La legalizzazione della cannabis con l’applicazione, così come previsto dalla proposta di legge sottoscritta da 290 parlamentari, della stessa aliquota al 75% impiegata anche per il tabacco porterebbe benefici fiscali oscillanti fra i 5,9 e gli 8,5 miliardi di euro. Lo sostiene uno studio in uscita per la rivista online laVoce.info, e prontamente ripreso dal Corriere e dalla galassia internauta tutta. Ora, si potrebbero muovere diverse critiche all’entusiasmo per questi numeri, ricordando per esempio le perplessità di esperti come il Direttore del dipartimento Istat per i conti nazionali rispetto all’ipotesi di legalizzazione di droga e prostituzione («Non saranno queste le innovazioni che faranno crescere il Pil», disse a Rainews24).
Tuttavia, senza neppure entrare nel merito di questo studio – cosa che auspicabilmente faranno altri per verificarne l’attendibilità – ritengo che la risposta migliore sia una controproposta con lo stesso fine: economico. L’idea è la seguente: procedere con la modernizzazione del sistema sanitario, precisamente con la sua digitalizzazione, una rivoluzione che investendo molteplici livelli – la telemedicina, il telemonitoraggio, i referti digitali, la cartella clinica elettronica, l’assistenza domiciliare stessa – fornirebbe, secondo l’Osservatorio Innovazione digitale in sanità del Politecnico di Milano, benefici economici per 15 miliardi annui, il doppio di quelli che porterebbe la cannabis legale. Fra l’altro, senz’alcuna implicazione etica e agevolando una modernizzazione di cui l’Italia ha disperatamente bisogno. Chi ci sta?
consideriamo che la sanità pubblica è sull’orlo del baratro e la conferma viene dai tagli proposti. il futuro sarà la sanità privata e le assicurazioni sanitarie per garantirsi le famose spese mediche superflue… e chi non potrà sostenere i premi assicurativi andrà nel pubblico affrontando file d’attesa ancora più lunghe e probabilmente non riusciranno a curarsi adegautamente. Ci sarà un aumento d’interventi chirurgici senza adeguati esami preliminari. in pratica ritornerà il “apriamo e vediamo”
ovviamente gli interventi vengono rimborsati di più rispetto ai semplici esami… inquietante vero?
saranno tempi duri.
Mm…ma lei lavora in sanità? Perché ritiene che ci possa essere un ritorno alla chirurgia apri e chiudi? Tenendo conto del fatto che sempre più salvo eccezioni si opera in laparoscopia, cercando di ridurre il numero di grandi interventi “a cielo aperto” ( es. Laparotomie e cardiochirurgie) e quindi di ridurre i giorni di ricovero, trovo comunque poco sensato che un chirurgo preferisca ‘squartare il paziente’ piuttosto che ricorrere ad una diagnostica di base. Non sarebbe conveniente. Perché rigettare conoscenza e tecnica innovativa che riduce i tempi di ricovero perioperatorio? Per i costi di una tac? D’accordo che ci sia meno diagnostica inutile, meno esami inutili…in quale modo lei colloca questo con la pratica chirurgica? Scusi, non volevo dubitare della sua risposta ma le chiedo di spiegarmela. Grazie.
