Il copione è sempre lo stesso: vilipendio del Cristianesimo venduto per espressione artistica. Stavolta accadrà al Teatro Olimpico di Vicenza, il 18 e 19 settembre, con la messa in scena dell’opera “Prima lettera di San Paolo ai Corinzi. Cantata BWV 4, Christ lag in Todesbanden. Oh, Charles!” di Angélica Liddell, una che dal palco, fra le altre cose, delizierà il pubblico raccontando come si masturbava con il crocifisso. «Se parlo di masturbazione lo faccio dal punto di vista della fede. Mi masturbavo col crocefisso perché il mio corpo reagiva alla bellezza di un uomo crocifisso e santo, irraggiungibile. Volevo amare il Re dei Re», dichiara. Direi che non è il caso, davanti a esternazioni simili, di aggiungere nulla: il vaniloquio si commenta da sé.
L’aspetto su cui invece vale la pena porsi qualche interrogativo è il seguente: e i cattolici? C’è forse l’intenzione di lasciar correre? Di non fare nulla? Matteo Salvini ha parlato di «schifezza», nel Consiglio comunale qualche voce critica si è levata ma dalla curia – da quanto è dato sapere – ufficialmente ancora niente; e da qui al 18 settembre c’è da augurarsi la musica cambi. Non per infierire sulla regista catalana ma per ricordare a chi organizza, promuove e intende permettere che la sua opera vada in scena, che sta offendendo una religione ancora cara a qualcuno. Poi è ovvio, l’opera teatrale non sarà tutta incentrata sulla masturbazione con crocifisso – è prevista pure la messa in scena di sangue (vero) spillato a uno degli attori –, ma ce ne dovrebbe essere già abbastanza per indignarsi. O no?
Sia chiaro che l’obiezione secondo cui criticare a priori una rappresentazione è sbagliato non regge nel modo più assoluto: se so che a teatro deridono o umiliano di mio padre, possono farlo anche allestendo un indimenticabile capolavoro ma non ciò non toglie che io sia autorizzato a scatenare un putiferio; e se offendono Gesù è pure peggio, molto peggio. Né ha rilevanza l’osservazione per la quale scandalizzandosi altro non si fa che pubblicizzare l’evento: anche se un solo spettatore assistesse al racconto della masturbazione con un crocifisso la gravità dell’accaduto rimarrebbe la medesima. Per questo, al di là di quanto accadrà o – speriamo – non accadrà al Teatro Olimpico, per i cattolici berici e non solo questa è un’occasione per vedere se, fra tanti dialoghi e aperture, esiste ancora un po’ di onore. Staremo a vedere.
Ma è ancora in auge andare a tirare pomodori?
Si potrebbe organizzare una reazione di questo tipo subito dopo la scena in questione?
Io vedrei più una cosa del tipo: riuscire ad accaparrarsi un bel numero di biglietti.. il sold-out sarebbe il massimo e alla scena in questione, anche senza lanciare ortaggi e nemmeno un bel VERGOGNA!, prendere e abbandonare il teatro.
E lasciare così l’ “artista” di non meglio identificata levatura, alle sue masturbazioni sceniche e mentali.
Io credo che farebbe più rumore di qualunque schiamazzo…
Difficile da organizzare? No non credo più di tanto… e comunque fosse anche solo metà della platea già sarebbe sufficiente.
Anche, ma non basterebbe più uno sparuto gruppo di coraggiosi. Teniamo pure i pomodori come piano B
Dare anche un solo euro a questi è però peccato.
anche perchè nel momento in cui ti alzi facile che l'”artista” ti dia del bigotto.
io sono per i pomodori.
Come se del bigotto non ci si sentisse apostrofare a ogni piè sospinto.
I pomodori poi quando e come senza pagare ugualmente il biglietto?
Agguato all’uscita ammesso esca dalla porta principale?
🙂
Non so se la masturbazione con il crocifisso sia offensiva: nell’arte*, come sempre, è il contesto che occorre considerare.
E bisogna anche ricordare che il crocefisso è stato spesso impiegato come simbolo politico e militare, che pure mi paiono utilizzi impropri.
E non si deve dimenticare che la devozione a Dio si manifesta in modi a volte inusuali. Ad esempio, santa Maria Margherita Alacoque (canonizzata neanche cent’anni fa) così scrive nelle sue memorie:
“Era io delicata a segno, che anche una lieve immondezza moveami nausea. Di un cotal vizio il Signore ripresemi sì gravemente, che una volta accingendomi a pulire il suolo dal vomito d’un’ammalata, non potei contenermi di tergerlo colla lingua, e di trangugiarlo, al mio Signore dicendo: Se mille corpi avessi, mille amori, mille vite, tutto ciò a voi ben volentieri immolerei, per esser tutta vostra”.
In un altro passo, la santa descrive una mortificazione consistente nel riempirsi la bocca con gli escrementi di una malata di dissenteria.
Insomma, a ognuno il suo, parrebbe.
MI sembra anche doveroso notare come ci sia una certa tendenza a indignarsi soprattutto nelle faccende contra sextum.
Ad esempio, a Vicenza c’è un supermercato Auchan, in Strada Delle Cattane 71, che la domenica è aperto dalla 9:30 alle 20:30, con tanti saluti alla santificazione delle feste – anche i dipendenti cattolici, immagino, sono costretti (pena il licenziamento) a violare il precetto festivo.
Eppure non ho sentito di mobilitazioni davanti al supermercato contro una politica aziendale “che sta offendendo una religione ancora cara a qualcuno” né ho letto post che invitavano a boicottare quell’esercizio commerciale.
* Se poi vogliamo discutere che cosa sia arte e cosa non lo sia, portiamoci la cena.
@Manlio perfettamente d’accordo sulle problematiche del lavoro obbligatorio la Domenica (esulando tutti quelli che sono i servizi pubblici indispensabili e necessari), ma mettere ora i due argomenti a confronto porterebbe molto lontano e l’articolo parla di argomento specifico e non di tutte le altre problematiche del mondo.
Peraltro quella del lavoro domenicale è una problematica che ha aspetti sociali e politici, ma non possiamo non partire dagli aspetti prettamente personali:
1) Sono in cerca di lavoro e voglio in primis rispettare il precetto.. non accetterò lavori che contemplino l’obbilgo. Questo testimonia anche il credere fermamente che Dio provvederà ad un lavoro per me che non mi metta in conflitto.
