Finalmente siamo in grado di ipotizzare quante vite umane occorrono per raggiungere, in valore, quella di un leone: dodici. L’enigma è stato risolto dal sito del quotidiano la Repubblica, il quale oggi accosta la notizia dell’accusa, da parte delle autorità dello Zimbabwe, verso un medico americano, Jan Casimir Seski, che potrebbe essere il responsabile dell’uccisione illegale di un altro leone, dopo l’ormai famigerato “caso Cecil”, con quella delle dodici vittime causate dallo schianto di un caccia siriano.
Intendiamoci: nel riservare spazio ampio, verosimilmente eccessivo all’accusa di leonicidio, Repubblica non ha inventato nulla. Però l’accostamento visivo di due notizie consente un confronto dal quale è finalmente possibile dedurre il rapporto fra l’importanza della vita di un leone e quella di un uomo, che è appunto di uno a dodici. O almeno così vogliamo sperare dal momento che sì, lo spazio riservato alla notizia proveniente dallo Zimbabwe – come chiunque può constatare – è decisamente più grande di quella, drammatica, che giunge da Damasco.
Lo spazio riservato all’uccisione illegale e insensata del maestoso esemplare non è eccessivo, caro Guzzo. Non condivido per nulla la tua nel definirlo tale. Anzi ben venga lo sdegno perché questo è indicativo di quanta perversione si annidi nel cuore umano dal momento che neppure di fronte alla bellezza rappresentata dal leone di ha avuto un occhio di riguardo nei confronti dell’integrità del creato (alla faccia dell’enciclica del pontefice a riguardo e del rispetto che l’uomo è tenuto a portare). È importante sottolineare che la barbarie umana non riguarda solo cruente azioni di guerra o di terrorismo di qualunque matrice ma si estende al creato e a creatore che non hanno niente a che vedere con istanze di tipo religioso, politico, etnico. Perciò caro Giuliano lo spazio riservato allo sdegno (legittimo) nei confronti degli attentati al creato (metto dentro anche le tematiche scientifiche circa l’inquinamento ambientale ecc.) va dato in quanto è spazio dato alla riflessione sulla coscienza umana e sulla sua distorsione nei confronti di quel rispetto naturale che si deve alle creature e di conseguenza al Creatore. Da cristiana ti posso dire che i peccato contro il creato sono peccati gravi (e il catechismo lo specifica) e quindi ne va della salvezza delle Anime anche in tal caso. Se ne deve parlare, non solo per il bene delle creature ma anche per il bene dell’uomo! Poi dipende da come se ne parla ma guarda…lo scempio c’è sempre stato ma quando avviene va detto. Andrebbero svelati anche i retroscena: in certi tipi di patti con il demonio è previsto il sacrificio di una belva, sarebbe da indagare nella vita privata dei cosiddetti bracconieri o delle lobby a cui forse appartengono. Tutto questo per specificare come lo spazio dato non sia eccessivo però forse andrebbe usato meglio cioè accompagnato da riflessioni oltre che da espressione di sdegno. Per il resto, riflettere su un fatto non significa necessariamente togliere spazio e attenzione al resto. Mi pare che si sia abbondantemente parlato della morte del bambino palestinese di 18 mesi, sono volate parole “forti” nei confronti di alcuni coloni definiti “fanatici ebrei”. È cosa priva di finalità dire che “un leone vale dodici vite umane”: sono discorsi umanistici, ma non cristiani. Il cristiano non si mette a fare calcoli ma si da da fare perché sia rispettata la vita e possibilmente di tutti visto che esistono interi capitoli del catechismo a riguardo di queste tematiche, visto che di recente il pontefice ne ha parlato in varie occasioni. Io personalmente, cerco di leggere tra le righe degli eventi sperando di intuirci giusto. Non è questione di quante vittime