candele

Nessuno può più negare l’esistenza di un esercito compatto, che oggi unisce uomini di Chiesa a esponenti politici, intellettuali a giornalisti, e che procede continuamente – con forza e quotidiana ostinazione – verso la destrutturazione non tanto di un sistema sociale purtroppo in parte già compromesso, bensì dell’idea di quello che, fino a poco tempo fa, si chiamava buon senso; l’idea cioè che esista un ordine delle cose non scritto ma fondamentale, in parte estraneo alle codificazioni giuridiche ma irrinunciabile per il bene comune. Ebbene, l’esercito di cui dicevamo poc’anzi a quest’idea non crede e crede invece che sia la sola realtà, così come interpretata dalle Istituzioni, a dover dettare le proprie leggi. Crede che in definitiva il mondo dipenda dalle tendenze e dalle mode e che, per ogni individuo, il solo diritto indisponibile sia quello di fare ciò che vuole, d’inseguire sogni e pianificare progetti leciti solo nella misura rimangono personali, progetti quindi permessi solo se non travalicano l’orizzonte individuale, limite fondato sulla convinzione che nulla, eccettuato detto limite, possa più trovare tutti d’accordo.

E’ dunque un esercito molto potente ma triste, perché non riconosce all’umanità alcuna reale possibilità di riscatto. E’ così un esercito che controlla l’informazione e la cultura, la politica e l’economia, ma che, escludendo la speranza dal proprio orizzonte, è senz’anima e comprensibilmente sperimenta rabbia, forse anche invidia verso coloro i quali ancora credono alla verità, intesa non come lama che tutto taglia bensì come strada verso una realizzazione diversa, come principio che sopravvive al tempo e, grazie alla propria purezza, nonostante tutto brilla ancora. Per chi crede solo alla realtà che vede, per i nuovi conservatori dello stato di cose presente, l’idea che il buon senso sopravviva e che vi siano ancora testimoni di valori divenuti quasi parolacce – onestà, trasparenza, castità e fedeltà – è qualcosa di insopportabile perché contraddice la convinzione che il buonismo possa davvero sostituire la bontà, e che l’autorità possa veramente dominare la verità. Ma la verità, l’ordine delle cose ed il buon senso che questi due elementi tradizionalmente custodisce e promuove non possono essere cancellati del tutto dall’uomo perché sono nell’uomo.

Questa è la ragione per cui coloro che, pur tra mille difficoltà, rimangono per esempio fedeli all’idea che ogni persona, dal concepimento alla morte naturale, sia titolare di una dignità intangibile, che la famiglia sia l’unione matrimoniale fra un uomo ed una donna e che a ciascun bambino spettino padre e madre, non solo devono evitare di scoraggiarsi nella misura quanto testimoniano venisse attaccato e ridicolizzato, ma devono rendersi pienamente conto che la loro è una fedeltà necessaria; necessaria non solo per dare continuità e coerenza al loro vissuto ma necessaria per tutti, anche per l’esercito che all’ordine delle cose non crede più. Le bende che oggi fanno credere a tanti che l’appagamento individuale sia la vera ricetta per il bene comune, infatti, un giorno cadranno. Non per via di qualche evento apocalittico ma semplicemente perché una menzogna ripetuta all’infinito non produce una verità, ma solo infinite menzogne. Ma le menzogne, a differenza della verità, temono il tempo perché col tempo appassiscono, rivelandosi per quello che sono.

Fino a quel giorno, fino a che non tornerà diffusa quella consapevolezza sul primato del buon senso che oggi sembra tramontare in molti, la fedeltà di coloro che non cedono alle lusinghe del conformismo sarà dunque necessaria. Nella certezza che la verità, proprio perché porta da sempre questo nome impegnativo, può essere dimenticata, ma non cancellata; può essere trascurata e pure messa da parte per qualche tempo, ma mai del tutto. Ragion per cui, quando l’esercito in marcia contro l’ordine delle cose si disperderà, coloro che come sentinelle fino ad allora avranno vegliato sulla ragione saranno ringraziati. Ma nel frattempo è fondamentale rimanere fermi sulle proprie posizioni, fiduciosi e sereni. Non è infatti detto che ci venga data la fortuna di assistere al ritorno a quei valori che abbiamo ereditato e che, come possiamo, teniamo vivi. Ma ci viene offerta la possibilità di farlo e di tenere sulle nostre inadeguate spalle il peso di questa responsabilità perché già ci è stata data, senza meriti particolari, la possibilità di sapere su cosa si regge davvero il mondo. E questo già è, comunque vada, un enorme privilegio.