2) Già lavoravo e cambiano le sistuazioni. Non mi risulta che con nuove regole che esulano dal mio iniziale contratto, io sia obbligato ad accettarle ipso facto.
Conosco bene la situazione di amici/che che in cooperative rosse, da anni combattono contro questo tentativo di imposizione. Si va incontro a ritorsioni, turni scomodissimi, minacce di licenziamento… CERTO. Forse non è anche questa testimonianza? E la testimonianza se è verace non porta con sé persecuzioni?
3) Parliamo poi di chi va a fare acquisti la Domenica,,, proprio nessun pio cattolico (!?) Qui casca l’asino. E’ la legge della domanda e dell’offerta. Sulla carta i cattolici non sono pochi (sulla carta…) e se questi disertassero i centri commerciali la Domenica, forse chi sa fare i propri conti farebbe valutazioni diverse.
@ Bariom
Rimane il fatto – testardo e irriducibile come tutti i fatti – che non ho mai visto Sentinelle in piedi davanti a una Coop o a un’Esselunga aperte la domenica.
Rimane il fatto – testardo come sopra – che non ho mai sentito di gruppi di cattolici organizzarsi per boicottare (e invitare al boicottaggio) i supermercati che tendono aperto di domenica.
Sul resto, vorrei replicare ma ora non ho tempo. Spero mi perdonerà se rimando a questa sera.
Grazie.
Manlio
Si figuri…
Rimane il fatto – testardo come gli altri – che può sempre darsi da fare lei per organizzare simili lodevoli iniziative… 😉
“Sono in cerca di lavoro e voglio in primis rispettare il precetto.. non accetterò lavori che contemplino l’obbligo.”
Non credo che – oggi, in Italia – ci si possa permettere il lusso di rifiutare un lavoro – a meno di non avere le spalle molto ben coperte. Mio figlio maggiore, per contribuire a mantenersi agli studi, ha accettato l’unico lavoro decente trovato, che prevede anche il lavoro domenicale. Certo, se fossimo una famiglia ricca con buone entrature, magari le cose andrebbero diversamente.
“Non mi risulta che con nuove regole che esulano dal mio iniziale contratto, io sia obbligato ad accettarle ipso facto.”
Conosco persone che, assunte come impiegati amministrativi nella grande distribuzione, sono state demansionate e – prendere o lasciare – spostate a mettere scatolame sugli scaffali, a turni che comprendono il sabato e la domenica. Non so dove viva lei, ma oramai i padroni fan quel che vogliono. E quando si hanno figli e il mutuo da pagare, le testimonianze eroiche passano in secondo piano – volendo, si potrebbe considerare “testimonianza eroica” accettare di lavorare la domenica per il bene della famiglia.
“Se i cattolici disertassero i centri commerciali la Domenica, forse chi sa fare i propri conti farebbe valutazioni diverse.”
Quindi i cattolici, in Italia, sono un’infima minoranza, visto l’affollamento dei centri commerciali la domenica. Oppure sono tanti ma – accortisi la domenica mattina di esserne sprovvisti – ritengono di non poter fare a meno della senape per la cena della domenica.
Per quanto riguarda le iniziative, è un disastro: non si trova più nessuno che voglia metterci la faccia. In Italia la politica l’è morta, assieme alla pietà.
Vede caro Manlio, solo sul primo punto e assolutamente senza volerle fare la morale visto che parla di suo figlio, ma la problematica dei sodi, del lavoro, della casa, ecc. ecc….
Dio è nostro Padre o no?
C’è una precisa parola che parla della provvidenza e delle propccupazioni delle cose materiali e dell’oggi…
Vogliamo cercare di poter testimoniare che è vera o sono “favolette”… allora ce n’è un bel mucchio di favolette nel Vangelo!
Quindo non concordo. Cerchiamo prima le cose del Cielo il resto verrà (e in abbondanza…). Certo se neppure si prova a dare spazio a Dio per mostrarci la Sua amorevole provvidenza, che potremo mai dire al mondo su questo?
Però su tanto altro poi pontifichiamo (non certo senza ragione), ma… ma rimane una falla… un piccolo “buco” nel nostro parlar di Dio e del suo Amore per noi e guarda caso una falla che ha a che fare, stringi stringi, con i soldi.
E noi scegliamo…
Caro Bariom,
non sono cristiano, ma credo nella Provvidenza: credo cioè che se si cambia il nostro sguardo sul mondo, cambiano anche le nostre aspettative. La Provvidenza è imparare che non sono io, che devo chiedere (al mondo, alle persone…) quello che credo giusto, ma che quello che è giusto o utile lo scopro e lo trovo vivendo senza pregiudizi nel mondo e tra le persone.
La Provvidenza è quello che trovi quando non cerchi, perchè chi cerca ha negli occhi e nella mente l’oggetto voluto, e non c’è scritto da nessuna parete che quello che voglio esista veramente.
Ciò deve coesistere con il fatto che, ad esempio, ieri cinquanta profughi sono morti soffocati nella stiva di un barcone: in questo caso non saprei quale sia il ruolo della Provvidenza. Forse era meglio se rimanevano nell’inferno da cui hanno cercato di scappare, a rischio di essere uccisi dai pazzi dell’IS?
Non si sa cosa sia giusto fare: si prova e si rischia. A quelle cinquanta persone è andata male e non c’è stata nessuna Provvidenza e nessun amorevole Dio che li ha aiutati.
Quindi, cosa si deve fare con il lavoro domenicale? Rifiutarlo in nome della fiducia che deve essere alla base della nostra intera vita o accettarlo perchè “la regola della fiducia” ha infinite applicazioni pratiche?
I soldi: come no. Mia figlia deve sistemare i denti per un incidente occorsole e devo anche cambiare il corrimano della scala perchè la base è marcita e c’è il rischio di cadere dalle scale. Sono diecimila euro in tutto e io in banca ne ho duemila. Che faccio? Io sono un commercialista e non vorrei accettare l’incarico di Tizio, perchè per rispettare i tempi dovrei lavorare anche il giorno di Natale e inoltre Tizio è il proprietario di un topless bar. Che faccio? Chiedo l’ennesimo mutuo – che non saprei come pagare, tra l’altro? O accetto l’incarico e poi si vedrà? Dico a mia moglie di stare molto attenta, a far scendere i bambini per le scale, perchè c’è il rischio che si ammazzino? O forse lei mi dirà di accettare quel ca**o di lavoro e di pensare alla famiglia, invece di perdere tempo con la Provvidenza?
