il video meliora proboque, deteriora sequor; personalmente io preferisco, invece, il
lasciva est nobis pagina, vita proba est.
Manlio, orgogliosamente signora, grazie… Sul resto taccio, non sono io la protagonista di questo post e ho già replicato sufficientemente sui fatti e non sulla persona (io non mi permetto di avere dubbi sui suoi principi, ad esempio). Cari saluti.
Manlio, orgogliosamente signora, grazie… Sul resto taccio: non sono io la protagonista di questo post e ho già replicato sufficientemente sui fatti e non sulla persona (io non mi permetto di avere dubbi sui suoi principi, ad esempio)
Gentile signora Serena,
lei è diventata, sia pure pare obtorto collo, la protagonista di questo post da quando è intervenuta, per prima, affermando
… lo dice anche Vittorio Sgarbi.
Ora, se non ha più voglia, tempo di (o argomenti per) discutere, va bene: sono abituatissimo alle persone che si sottraggono alla discussione con qualche scusa.
Ma se lei, di sua spontanea volontà e senza che glielo abbia ordinato il medico, propone l’argomento Sgarbi buon testimonial, non può poi sfuggire alle domande che il suo intervento ha provocato.
Quindi spero che possa rispondere alle domande già inutilmente poste sopra: che avrebbe detto se Sgarbi si fosse dichiarato a favore della famiglia omosessuale? Che bisogna ha di rafforzare le sue convinzioni con l’opinione di uno cui, immagino, non farebbe educare suo figlio neanche per un secondo?
Grazie, confido nella sua buona volontà e nella condivisione della stessa logica.
Cordialità.
Manlio, non mi sono sottratta “con qualche scusa”, ritengo semplicemente di essermi già espressa
Scusate l’interruzione, termino il commento.
… va bene che “repetita iuvant” ma non esageriamo. Nei limiti delle mie possibilità cerco sempre di giudicare il peccato e non il peccatore: quindi se lui si fosse dichiarato a favore delle unioni civili (la famiglia è una, unica!) non lo avrei comunque giudicato come persona.
Gentile Manlio, le Sue considerazioni le considero pertinenti, infatti, se Lei ha letto bene il mio commento, ho specificato, che per chi crede (come il sottoscritto) nel concetto tradizionale di famiglia, Sgarbi non é un modello da seguire, ma va detto, che il fatto che uno come lui che ha uno stile di vita sregolato (afferma di avere qualcosa come 40 figli naturali, anche se francamente come cifra mi pare eccessiva, ma sicuramente nel corso della sua vita é andato a letto con numerose donne) ritenga che esista un solo modello di famiglia, e cioè quella tradizionale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e relativa prole, non é roba da poco, anzi, é prova di onestà intellettuale.
Sia ben chiaro, non ho ammirazione per Sgarbi, del quale condivido la sua sensibilità rispetto al problema della tutela dei beni artistici, storico-monumentali e paesaggistici, di cui il nostro bellissimo paese dispone da Nord a Sud, mentre invece contesto apertamente il suo essere irascibile, polemico, e l’uso spesso e volentieri di un linguaggio triviale quando é ospite di una trasmissione televisiva, senza preoccuparsi minimamente di chi si trova davanti alla TV, che possono essere bambini.
Per quanto concerne cosa avrebbe potuto pensare la signora Serena su Sgarbi qualora questi fosse stato favorevole ai cosiddetti “matrimoni omosessuali” (il virgolettato non é casuale visto che si tratta di un qualcosa che non esiste, e il solo farne menzione costituisce a mio avviso un atto di vilipendio verso una sacra istituzione quale é il matrimonio), beh non é certo a me che andrebbe chiesto, ma alla diretta interessata che sono sicuro saprà fornirLe una risposta adeguata.
Gli unici genitori naturali dei bambini sono sempre un uomo ed una donna. I bambini nascano soltanto dall’unione tra seme maschile ed ovulo femminile (almeno per ora).
Tempo fa parlavo con una persona che, con sua moglie, pensava di adottare un bambino. Erano stati abbondantemente avvertiti che non e’ facile che un’adozione abbia successo. Una delle ragioni per cui tante adozioni falliscono – certamente non l’unica – e’ che i bambini vogliono prima o poi sapere chi sono i propri genitori naturali.
Ci portiamo dentro un legame profondo verso cui ci ha generati. A mio modesto parere, credo che occorra tenerne conto nella legislazione e nelle scelte sociali.
Sul punto credo abbia ragione Serena.
Infatti, è proprio quando proviene da persona piuttosto lontana dalla morale sessuale cattolica, che la difesa di un concetto tradizionale di famiglia diventa sociologicamente interessante.
Mi faccia capire, Spinola: uno che, come Sgarbi, nella pratica quotidiana se ne (mi perdoni l’eufemismo) fotte del concetto tradizionale di famiglia, diventa sociologicamente interessante quando difende il concetto tradizionale di famiglia?