fa un’azione militare o un attentato fanatico o una squallida caccia di ricchi che anziché “dare ai poveri” usano i loro mezzi per sacrificare una bestia. Non è questione di calcoli ma di avere il coraggio di guardare il male nel cuore dell’uomo e di ammettere che c’è uno “spirito del mondo” che diventa spirito di violenza, di sopraffazione nei confronti del prossimo e del creato! La battaglia del cristiano è una battaglia spirituale, è scritto. Alziamoci contro il maligno che si muove a distruzione dell’uomo e della creazione, perché tanto gli atti di persecuzione contro il prossimo quanto lo scempio del leone dopo l’enciclica papale (il leone è un animale legato ad una vasta simbologia) sono manifestazioni di satana e tanto peggio per chi non ci crede. Lo spazio eccessivo piuttosto è quello dato a mille gossip, ai dettagli morbosi della cronaca nera, a futili discussioni calcistiche (con ogni rispetto per il calcio che di suo è un ottimo sport) e anche ad eventi culturali mondani privi di spessore morale e spirituale. Chiedo scusa per il post lungo ma ieri di mio pensavo allo squallido significato dei trofei di caccia, tra questo e i peccati contro natura dell’uomo con l’uomo stiamo assistendo ad ogni sorta di decadenza .
Tutto vero. Ma il tempo che lei ha investito nello scrivere questo lungo commento, è indicativo del fatto che questi strumenti di distrazione funzionano eccome.
P.s. Chiedo scusa per eventuali errori di battitura, con un piccolo touch screen può capitare di sbagliare a digitare purtroppo…
Non mi pare si teologicamente correto dire che il Maligno si muove per la distruzione del Creato, mentre è “correttamente” impegnato in quella dell’Uomo da cui, guarda caso derivano poi le distruzioni dell’Uomo sui suoi simili e sul Creato di conseguenza, che peraltro sappiamo “soffre e geme” anch’esso nell’attesa delle liberazione dei Figli di Dio (e non della propria in modo indipendente).
Stante le cose come oggi sono, temo che tutti gli sforzi – pur legittimi – per salvare “madre natura” senza essersi spesi prima e prinicpalmente per salvare l’Uomo (è chiaro poi che è Cristo che salva, ma noi possimo essere strumenti) equivalgono agli sforzi di chi spende una vita a salvare cagnolini e non bambini (poi ognuno fa le sue scelte e ne risponde…)
Ciò che dovrebbe far riflettere su questo come su tanti casi simili, non è tanto il circo massmediatico che si scatena, ma il fatto che ben più di un difensore del leone (o di cani e gatti ecc, ecc.) farebbe fare all’idiota cacciatore di turno, la stessa fine del leone (con finale taglio di testa ed esposizione del trofeo).
Spero solo tra questi non vi sia anche qualche “buon cristiano” 😐
Mi vien da dire: diavolo di un Hitler!
Il brav’uomo si circondava di “francescani” come Heinrich Himmler, autore delle leggi del 1934 contro la caccia. E come Hermann Göring, che nell’agosto 1933 promulgò la legge contro la vivisezione. Il Reich si preoccupò anche del rimboschimento per la protezione degli animali selvatici.
Quanto amore per il Creato deve aver ispirato loro l’angelo decaduto!
Un po’ come accade ai giorni nostri con i Sea Shepherd di Watson, il quale (come scrive nel libro “I guerrieri delle balene” Peter Heller) “…un giorno disse che la vita di un essere umano vale meno di quella di un verme”.
E non si pensi sia un’aberrazione: l’esito inevitabile di ogni crociata radicalmente ambientalista è la riduzione dell’essere umano a struttura biologica inserita in un ciclo naturale.
E sarebbe meglio che anche il Santo Padre se ne rendesse conto al più presto. Ma forse ormai il danno è fatto.
Lo spazio dedicato dai giornali…. Eh, sono problemi! Mica si voleva criticare la testata giornalistica?!? No, figuriamoci….