Insomma, non è facile. Forse bisogna essere candidi come le colombe e astuti come i serpenti.
Lei che dice?
Caro Manlio, le risponderò volentieri, appena possibile e per come mi è possibile…
si chiama FEDE non CERTEZZA PROVATA, sennò cazzo erano buoni tutti a credere nella provvidenza.
Fiani, ma se lei si beccasse l’Helicobacter pylori, si affiderebbe alla Provvidenza o inizierebbe una terapia con la claritromicina?
Gesù ha detto che se si avesse fede quanto un granello di senape, si potrebbe dire a un sicomoro di sradicarsi e di trapiantarsi nel mare, e il sicomoro ubbidirebbe.
Ma sono convinto che se lei vuole piantare un olmo in giardino, si munisce di piccone, badile e carriola: non credo che aspetterebbe sotto il sole confidando nella fede e nella Provvidenza.
La fede non sposta le montagne, altrimenti le ditte di movimento terra sarebbero fallite da un pezzo.
Insomma, bisogna spiegare le cose. E guardare alle faccende dello spirito con lo spirito, non con la lettera – e forse non a colpi di “sennò cazzo erano buoni tutti”. Anche perchè alle volte si parla con persone che la fede non la conoscono o che delle fede hanno un’idea del tutto diversa dalla sua e anche perchè bisogna fare i conti pure con il logos.
Mia madre, una donna di fede assoluta, ha perso un figlio di due anni, per una malattia che pareva banale: la fede l’ha salvata, ma sulla Provvidenza ha un pensiero un po’ più complesso del suo.
C’è un bellissimo racconto, a proposito di fede e Provvidenza, nel romanzo “Un destino ridicolo” di De Andrè e Gennari. Lo può leggere qui (http://mattax-mattax.blogspot.it/2012/01/un-pio-sacerdote-votato-ad-una-fanatica.html), anche se non so se sia la versione originale o una qualche riscrittura*.
Ma il senso c’è tutto.
* Il blog è (se non altro graficamente) orribile: non è colpa mia.
Però Manlio “provvidenza” non è quella cosa che farà andare tutto secondo i nostri piani…
E se mi permette, glielo dice uno che ha visto salire la Cielo la madre dei propri tre figli, a soli 40 anni dopo 5 di malattia.
Caro Bariom,
mi perdoni, ma lei non legge attentamente.
Ho scritto, poco sopra:
“La Provvidenza è quello che trovi quando non cerchi, perchè chi cerca ha negli occhi e nella mente l’oggetto voluto, e non c’è scritto da nessuna parte che quello che voglio esista veramente.”
Le paiono le parole chi chi crede che la Provvidenza “è quella cosa che farà andare tutto secondo i nostri piani”?
Mai fatto un piano in vita mia: nella prima metà della vita ero troppo stupido per riuscire a fare un piano, nella seconda metà perchè ho capito che i piani li fa e li disfa la vita.
Mi spiace per sua moglie, mi spiace per lei, mi spiace per i vostri figli e mi spiace per tutta l’indicibile sofferenza – anche se, da qual poco o niente che so di lei, posso immaginare che non sia stato tutto e solamente sofferenza. Non credo nel cielo o nell’inferno, ma credo fermamente che la vita è quello che ci accade mentre siamo occupati a fare altri progetti e credo che il dolore e la morte dovrebbero esserci familiari ben più di quanto ordinariamente si pensi (“il mondo”, purtroppo, ci pensa pochino). Spero siate riusciti a trovare un nuovo equilibrio, anche se penso che chi accetta la vita (quale essa è veramente: cioè un fiume che ci contiene e che non controlliamo) riesce sempre a trovare un nuovo modo di navigare.
Caro Manlio,
mi perdoni se ho frainteso, avendo appunto mal inteso un altro suo passaggio… capita.
Ha ragione non è stato tutto sofferenza… anzi ci sono inpagabili gioie interiori ma anche umane nel vivere queste esperienze nell’amore e nel servizio reciproco, nella vicinanza e nella condivisione, ma anche nello scorprire tutto il proprio limite di uomo, marito e padre in simile situazione. L’affidamento fiducioso alla Volontà di Dio, la richiesta continua e “pressante” nella preghiera del Suo aiuto, la vicinanza e la comunione di diversi Fratelli (nella Fede) spirituale e concreta nella necessità, hanno fatto si che questi limiti, i miei limiti, siano stati abbondantemente superati dalla Provvidenza (come vede ci torniamo) e dalla concreta esperienza del valore della Resurrezione di Cristo che ci conduce tutti oltre la morte (sia chi sale al Cielo e chi rimane, in attesa).
L’immagine del fiume è una poetica metafora, in parte vera, ma il Cristiano (mi attento a definirmi tale) non è come tronco sballotato tra le onde o la corrente, dove la strategia migliore potrebbe apparire quella di lasciarsi semplicemente trasportare. Il Battesimo (sempre di acque parliamo) ci costituisce come Figli di Dio, coeredi di Cristo e ci consegna alcuni “privilegi” (inquanto doni, non inquanto “onori”): essere Sacerdoti, Re e Profeti.
Mi soffermo solo sulla regalità in questo caso… che regalità? Di essere Re, Signori della propria esistenza, comprendendo dove questa porta, cosa Dio dispone, avendo il discernimento nel poter scegliere, scegliere in ultima analisi della propria vita e anche dei singoli passi di ogni giorno, distinguere e scegliere la Volontà di Dio, che coincide con la nostra piena realizzazione e gioia… così è stato per buona parte di quei fatidici e importanti giorni.
Da Dio in quei giorni la mia Famiglia è stata visitata.
E si, l’equilibrio è stato ritrovato… quando dopo due anni quello mio di uomo mi sembrava di smarrire (perché la mia fede non è “granitica” e le mie forze misere) ecco che nuovamente la Provvidenza si è mostrata, con l’incontro con una donna, una Sorella nella Fede (e non avrei potuto desiderare di meglio), a cui Dio ha ispirato il guardarmi come l’uomo che da tempo attendeva e che si è presa l’onere di amare una persona non del tutto “facile” come il sottoscritto, accettando in dote, tre figli da amare come suoi (ed è quelo che fa…).