A meno che nel concetto di famiglia tradizionale lei non ricomprenda anche il modello Sgarbi: rifiuto ostentato della paternità e disseminazione per il mondo di una quarantina di figli, vantandosene pure.
Tutti figli, ovviamente, allevati dalla sola madre, come è normale nelle famiglie tradizionali.
Che un valore profondamente radicato possa fare capolino anche dal cuore di un uomo che nella prassi se ne “strafotte”, è estremamente interessante.
E’ la prova che forse si tratta di un valore preesistente e predeterminato rispetto alla persona e alle sue scelte contraddittorie.
Il primato della prassi non appartiene al cristianesimo e alla sua civiltà, sebbene sia richiesto al cristiano (che aspiri alla salvezza) di testimoniare la verità coi fatti oltre che a parole.
Non è interessante, Spinola: le opinioni, specie quelle che riguardano argomenti molto intimi e correlati ai tabù, non hanno percorsi rettilinei e razionali. E, in ogni caso, il valore di una pratica non aumenta perchè è più condiviso: fosse così, andare al supermercato la domenica – invece di passarla in qualche maniera più degna – sarebbe da considerare un comportamento da imitare.
E non aumenta nemmeno perchè quella pratica e quel valore sono fatti propri da persone che, per altri versi, sono “lontane” da chi quella pratica e quel valore considera appartenenti alla propria matrice culturale.
Prenda le famiglie numerose. Si tratta di un valore che lei, immagino, ritiene profondamente radicato: ebbene, aveva fatto capolino anche dal cuore di un uomo che nella prassi se ne “strafotteva” della morale (non solo sessuale) cattolica, quale era Adolf Hitler. Che dice, ci facciamo un pensierino, alla Ehrenkreuz der deutschen Mutter? E non tralascerei, del resto, nemmeno Stalin: conferimento dell’Ordine della Madre eroica, con certificato rilasciato dal Presidium del Soviet Supremo.
Contrario al matrimonio omosessuale mi pare sia anche Ibrāhīm ʿAwwād Ibrāhīm ʿAlī al-Badrī al-Sāmarrāʾī, guida dello Stato islamico: che nella prassi se ne “strafotta” del cristianesimo in blocco mi pare evidente, eppure questa faccenda degli omosessuali ha fatto capolino pure dal cuoricino di una simile personcina.
Gli omosessuali non sono quasi mai piaciuti per millenni; le famiglie numerose sono state anche utili mezzi di propaganda: continuiamo così, a considerare tutto quello che c’è dietro a questi comportamenti dei valori profondamente radicati solo perchè praticati, per svariati motivi, per millenni, o iniziamo a guardarli con occhi diversi (per poi magari considerarli ancora da rigettare)?
Mi attendo, quindi, si parva licet, che i prossimi testimonial della famiglia tradizionale siano anche Ibrāhīm ʿAwwād Ibrāhīm ʿAlī al-Badrī al-Sāmarrāʾī, Stalin, Hitler e Mussolini.
Molti anni fa, un mio ospite, che era medico, mi disse che avrei dovuto smettere di fumare, se ci tenevo alla mia salute.
Uscito, si accese subito una sigaretta. A questo punto pensai che, se persino un medico gran fumatore consigliava di astenersi, voleva dire che non c’erano dubbi, e non comprai più un pacchetto.
Che vuole farci Pittori, sono fatto così; non sopporto quel moralismo di derivazione puritana per cui, un’espressione giusta in bocca alla persona che sbaglia o per altri versi corrotta, sia contaminata e non possa essere sottoscritta.
Molti anni fa, un mio ospite, che era medico, mi disse che avrei dovuto smettere di fumare, se ci tenevo alla mia salute.
Uscito, si accese subito una sigaretta. A questo punto pensai che, se persino un medico gran fumatore consigliava di astenersi, voleva dire che non c’erano dubbi, e non comprai più un pacchetto.
Che vuole farci Pittori, sono fatto così; non sopporto quel moralismo di derivazione puritana per cui, un’espressione giusta sulla bocca della persona che sbaglia o per altri versi corrotta, sia contaminata e non possa essere sottoscritta.
Caro Spinola,
come detto, non c’è problema: se per dare maggior peso alle sue convinzioni ha bisogno (anche) del contributo di Sgarbi, non posso che commiserare quelle convinzioni – non perchè sbagliate, sia ben chiaro: ma perchè mi paiono vilipese da una simile frequentazione.
Se fossi promotore di una campagna a sostegno dei padri divorziati e per questo motivo impoveriti, non vorrei la solidarietà o l’appoggio di – faccio per dire – Scilipoti: esistono, purtroppo, persone in grado di svilire qualsiasi ideale.
Insomma, i compagni di viaggio non vanno sempre e tutti bene. Non vado a fare il Camino de Santiago con un ex terrorista non pentito sono perchè conosce la strada e porta i panini con la frittata.
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