Deciso cambio di rotta del Papa sulla condanna alla teoria del gender? Così sembrerebbe leggendo la notizia – diffusa dalla redazione veneta del Corriere della Sera – secondo cui Papa Francesco, per mano di monsignor Peter B. Wells, avrebbe risposto, addirittura incoraggiandola, («Auspico che tu vada avanti») nientemeno che a Francesca Pardi, autrice del capolavoro “Piccolo uovo”, la quale ha trasmesso al Santo Padre una lettera con una copia di questo testo ed una di un’altra sua fatica, “Perché hai due mamme”, dal titolo inequivocabile. Dunque la Chiesa apre alla teoria del gender? Messa così, sembrerebbe di sì.
Tuttavia la prudenza consiglia di andarci cauti, prima di trarre simili conclusioni. Anzitutto perché, come chiunque abbia inviato un testo o un omaggio al Papa sa, la lettera di risposta di monsignor Wells è, sia detto con grande rispetto, abbastanza prevedibile: anche se non ritenni d’informare il mondo intero, a suo tempo pervenne pure a me, autore di un testo non proprio in linea con quelli della Pardi. In secondo luogo perché quell’«auspico che tu vada avanti» non è detto sia contenuto nella lettera: non a caso la scrittrice mostra su Facebook la foto della busta della Segreteria di Stato ma non, chissà come mai, quella della lettera. E dire che sarebbe stato così interessante leggerla…
A sfavore di un’apertura papale all’ideologia del gender e alle cosiddette famiglie omogenitoriali, infine, vi è tutta una serie di discorsi del Santo Padre – suoi e pubblici – dal tono francamente inequivocabile e che non si possono considerare superati da una lettera neppure firmata da lui. Quanto all’ipotesi che il Santo Padre voglia aprire – come riferito sempre su Facebook dalla Pardi, la cui versione non s’intende qui contestare – un «dialogo privato» con lei, beh, dov’è novità? Papa Francesco ha incontrato più volte, fra gli altri, Eugenio Scalfari, guru del laicismo italiano: che non escluda di interfacciarsi con persone lontane dal Magistero tutto è, col pontefice argentino, fuorché una novità. Strano vi sia chi non lo ha ancora notato.
giulianoguzzo.com
PS. In tarda mattinata, quando il presente articolo era già on line, il numero due della Sala stampa vaticana, padre Ciro Benedettini, ha confermato i dubbi qui avanzati dal sottoscritto: «Come è noto, non è affatto singolare e, anzi, è di prammatica che la segreteria di Stato risponda alle missive inviate al Papa. È un adempimento di routine, ma è da escludere che nel cortese invito ad “andare avanti” ci sia un incoraggiamento alla teoria Lgbt. Tra l’altro, nella lettera si invita – testuale – “alla diffusione degli autentici valori umani e cristiani”. Aggiungo che il Santo Padre ne ha parlato chiaramente e diffusamente in più occasioni e il suo giudizio, a quanto ci risulta, resta immutato. Cito dal discorso del 15 aprile scorso alludienza generale in piazza san Pietro: “Per esempio mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro”. E ancora: “La rimozione della differenza è il problema, non la soluzione. Per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più. Devono trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia. Con queste basi umane, sostenute dalla grazia di Dio, possibile progettare l’unione matrimoniale e familiare per tutta la vita. Il legame matrimoniale e familiare è una cosa seria, e lo per tutti, non solo per i credenti”. E in conclusione: “Dio ha affidato la terra all’alleanza dell’uomo e della donna: il suo fallimento inaridisce il mondo degli affetti e oscura il cielo della speranza. I segnali sono già preoccupanti, e li vediamo”. Ripeto: non è vero niente dell’interpretazione della lettera messa in circolazione. E quanto alla benedizione impartita mi sembra inutile che le ricordi che è data alla persona non a una teoria» (fonte: Tempi.it).
Non ci starebbe male però una smentita dalla sala stampa vaticana.
Concordo.
Quando il papa andò a Napoli disse che la Teoria del Gender è un’errore della mente umana e la condannò anche nell’ultima enciclica [Anche apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità è necessario per poter riconoscere sé stessi nell’incontro con l’altro diverso da sé. In tal modo è possibile accettare con gioia il dono specifico dell’altro o dell’altra, opera di Dio creatore, e arricchirsi reciprocamente. Pertanto, non è sano un atteggiamento che pretenda di « cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa ».]. Quante volte ancora lo deve dire?
Ma la storia ha avuto un seguito, è stata pubblicata la lettera indirizzata al Papa e anche la sua risposta (chiunque l’abbia scritta, era a nome suo), che è un po’ diversa da come la racconta la sala stampa vaticana. E il peggio è che in tutto il mondo è rimbalzata la notizia che il Papa benedice le famiglie omosessuali.
Insomma, un pasticciaccio di superficialità e imprudenza da parte di chi lavora alla corrispondenza del Pontefice. Speriamo solo che chiariscano in modo netto, trasparente e inequivocabile.
In realtà il Papa non ha mai letto la lettera della Pardi né si è sognato di scriverle in prima persona. Semplicemente la lettera – come tantissime altre indirizzate al Santo Padre – si è fermata in Segreteria di Stato dove c’è un apposito ufficio che si incarica di rispondere pazientemente a tutti: la firma è dell’assessore Peter B. Wells, che a nome del Papa, usa a seconda delle lettere una serie di risposte standard (ovviamente sono diverse le persone che vi lavorano e non tutto passa dalle mani di Mons. Wells). Ed è quello che è successo con la Pardi, come ha poi spiegato il comunicato ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede (ma solo a mezzogiorno dopo che la notizia aveva già fatto il giro del mondo almeno tre volte). Insomma si tratterebbe di una forma di rituale cortesia strumentalizzata a fini ideologici. Dice infatti il comunicato vaticano:
«In risposta ad una lettera al Santo Padre di Francesca Pardi, dai toni educati e rispettosi, la Segreteria di Stato ha accusato ricezione della medesima con uno stile semplice e pastorale, precisando in seguito che si trattava di una risposta privata e quindi non destinata alla pubblicazione (cosa che purtroppo è avvenuta).
In nessun modo la lettera della Segreteria di Stato intende avallare comportamenti e insegnamenti non consoni al Vangelo, anzi auspica “una sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani”. La benedizione del Papa nella chiusa della lettera è alla persona e non a eventuali insegnamenti non in linea con la dottrina della Chiesa sulla teoria del gender, che non è minimamente cambiata, come più volte ha ribadito anche recentemente il Santo Padre. Quindi è del tutto fuori luogo una strumentalizzazione del contenuto della lettera».
Mi scusi Nancy, le cose non sono così semplici come le fa lei. E’ chiaro che il Papa non ha letto la lettera e nulla sapeva della risposta, assolutamente inappropriata, che abbiamo letto tutti. E che indigna, perché l’ha data la Segreteria della S. Sede a nome del Papa, creando equivoci e confusione.
Inutile e falso accusare poi, come al solito, i giornalisti di fraintendimento e strumentalizzazioni.
Si legga il perfetto articolo di Riccardo Cascioli, direttore dal Timone e della Nuova Bussola Quotidiana, che esprime benissimo il pensiero dei cattolici seri.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-papa-e-gender-un-altro-pasticcio-in-vaticano-13673.htm