Le dovevo in realtà una risposta ad un suo commento più su, ma credo proprio possa bastare… credo.
Grazie per le sue sincere parole di compassione.
Pingback: Masturbazione con crocifisso al teatro di Vicenza. E i cattolici? | Lo Sai
Esistono numerosi oggetti in circolazione per potersi masturbare, e questa qua proprio il Crocifisso deve usare? Ma per favore!
La rappresentazione fatta da questa sedicente artista costituisce uno dei tanti esempi del degrado etico-morale in cui l’Europa é caduta, specie dopo il Sessantotto. Prima del Sessantotto, una cosa del genere avrebbe destato indignazione e proteste da parte di tutti, sia da cattolici praticanti che da laici.
É una guerra al Cristianesimo, diciamolo apertamente e senza troppi giri di parole, iniziata con il Concilio Vaticano II del 1962 voluto dal tanto venerato ed elogiato Giovanni XXIII. Dopo di allora, la Chiesa, di fronte a qualsiasi episodio di blasfemia e vilipendio dei simboli e delle figure della religione cristiana, ha tenuto un atteggiamento inerte e volto all’eccessiva tolleranza.
Non dico debbano esserci ingerenze da parte della Chiesa sulle società e le istituzioni politiche dei paesi europei, ma quantomeno credo che essa abbia il preciso dovere di fare la voce grossa quando la nostra religione é oggetto di attacchi volgari e vigliacchi come questo. Il Vaticano si permette di intromettersi negli affari civili solo quando si tratta di immigrazione, dando del criminale a chi é ostile a questo fenomeno: per forza, nel lucroso business dei migranti c’é la Caritas, per cui guai a toccargliela.
Il principale nemico del Cristianesimo non é costituito tanto da gentaglia come questa “artista”, ma da questo Vaticano post-concilio.
Ti pareva che la colpa non era del “post-Concilio”… E in ultima analisi della Chiesa.
All’atto pratico che intervento pre-conciliare proporrebbe in simil caso?
Ah pardon… del Vaticano
Guardi, non sta a me proporre al Vaticano l’atteggiamento da assumere rispetto a fatti ignobili di questo tipo. Dico però che questo Vaticano post-concilio quando vuole sa fare la voce grossa e a farsi ubbidire, ma quando dovrebbe fare qualcosa come in casi del genere, tace completamente.
Caro Werner,
una volta che i cattolici hanno accettato di trasformare il crocifisso in un “arredo scolastico”, secondo quanto previsto dai famosi regolamenti fascistissimi del 1924 e del 1927; una volta che i cattolici hanno ingoiato, senza battere ciglio, le parole del Consiglio di Stato che ha definito il crocifisso “simbolo della laicità dello Stato”; una volta – cioè – che i cattolici hanno prostituito alla ragion di Stato il simbolo più sacro dell’Occidente, facendone uno strumento identitario e di lotta ideologica, poi non si possono lamentare se qualcun altro impiega, a fini politici, quello stesso crocifisso.
Parafrasando don Lisander, gli sventurati risposero, caro Werner.
Dovevate pensarci prima, a non dare a Cesare quel che era di Dio.
Riconoscere nel crocifisso un simbolo dell’identità nazionale, e delle radici religiose dell’Europa non é blasfemo, come lo é senz’altro ciò che fa questa sedicente artista che se lo ficca nella vagina, oppure come le Femen che lo hanno appoggiato sul deretano.
Il fascismo (che non difendo minimamente) non mise i crocifissi nelle aule pubbliche perché aveva a cuore le radici cristiane dell’Italia, ma per ingraziarsi il Vaticano, in attesa dei Patti Lateranensi che si sarebbero stipulati nel 1929. Sta di fatto che poi il regime fascista soppresse le ACLI.
Col dovuto rispetto, eviti per favore di scrivere castronerie al solo fine di contraddire. Bisogna contraddire sulla base di argomenti solidi, se ci riesce bene, altrimenti é meglio non scrivere nulla.
Il fascismo, caro Werner, non era un’entità misteriosa proveniente da Saturno: si trattava di uomini italiani, e quindi naturaliter cattolici o comunque di formazione cattolica.
Se il Vaticano si lascia ingraziare con una circolare che riduce il crocifisso ad arredo scolastico, è un problema di voi cattolici, mi pare.
Se il Vaticano stipula patti con un regime liberticida, è ancora un problema vostro.
Se un cattolico (che, se non vado errato, dovrebbe significare “universale) permette che il suo simbolo sia usato da una parte politica o da uno Stato che difende con le armi i suoi confini (o, peggio, aggredisce con le armi i confini altrui), è un problema del cattolico.
Se il fascismo sopprime l’Azione cattolica (non le ACLI, gentile Werner, a proposito di castronerie) nel 1931 e poi il cardinale Schuster e monsignor Giordani, nel 1936, celebrano il Te Deum alla proclamazione dell’Impero, sono sempre problemi dei cattolici.
La storia, caro Werner, è molto più complicata di queste quattro righe in croce, lo so da solo: ma se lei è contento che il crocifisso sia il simbolo dell’Italia, non posso che compatirla.
Beh, il fondatore del fascismo, Mussolini, era ateo (seppur battezzato), come tanti altri gerarchi, mentre la sua ideologa, la Sarfatti, era ebrea, quindi non mi pare che fosse di ispirazione cattolica, malgrado – come ha correttamente evidenziato – la gran parte di coloro che vi aderiranno successivamente erano cattolici.
Il fatto che uno stato faccia diventare il Crocifisso, suo simbolo nella bandiera nazionale, personalmente non ci vedo nulla di blasfemo. Il Suo ragionamento allora andrebbe esteso anche ad Israele che nella sua bandiera porta la stella di David e a quei paesi islamici che nei loro vessilli portano la mezzaluna fertile.
Sul fatto che non andrebbe permesso l’uso del Crocifisso come simbolo partitico – come ha fatto la Democrazia Cristiana che di democratico e di cristiano aveva ben poco, a cominciare dai suoi esponenti, di cui uno passato a miglior vita recentemente e ultra 90enne – sono d’accordo con Lei. La politica é laica, per cui i simboli religiosi non vanno strumentalizzati.
