Finirà che non potremo più dire di rispettare gli animali, e chi lo farà sarà considerato razzista: dovremo specificare che si tratta di “diversamente umani”. E’ in questa direzione, infatti, che va l’iniziativa di un Comune spagnolo, Trigueros del Valle, che nei giorni scorsi ha approvato una delibera che recita che cani e gatti sono «cittadini non umani […] Obiettivo: cambiare il nostro sguardo sugli animali, non più cose e proprietà, ma soggetti di diritto» (Corriere della Sera, 29.7.2015, 21).
Naturalmente questa non è che l’ultima epifania d’un delirio che non ha nulla a che vedere con l’amore per gli animali, ma semmai con disprezzo per la ragione e che storicamente non ha precedenti: quando Caligola (12-41 d.C.) nominò Incitatus – un cavallo – senatore lo fece per far capire al Senato che non conta più nulla, mentre di questo passo assisteremo a nomine di animali in Parlamento che saranno presentate non come offesa, ma come progresso.
E in effetti, a ben vedere, progresso potrebbe davvero essere se si pensa che i membri Parlamento italiano, ultimamente, prestano attenzione – dopo aver votato leggi vergogna come il divorzio breve – a disegni di legge sulla cannabis libera, sulle unioni civili con tanto di legittimazione dell’utero in affitto. Ben venga quindi l’ingresso in Aula di «cittadini non umani», anzi: fate presto. Fra così tanti asini, qualche cavallo e qualche cane, anche non necessariamente di razza, non potranno che alzare il livello.
L’ha ribloggato su BEPPE BORTOLOSO M.I.
Se sono cittadini anche gli animali, perché le tasse le pagano solo gli umani? E’ discriminatorio! 😀
Mah…cerchiamo di fare discernimento. Che gli animali non siano cose né vadano mercificati mi pare giusto. Sono esseri viventi. Oltretutto, non sono opera dell’uomo perché sono enti naturali che come specie esistono sul pianeta da prima dell’uomo (e quindi creature di Dio, per chi crede). E proprio parlando di specie e di specificità si arriva a citare il detto latino “unicuique suum”. Ogni vivente ha la propria natura e funzione, dai microbi alle grandi balene. Esistono, perché si sono naturalmente instaurate, delle gerarchie dei viventi nelle dinamiche della sopravvivenza e della riproduzione. Chiamare un animale, che ne so, il micio domestico (ne ho due che in questo momento gironzolano sulla scrivania) come “diversamente umano” sarebbe a parer mio irragionevole e sarebbe un torto alla vera natura dell’animale. Io non vorrei dare luogo a malintesi: amo gli animali, li reputo degni di tutela, rispetto e cura. Ma rispetto significa apprezzare l’altro essere per quello che è senza volergli attribuire caratteristiche che la sua natura non prevede che abbia. Poi ok, gli animali domestici delle nostre case, giardini e città vanno riconosciuti e tutelati all’interno dell’ambiente urbano. La Regione Veneto ha una legge che tutela le colonie feline censite. Le vera tutela degli animali consiste nell’approvare leggi che puniscano davvero i maltrattamenti e leggi che aumentino il benessere (ad es. degli animali allevati o custoditi nei parchi). La tutela del creato e delle specie non penso che sarà ottenuta mediante tentativi di pseudo umanizzazione degli animali. Anche l’uomo ha natura animale, per la scienza noi siamo primati umani. Il riconoscimento della biodiversità è un passo importante verso il diritto naturale che le specie hanno di essere riconosciute riconosciute e protette. Non ha mai avuto senso chiamare “diversamente uguale” qualcosa che è semplicemente diverso. Diverso per contro non significa indegno o inferiore o di poco valore. Chiamiamo i disabili “diversamente abili”, ma abili in che cosa?! La loro condizione non cambia per un gioco di parole. Avete mai pensato agli Angeli? Per chi crede, essi sono enti spirituali che hanno nome e funzione. Avrebbe senso chiamarli “diversamente umani” o chiamarci “diversamente angeli”?? Ogni Creatura ha il suo ruolo, il suo posto e le sue caratteristiche nel Sistema Vita. Stravolgere l’ordine naturale porta solo ad ulteriore confusione, sofferenza per tutti. Che poi l’armonia tra l’uomo e l’ambiente, tra l’uomo e le altre specie, tra l’uomo e gli altri uomini sia già andata in pezzi è cosa evidente dai tempi, è il caso di dirlo, “di Adamo e di Eva” (e non scrivo solo per modo di dire), ma tuttora assistiamo al disordine. Ma non prendiamocela con le bestiole, sarebbe meschinità: siano noi umani i responsabili.
P.s. Le persone di orientamento eterosessuale saranno chiamate “diversamente omosessuali”, (ma io continuerò a sentirmi dire omofoba) e i cretini saranno, dopotutto, “diversamente intelligenti”. Cani in Parlamento? Vi meravigliate? Ma con tutti i porci che vestono di porpora o che ogni domenica vanno a dire Messa! Chiedo scusa. A cani e porci.
Un cittadino è innanzitutto un essere morale operante, e chiamato a rendere conto del suo operato.
Perfino coloro che si pongono il problema se sia giusto o meno mangiare gli animali, sanno che questi non si pongono interrogativi del genere.
E gli animali che l’uomo ha sottratto alla loro nicchia ambientale addomesticandoli, se pur condividono con noi la stessa domus, non condividono affatto la stessa societas… finchè non si trasferiscono a Paperopoli.
Ovviamente non così per i bambini, ai quali i diritti fondamentali vengono negati: diritto alla vita (aborto), diritto ad avere un padre ed una madre certi (coppie e adozioni gay, eterologa ecc.)… Quanto più i bambini diventano cose, tanto più gli animali diventano persone. Epoca di imbarbarimento sempre più generalizzato!
Fa sorridere. Si parte da un tema qualunque per finire sempre sullo stesso argomento: lei non vuole il divorzio breve? E non divorzi, ma lasci che gli altri possano decidere liberamente!!!
Quasi una graziosa ossessione, la sua, frequentemente riproposta in maniera mediocremente brillante.
Marco, mi può dimostrare che il divorzio breve sia un bene e una conquista sociale invece di una involuzione? Perché sennò la sua critica è aria fritta.
Perché quando in uno stato laico si permette a due persone che hanno deciso (per i motivi che loro ritengono più opportuni) di non stare più assieme, senza dover attraversare anni di battaglie e spese legali (che non cambiano comunque la loro intenzione di separarsi!)….sì, è una conquista sociale in un paese (lo ripeto, nel caso a qualcuno sia sfuggito) laico. E per queste persone questo è un bene. Se ne faccia una ragione!
Insomma, è un bene perché lo stato è laico.
Non vedo nessuna logica nelle sue affermazioni, ma forse sono miope. Già non vedevo come mai l’argomento “non obbliga, ma permette” avesse una qualche logica, adesso mi dice “lo stato è laico”. Mah! Dovrò andare dall’oculista.