Io ci sto. Digitalizzazione in sanità e non solo in sanità, procedure che limitino ulteriormente gli sprechi, ecc. Mi pare cosa migliore che sperare di alzare il PIL legalizzando droga e prostituzione. Non solo per motivi diciamo etici, ma anche per motivi che riguardano la tutela dell’integrità delle persone e la loro salute psicofisica. Droga e prostituzione possono essere e sono tollerate, ma si da che dietro ogni abuso di sostanze, ogni dipendenza compresa la dipendenza sessuale, ci sono spesso disagi psicofisici o affettivi o sociali. C’è il rischio di un aumento sebbene contenuto di persone afflitte dalle suddette dipendenze? Secondo alcuni si. E poi queste persone diventerebbero pazienti, il che implica spesa sanitaria, i trattamento per le dipendenze (da droghe varie ed eventuali, dall’alcool e dal tabacco, dal sesso e dal gioco) hanno un costo. Queste sono ipotesi, se ne parlava in facoltà mesi fa, non ci sono certezze. Io quell’anno seguivo un corso tenuto da un anestesista che conosce bene l’effetto delle droghe e di altre sostanze tabacco incluso sul cervello. Uno studente gli chiese se fosse favorevole alla legalizzazione della cannabis, lui disse di no perché trattasi di sostanza psicoattiva con determinati effetti sul snc. Ma anche l’alcol allora! Mai detto che è cosa buona l’averlo legalizzato. Però ripeto, sono ipotesi e opinioni queste, forse valide forse sbagliate… staremo a vedere.
Ma dove vivono questi Nichi Vendola e M5S?
Nonostante le campagne di dissuasione, lo stato italiano ricava 14 miliardi con le accise sul tabacco (il 20% degli italiani fuma regolarmente), e molte centinaia di milioni con quelle sugli alcolici (quasi il 50% del prezzo (all’ingrosso) di una birra va allo Stato, per ogni litro anidro di distillato a 40° grava un’accisa di 10,6 € (di cui 0,44 del salvaPompei!)). Si tratta di cifre che coprono abbondantemente gli eventuali costi di spesa sanitaria per patologie attribuibili al fumo e all’alcol.
Ora, liberalizzare la cannabis, sperando di ricavare un gettito di ben 8 miliardi di euro, significa contribuire attivamente a diffonderne l’uso e sperare in un’incremento dei suoi abituali consumatori.
Infatti, nell’attuale regime proibizionista, se due liceali su dieci ammettono (ma non è facile verificare) di aver fumato cannabis, i consumatori abituali sono solo il 4%.
Dunque, l’unico risultato certo di una sciagurata legalizzazione delle droghe “leggere”, sarebbe un’incremento importante della spesa sociale per il contrasto allo spaccio di quelle “pesanti”, la prevenzione e il recupero delle tossicodipendenze; altro che gettito!.
E vogliamo parlare Antonio del gettito proveniente dal gioco d’azzardo e dallle micidiali “slot machine” (direi correttamente “shot” machine?!
Poi però ci facciamo sopra la “pubblicità progresso…
IPOCRITI !!
La proposta del sig. Guzzo, anzi la controproposta, é assolutamente di buon senso e merita di essere presa in considerazione. É questa proposta di legalizzare il consumo di cannabis ad essere un’assoluta indecenza.
Per carità, qui non si vuol fare del proibizionismo, ognuno della propria salute può fare ciò che gli pare, anche di diventare un “morto vivente” grazie al consumo di cannabis, ma considerati alcuni precedenti (es. legalizzazione aborto), con la legalizzazione della cannabis si rischia di far diventare il suo uso, fin’ora soggettivo e circoscritto (ma in preoccupante crescita), un fenomeno di massa.
Insomma, come ha giustamente osservato Antonio Spinola, l’obiettivo reale della proposta di questi 290 parlamentari (tutti abusivi in quanto nominati dalle segreterie di partito e non eletti dai cittadini), non é trovare una nuova fonte di guadagno per le casse pubbliche, ma fare in modo che i fumatori di cannabis aumentino di numero, e così facendo – aggiungo io – il popolo viene narcotizzato e loro possono fare quello che gli pare indisturbati.
A chi detiene il potere fa comodo avere una massa di rintontiti, incapaci di ragionare e di reagire, perché é l’unico modo per conservarlo. La legalizzazione delle droghe leggere é funzionale a questo scopo, altro che garantire la libertà ai cittadini: loro non fanno niente per i cittadini, quindi dietro a queste proposte libertine e antiproibizioniste che fanno si nasconde sempre qualcosa per garantire le loro libertà, non quella del popolo.