Non capisco questa Sua critica agli stati che usano le armi per difendere i propri confini: non mi pare esistano alternative in caso di aggressioni o invasioni esterne. L’aggressione militare a paesi terzi é certamente ripugnante, e mi risulta che per esempio nel 2011, l’aggressione alla Libia fu promossa dalla Francia laicista e giacobina, non da un paese cattolico integralista. Per quanto concerne il comportamento del Vaticano, anche quello pre-conciliare, non nascondo che ha sempre avuto una politica fondata sull’ambiguità, ma mi auguro converrà con me sul fatto che non é certo colpa dei fedeli, ma delle gerarchie ecclesiastiche, per le quali non nutro nessuna stima.
La ringrazio per avermi corretto sulla soppressione dell’Azione Cattolica, e condivido sul fatto che la storia é assai complicata.
Che Mussolini, Hitler e Stalin fossero atei, nessun dubbio: rimane il fatto che i regimi comunista e fascista sono nati e prosperati in Paesi di profonda e millenaria tradizione cristiana.
Rimane il fatto che le folle oceaniche (isterismi di massa compresi) di fronte ai duci, ai Fuhrer, ai caudilli e ai segretari generali del partito erano composte da cristiani, soprattutto, non certo da elite radicali e massoniche.
Rimane il fatto che i prelati col braccio teso nel saluto fascista non avevano il coltello puntato alla gola.
E poi c’è una questione che mi angustia da tempo.
Circa il presunto silenzio di Pio XII sull’Olocausto, si è detto che qualsiasi presa di posizione di carattere propagandistico da parte della Chiesa contro il governo di Hitler avrebbe accelerato l’assassinio di un numero ben più grande di ebrei e di sacerdoti.
La spiegazione reggerebbe se non ci fosse la vicenda del cardinale von Galen, ferocemente, pubblicamente e testardamente antinazista. I nazisti lo avrebbero volentieri impiccato ma pare che persino Goebbels fosse contrario, convinto che se si fosse proceduto contro l’arcivescovo l’intera Westfalia sarebbe insorta contro il regime.
Von Galen, mai silenzioso contro Hitler, è stato beatificato. Pio XII, che forse fu meno loquace di von Galen, lo sarà prossimamente, mi pare.
Due comportamenti diametralmente opposti, parrebbe: eppure due comportamenti che sono stati considerati degni di santità.
Lei che ne pensa? Se i nazisti temevano von Galen, non avrebbero dovuto temere il papa molto di più?
Manliomi perdoni, solo per capire… lei ha affermato di non essere cristinano.
Come mai la questione da lei esposta (e altre simili pare…) le interessa tanto al punto da “angustiarla da tempo”?
E se posso chiederlo, giusto per evitare altri fraintendimenti ma meglio interpretare, lei ha un credo che professa? Può dirsi appartenente ad una qualche Religione nota?
Grazie se vorrà rispondere.
Forse la reticenza di Pio XII la si può interpretare come forma di prudenza: Hitler era un pazzo squilibrato, non si sarebbe fatto scrupoli nell’inviare il suo esercito ad occupare il Vaticano.
@ Werner
Però Hitler si fece così tanto scrupoli, nel caso del cardinale von Galen, da non osare toccarlo. Voglio dire: se non inviò il suo esercito nemmeno in casa sua, a Münster, dove von Galen si opponeva quotidianamente e pubblicamente al nazismo, perchè avrebbe dovuto invadere il Vaticano, cosa che avrebbe avuto ripercussioni internazionali incalcolabili – e ben maggiori di una semplice epurazione interna, come sarebbe stato nel caso di von Galen?
Non mi so dare risposta.
Non le pare dato il tempo trascorso, il genere di “personaggi” coinvolti, la ridda di ipotesi vere e presunte, valutazioni che assolutamente sfuggono, ecc. ecc.
che sia un filosofeggiare come si diceva un tempo “sul sesso degli angeli”?
@ Bariom
Le questioni religiose mi interessano non solo perché riguardano temi comuni a tutti gli uomini (senso della vita, azione politica dei credenti, limiti della scienza e della tecnica…) ma soprattutto perché non riesco a capacitarmi che persone uguali a me – abbiamo tutti la stessa “struttura” cognitiva, psicologica, affettiva…) – credano in cose che a me sembrano inconcepibili (la bontà di Dio, la Trinità, la Transustanziazione…).
Per questo motivo chiedo e interrogo: perché non capisco come possiate “funzionare” voi credenti.
Non professo nessun credo, ho fatto annotare nei registri parrocchiali la mia sopravvenuta non appartenenza alla religione cattolica, i miei figli non sono battezzati (ma leggo loro il Vangelo, per dire). Condivido (forse, meglio, ho condiviso) alcune posizioni riconducibili all’apofatismo e alla visione junghiana del divino, ma (per brevità, per migliore approssimazione, per comodità e per evitare fraintendimenti) mi definisco ateo – anche se ovviamente non posso sostenere di essere certo che Dio non esista.
Bella domanda: come “funzioniamo” noi credenti (e farmiamoci solo al Cristiano…)
E se le dicessi che non tantissimi anni fa (tanti sì, ma ero già oramai adulto), io ragionavo come lei (fatte tutte le debite differenze da singolo a singolo e da storia a storia)…
Che dice, è stato un “upgrade” o ho decisamente un inarrestabile e (temo – ma spero) irreversibile “malfunzionamento”? 😉
Caro Bariom,
se mi dicesse che non tantissimi anni fa lei ragionava come me, io le risponderei: “Ancora con ‘sta storia? Ebbasta….”.
L’avrò sentita cento volte, questa confessione e, mi perdoni, la trovo fastidiosa: mi ricorda quelli che, prima della nascita del mio primo figlio, mi dicevano “Goditi questi ultimi giorni, ché dopo sarà un calvario”.
Ma tu che ne sai?, ribattevo. Se sarà un calvario, lo scaleremo; se sarà una discesa, la scenderemo; se sarà quello che sarà, lo affronteremo. Non c’è stato nessun calvario e, se non fosse che non ne abbiamo la possibilità, ne avremmo fatti altri due almeno.
Quindi, caro Bariom: che ne sa lei di come ragiono io? Non crederà mica, spero, di averlo capito da queste quattro banalità che sono riuscito a mettere insieme, a pezzi e a bocconi, qui chez Guzzo. Che ne sa dei miei incontri, delle mie letture, delle mie esperienze, delle mie sofferenze, delle mie gioie, delle mie scoperte, delle mie certezze e delle mie incertezze?
Yawn, le direi, caro Bariom: che noia immortale.
Che cosa sia stata la sua “conversione”, poi, lo saprà lei e chi la conosce: se sente che la sua vita e la vita di quelli che la circondano è più piena e serena, buon per lei e per chi la circonda. Se i suoi figli, i suoi amici, i suoi colleghi… stanno, con il nuovo Bariom, meglio di come stavano con il vecchio Bariom, non vedo nessun problema.
In ogni caso: non me lo dica, che non tantissimi anni fa lei ragionava come me – se non le è di troppo disturbo.
Grazie.
Non non glielo dirò mai più certamente… e il dirlo si riferiva solo ai ragionamenti e alle domande, che pure ritrovo tanto simili – se la cosa non al offende – ad alcuni miei di allora per quel poco che posso intravedere in ciò che scrive.
Mai avuto la presunzione di credere di sapere alcunché del suo vivere, ma a quanto pare la sua “unicità” le sta molto a cuore, nonostante nel profondo la nostra umanità, con le nostre angosce, gioie e speranze ci fa tanto simili al nostro simile o troppe cose non si spiegherebbero.
Non mi aspettavo certo tanto fastidio.. direi lo stesso che procura il sentirsi spiegare (o interrogarsi sul come) funziona la testa di un credente, di un cattolico o chi lei preferisce… (come non ne avessero una propria).
Direi anch’io “Aoh abbasta…!”
Con ciò detto la saluto.
Su come funzioni un cattolico, consiglio la lettura dell’imperdibile “Capire la mente cattolica” di Edoardo Lombardi Vallauri: a mio parere, un vero livre de chevet.
@ Bariom
Credo che le discussioni sul sesso degli angeli siano, appunto, relative a vicende che sono molto lontane dalla vita. Chiedersi invece cosa sia più giusto fare, quando il pericolo incombe (cioè se ci si debba comportare come “il leone di Münster” o come “la volpe di san Pietro”), mi pare una domanda molto più che attuale.
Son tempi difficili, caro Bariom, e potremmo essere chiamati a scelte altrettanto difficili.
Il sesso degli angeli è un’altra cosa.
Buona serata.
Sull’ultima sua affermazione non posso che concordare.
Che lei poi sostenga che indagare i motivi e le implicazioni storico sociali dei due personaggi che cita, la aiuterà in quell’ora, io non credo…
Ogni Uomo decide e agisce quando è chiamato a farlo su ciò che è, conosce (certo anche la storia) e crede, proprio in base a quell’individualità che lei a qui rivendicato. Non credo si chiederà cosa farebbe costui o costei.
Per questo se non vogliamo chiamarlo “indagare sul sesso degli angeli” è pura filosofia o esercizio accademico, ma lei è padrone di credere diversamente.
Buona giornata.
Ho letto “Capire la mente cattolica” di Edoardo Vallauri: è un libro in cui si accusano i cattolici di disonestà intellettuale a proposito di questioni come la Trinità, l’inferno, la fede in Dio, la morale sessuale eccetera ma l’autore per primo in realtà ad essere disonesto. Il libro affronta poco queste tematiche entrando nel merito, valutando le vere ragioni e le conseguenze di tali credenze cattoliche, preferisce fare dietrologia e indovinare i motivi “pratici” di tale fede. Per esempio: cosa intende un cattolico quando dice di credere in Dio? Per Vallauri il cattolico sta solo confermando la sua appartenenza alla sua Chiesa. È così che funziona il libro: pretende di scovare le ragioni nascoste in credenze che l’autore trova troppo assurde per approfondire.
Caro Bariom,
non ci trovo nulla di strano a chiedersi come sia possibile che una persona, in tutto e per tutto uguale a me, creda in cose che per me sono inconcepibili. Non ho mica detto che un credente è matto o minorato: ho solo detto che non capisco come si possano accettare certi dogmi o certe proposizioni dottrinali.
Lei è un uomo come me: e siccome humani nihil a me alienum puto, cerco di diminuire l’oscurità di quello che per me è – ora – del tutto alienum.
Mi occuperei di raeliani, se non fossi convinto che lì si entra nel campo della psicopatologia.
Buone cose.
Allo stesso modo io posso trovare elementi del tutto comuni in chi non crede o dice di non credere (che oggi per me sono tutt’altro che “misteriosi”) e a questo mi riferivo nel mio commento che tanto l’ha infastidita.
Mi perdoni, ma non capisco.
Sia lei che io crediamo, immagino, che la separazione dei coniugi – a parte i casi di violenza e simili – sia dannosa, specie in presenza di figli piccoli. Ma un cattolico è convinto che Dio pretenda che quell’uomo e quella donna passino il resto della loro vita da soli, in perpetua astinenza, pur essendo quel matrimonio irrimediabilmente finito.
A me questa convinzione pare assurda, insensata e crudele.
A lei, se è cattolico, questa cosa sembra giusta e sacrosanta.
Avremo anche molte cose in comune, ma in questo caso sembriamo vivere in due universi diversi e incompatibili.
Mi piacerebbe che il teatro crollasse prima dello spettacolo ma senza che vi fosse nessuno dentro…sarebbe un bel segno!
Non la Chiesa, ma l’arte(?) mi pare essere parossisticamente ossessionata dal sesso (in realtà dalla pornografia). La “liberazione” da ogni costrizione (fisica e morale) che abbia a che fare col nostro essere sessuato, coltivata prima in piccoli circoli bohémien come Soho e Bloomsbury, è diventata ora un’ossessione planetaria, indotta.
Il cristianesimo ha sempre considerato le questioni legate al sesso, questioni di capitale importanza. Certamente più importanti delle guerre, delle malattie, del lavoro, e dell’inquinamento… Anche perché nell’atto sessuale si cela il mistero della vita ricevuta, donata e condivisa, tutto l’inverso della masturbazione.
Il lavoro domenicale, i boicottaggi della spesa… mi sembrano sinceramente problematiche un tantino più secondarie. Mio padre, quando era di turno, la festa l’ha sempre “santificata” (grato per quel piccolo sacrificio in più per Cristo che le circostanze gli permettevano di offrire).
@Antonio, ovviamente il lavoro o meglio il non-lavoro domenicale non è questione che deve ricadere come uno dei (quanti?) precetti aggiunti alla Legge per aumentare il giogo… non fraintendiamo.
Ma non sottovalutiamo neppure un modus vivendi (esercizi aperti 24 ore su 24 e tutti i giorni che Dio manda in terra) che alla fine mina cosa? Solo l’osservanza del precetto per chi lo vuole osservare (che poi il precetto riguarda la partecipazione alla Santa Messa, non il Giorno di Riposo sempre di ebraica memoria…).
Ci tocca constatare eccessi ovunque ormai, la causa sta nella pretesa di emancipare la società dalle antiche virtù.
Ancora e sempre est modus in rebus.
L’ha ribloggato su reparto27e ha commentato:
Sono dei Fottuti ,Letteralmente
Mi scusi, signor Pittori, ma temo che lei stia facendo delle connessioni un poco azzardate.
Anche nelle carceri troviamo tanti che si dicono cristiani. Cosa facciamo, connettiamo automaticamente il cristianesimo a rapine ed omicidi? Occorre porre un preciso legame di causa ed effetto da esplorare. Dire che Fascismo e Nazismo siano nati in paesi come l’Italia o la Germania che erano cattolici puo’ dire tutto e niente.
Allora, seguendo lo stesso schema, direi che la Scienza Moderna e’ nata in seno alla Chiesa Cattolica. La realta’ e’ complicata, ovviamente.
Non sono uno storico. Credo che semplicemente, molti Italiani credettero al Fascismo, o che comunque esso fosse il meno peggio in un momento storico in cui nazioni europee avevano governi deboli, erano attraversati da grossi problemi (le conseguenze della prima guerra mondiale, la terribile crisi del 1929), e comunisti atei di Lenin e Stalin uccidevano milioni e mandavano a morire altri milioni nei gulag. Cosi’ forse molti tedeschi credettero a Hitler, che prometteva loro di vendicare una grande nazione come la Germania umiliata dal Trattato di Versailles (il che e’ vero).
Ovviamente sia Hitler sia Mussolini dovettero ingraziarsi i cattolici che costituivano una parte importante delle popolazioni della Germania e soprattutto dell’Italia, adulando, promettendo ed in parte anche mantenendo tali promesse.
Rifacendomi a quello che diceva Indro Montanelli, ritengo che agli Italiani in fondo della democrazia liberale non interessasse granché. Forse anche perché ne erano stati “esposti” solo per poco tempo (il suffragio universale in Italia arrivo’ ai primi del ‘900), forse per problemi piu’ profondi. Quindi, con l’eccezione di pochi come Matteotti, lasciarono che i fascisti prendessero il potere.
Sul silenzio di Pio XII, lasci che dica un paio di cose.
Pio XII, quando era ancora cardinale, scrisse per il suo predecessore “Mit brennender Sorge” in tedesco, da essere letta dai pulpiti di tutte le chiese tedesche, che condannava “l’esaltazione della razza”. Poi, Pio XII, rifiuto’ un accordo con il ministro nazista Ribbentrop che prevedeva che i vescovi tedeschi smettessero di criticare Hitler ed il Nazismo. Pio XII nel messaggio di Natale del 1942 condanno’ l’oppressione di centinaia di migliaia di persone che, senza colpa da parte loro, a volte solo a causa della loro nazionalità e razza, sono stati consegnati alla morte”. Allo stesso tempo, il New York Times lodava le critiche che il Papa faceva ad Hitler ed ai Nazisti, definendolo “una voce solitaria che grida nel silenzio del continente” (perché Churchill non disse nulla? eppure non si parla di un “silenzio di Churchill” come si parla di un silenzio di Pio XII). Questo fu anche il Papa che la stampa Nazista condannava, dichiarando “Il Papa che ha ripudiato il Nuovo Ordine Nazional-Socialista dell’Europa… egli sta accusando il popolo tedesco di ingiustizia contro gli ebrei e si rende egli sesso il portavoce degli ebrei criminali di guerra”.
Vi sono state anche una quantità di dichiarazioni di ebrei, gente comune e Capi Rabbini finita la seconda guerra mondiale, che ringraziavano profondamente Pio XII per cio’ che aveva fatto per il loro popolo.
Non mi sembrano cose da uno tanto accondiscendente con i Nazisti..
Caro Max,
stabilire le connessioni tra le cose è una delle attività più importanti e decisive che esistano. Se si capissero le connessioni tra, per esempio, i tumori e l’inquinamento, sarebbe un passo avanti straordinario per la medicina. Se si capissero le connessioni tra spesa pubblica e impoverimento della popolazione, potremmo diminuire forse quest’ultimo.
Che esista una connessione tra cristianesimo e scienza moderna non è una supposizione: è una realtà, perchè i fatti confermano che la scienza moderna (anzi: soprattutto la tecnica) si sono sviluppate nell’Occidente cristiano, e non nell’Africa animista o nell’Oriente musulmano o buddista.
La connessione ipotizzata è sbagliata? Se ne cercheranno altre. L’importante è non indagare connessioni insensate. Ad esempio, in tutti i Paesi del mondo esistono criminali in carcere: probabilmente quindi la connessione tra fede e devianza non è decisiva.
Io non so se ci sia una connessione tra nazismo e cristianesimo – o meglio, tendo ad escluderlo: ma è un fatto che il nazismo è nato nella cristianissima Germania ed è un fatto che Stalin ha compiuto un genocidio nella cristianissima Russia. C’è qualche connessione tra questi fatti? Come è possibile che un Paese da secoli imbevuto di cristianesimo abbia potuto realizzare una mostruosità come l’Olocausto?
Io le connessioni le cerco: se non le trovo, vorrà dire o che ho sbagliato metodo di ricerca o che le connessioni non ci sono. Ma l’arditezza (che è cosa diversa dall’assurdità) dell’ipotesi non mi pare sia un motivo sufficiente per non indagare.
Su Pio XII non ho certezze, ma dei fatti che non riesco a collegare. Ad esempio, sa quante volte – nella “Mit brennender Sorge, incentrata sulla situazione religiosa nel Reich tedesco – sono presenti le parole “nazismo”, “nazionalsocialismo”, “Hitler” ed “ebrei”? Zero volte.
Sa quante volte (nell’enciclica Divini Redemptoris, pubblicata 5 giorni dopo la “Mit brennender Sorge” e dedicata al comunismo bolscevico e ateo) è pronunciata la parola “comunismo”? Sessantatre volte.
Questi sono fatti. Non hanno significato? Non hanno connessioni? E’ possibile: ma rimangono fatti.
Sul perche’ persone di paesi “imbevuti” di cultura (soprattutto la Germania, non tanto la Russia) abbiano potuto fare cose cosi’ terribili non so. Lascio la risposta agli addetti ai lavori, cioè agli storici. La mia modestissima opinione e’ che alcune ragioni si trovano nell’elaborazione di alcune tesi filosofiche dell’800. Che, poi, si erano molto allontanate dall’alveo della filosofia del cristianesimo. Mi viene in mente un detto, penso degli scolastici: la corruzione delle migliori cose sono le peggiori.
E’ vero che in “Mit brennender Sorge” le parole Nazismo od Hitler non sono scritte, come e’ probabile che sia Pio XI che Pio XII odiassero piu’ il comunismo (che si dichiarava apertamente ateo e perseguito’ i cristiani in maniera peggiore) piu’ del Nazismo.
Ma la condanna a tesi portate avanti dal Nazismo e’ chiara. Condannava la “confusone panteistica”, il neopaganismo, il cosiddetto mito della razza e del sangue, il rendere lo Stato una divinità ed un idolo, e che fosse sacrilego e totalmente folle far passare un “profeta matto” per una divinità. E che ogni uomo ha diritti inalienabili che nessuno puo’ negare o trascurarare.
E la migliore dimostrazione che l’enciclica era contro i Nazisti fu proprio la loro reazione.
Cito da Wikipedia:
“The release of Mit brennender Sorge precipitated an intensification of the Nazi persecution of the Catholic Church in Germany.[65] Hitler was infuriated.[2] Twelve printing presses were seized, and hundreds of people sent either to prison or the concentration camps.[2] Goebbels noted heightened verbal attacks on the clergy from Hitler in his diary and wrote that Hitler had approved the start of trumped up “immorality trials” against clergy and anti-Church propaganda campaign. Goebbels’ orchestrated attack included a staged “morality trial” of 37 Franciscans.[66] On the “Church Question”, wrote Goebbels, “after the war it has to be generally solved… There is, namely, an insoluble opposition between the Christian and a heroic-German world view’
[…]
The (censored) German newspapers made no mention of the encyclical. The Gestapo visited the offices of every German diocese the next day and seized all the copies they could find.[63] Every publishing company that had printed it was closed and sealed, diocesan newspapers were proscribed, and limits imposed on the paper available for Church purposes.[70][71]”
https://en.wikipedia.org/wiki/Mit_brennender_Sorge (note a pie’ di pagina).
Perche’ prendersi tanto disturbo altrimenti?
D’accordo.
Da credenti però sappiamo che l’inimicus homo, l’antico tentatore, ci ha provato persino con Gesù, domina il “mondo” e da sempre insidia il calcagno della Chiesa.
Non meraviglia affatto che le più criminali ideologie rivoluzionarie e anticristiane si siano sviluppate all’interno di contesti largamente cristianizzati.
“Non meraviglia affatto che le più criminali ideologie rivoluzionarie e anticristiane si siano sviluppate all’interno di contesti largamente cristianizzati.”
Sarà per questo, allora, che l’ideologia anticoloniale si sviluppa inizialmente in Francia e in Gran Bretagna, che erano proprio i maggiori colonialisti mondiali?
E sarà anche per questo che i movimenti di liberazione nazionale si sviluppano proprio all’interno di Paesi sottoposti a regime coloniale?
Se è così, allora non meraviglia che le più feroci persecuzioni contro gli ebrei si siano sviluppate all’interno di Paesi con forte presenza ebraica.
E che dire dello sterminio degli indiani d’America? E’ avvenuto, non a caso, proprio laddove erano largamente presenti gli indiani d’America. Non si hanno notizie di stermini di indiani d’America in Tasmania o in Danimarca.
Leggo di assalti armati con pomodori/ortaggi, agguati all’uscita, segni emblematici se il teatro crollasse… Mi sembrano discorsi da talebani o da integralisti, non certo da bigotti. Che differenza c’è tra il teorizzare reazioni violente ad un ipotetico vilipendio alla religione e il tristemente famoso assalto alla redazione del settimanale francese da parte degli islamisti (con il paraocchi) armati fino ai denti? A mio avviso (quasi) nessuna. Quindi che ne dite di applicare una volta di più il celebre “non ti curare di loro ma guarda e passa”? Chi fosse interessato se la vada pure a vedere la signora regista pseudo dedita a interpretare/creare movenze/tematiche scomode simil Charlie Hebdo. Lasciatela fare e se proprio volete impegnarvi, preparatevi non alla violenza contro chi non si uniforma alle vostre idee ma piuttosto a plasmare una “violenza creativa-creatrice” in grado di fare provocare l’analogo disagio che voi provate all’occasionale autrice/autore eretico. Si creerebbe così un ipotetico data base mondiale di contromisure “pan per focaccia”: a quelle che vengono ritenute offese si risponde con altrettante offese, teatrali, editoriali, verbali. Pensieri, parole, gesti, opere e omissioni reciproche, non assalti, agguati, crolli, fucilate, pestaggi ed esplosioni.
@alan, sostanzialmente d’accordo su tutte quelle che sono reazioni più o meno violente e non corretto sarebbe secondo l’insegnamento Evangelico neppure rispondere con offesa all’offesa, che di per sè l’offesa e già fare violenza e (“la lingua uccide più della spada”).
Ci si potrebbe lanciare nel distinguo tra le offese personali e altro tipo si offese (offese al proprio credo, al prorio Dio, alla propria Religione, ecc.), ma non mi cimento…
Decisamente forzato trovo invece il paragone alla reazione di invasati nella triste storia di charlie hebdo, ma neppure come “linea di principio”.
Dimostrazione che il suddetto foglio da anni è pesantemente blasfemo nei confronti del Cristianesimo e il più delle volte in modo assolutamente gratuito (cioè neppure legato a fatti di supposta cronaca o avvenimenti che possano attirare feroce satira…) e non mi pare ne abbia dovuto pagare alcuno scotto.
(Forse qualche denuncia da associazioni o singoli… e vorrei anche vedere non fosse concesso).
Il “non ti curare di loro, ma guarda e passa” poi, non è esattamente frase bibblica, seppure il senso si ritrova in vari passaggi direi (a memoria) di Salmi e Libro dei Proverbi.
Il mio cuore sanguina e non ho parole