Le donne in massa contro il femminismo. Accade oggi su Twitter, dove – rilanciato da un gran numero di ragazze – spopola l’hashtag #womenagainstfeminism, accompagnato da tutta una serie di fotografie e cartelli che motivano la sorprendente scelta di campo: «Non mi serve il femminismo perché mette le donne contro gli uomini»; «Non mi serve il femminismo perché se un uomo mi fa un complimento non lo considero un insulto»;«Non mi serve il femminismo perché le donne e gli uomini sono uguali». Ora, un esame articolato del declino del multiforme fenomeno femminista richiederebbe molto spazio. Qualche flash tuttavia può già aiutarci ad inquadrare le possibili ragioni di questo contro-femminismo, peraltro già esistente da qualche tempo – dato che parecchie femministe sono sessantottine ormai settantenni – e di cui Twitter è solo l’ultima piattaforma di manifestazione.
Il femminismo, più che provare a mettere la donna al pari dell’uomo, spesso l’ha di fatto messa contro l’uomo, trasformando la rivendicazione in competizione e riducendo la giusta denuncia di ogni discriminazione ad ossessiva denuncia di ogni fatto come discriminazione. Una seconda criticità del fenomeno femminista, più semplicemente, sta nel fatto che ha deluso; che non ha cioè effettivamente aiutato le donne. Una prova inconfutabile è la realtà. Realtà che mostra come la donna nel mondo occidentale, sotto certi aspetti, sia paradossalmente più “sottomessa” d’un tempo. E’ “sottomessa” rispetto al diritto alla maternità, platealmente negato in non poche situazioni lavorative. E’ “sottomessa” in pratiche come la fecondazione assistita, cui molte si sottopongono volontariamente ma solo in pochi casi del tutto informate dei rischi che questa comporta.
Ancora, la donna è “sottomessa” con pratica dell’utero in affitto, che poche legislazioni contemplano apertamente ma che da più parti si sta cercando di promuovere occultandone la drammaticità con vergognosi acronimi quali GDS (gestazione di sostegno) o GPA (gestazione per altri). Lo stesso ambito lavorativo, al di là della questione maternità, presenta una condizione femminile estremamente critica, talvolta peggiore, in termini di diseguaglianze, di quella maschile. In Inghilterra per esempio il gap salariale a favore delle professioniste tra i 30 ed i 40 anni rispetto alle lavoratrici non qualificate ammonta al 198%, mentre per la controparte maschile è “appena” del 45% (Cfr. Institute for Public Policy Research, 2013). Certo, il successo di #womenagainstfeminism è frutto di un insieme di fattori, non necessariamente riconducibili agli aspetti qui ricordati. Quale che sia la causa precisa del fenomeno, non possiamo comunque che rallegrarcene. Criticati tutti gli “ismi”, ben venga anche il pensionamento del femminismo.
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Il femminismo ha messo la donna in lotta contro l’uomo per la conquista del potere. Una follia. Ben venga la fine del femminismo, che ha procurato alle donne solo sofferenza, aborto, divorzio e nessun miglioramento della loro condizione. Abbasso l’omologazione delle donne sul modello maschile, viva la differenza uomo-donna, viva la famiglia naturale di cui la donna è il cuore vivo. Viva i meravigliosi bambini che la donna concepisce e partorisce. Viva la bellissima rete di relazioni d’amore che si realizza intorno ad ogni donna. Viva le donne. Viva le donne cattoliche amanti della famiglia naturale.
Viva Giovanna, che mi ha dato una famiglia meravigliosa, che è tutta la mia vita.
Grazie per il bel commento 🙂
il femminismo ha tentato di negare ciò che è peculiarità della donna,ovvero la differenza prima di tutto fisiologica con l’uomo:la possibilità di scegliere di donare la vita.Infatti il risultato è che oggi,che io ho 34anni,se voglio fare il terzo figlio,devo mettere in conto che,nuovamente,perdero’il lavoro …la cosa mi è stata gentilmente fatta presente per tempo,questa volta.non avendo alcuna tutela contrattuale,sono libera professionista,semplicemente il mio maggior cliente si rivolgerà altrove. w l’antifemminismo.francesca
La verità è che donne ed uomini sono fra oro complementari. Sbagliano, quindi, le donne ad assumere atteggiamenti maschili, così come sbagliano gli uomini in atteggiamento femminile. Uomini e donne devono operare insieme e con ruoli diversi per edificare e migliorare la società. E’ proprio questo che serve. Femminismo, pertanto, equivale sostanzialmente a maschilismo: l’uno e l’altro sono atteggiamenti riprovevoli.
quali sarebbero gli atteggiamenti maschili?chi ha mai stabilito il carattere donna uomo?ancora una volta voi
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Ottimi commenti! Il femminismo è esattamente quanto di più “maschilista” e dannoso per la donna ci possa essere. Non solo non ho bisogno del femminismo, devo combatterlo, o almeno non farmi toccare da esso, se voglio davvero realizzarmi come donna!
ma leggiti i libri di Elena Gianini Belotti e inizia a studiare il vero femminismo..che se parli ora e non sei faccia a terra lo devi alle femministe,che ti piaccia o no
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Peccato che con questa mentalita’ patriarcale,si tornera’ solo indietro..il femminismo,non gli estremi,voleva solo dare pari diritti,non e’ stato capito perche’ le ragazze viziate di oggi danno tutto per scontato..volete fare 10 figli?per voi la donna e’ solo un riproduttore,vale solo se fa figli?allora fateli!ma non rompete le scatole a chi la pensa diversamente!anche un uomo che aiuta in casa e una donna che fa lavori CULTURALMENTE da uomo sono complementari..Dio non ha mai detto quali lavori fossero maschili o femminili..io ho la passione per le auto eppure sono molto femminile,mi trucco e sono tutt’altro che un mezzo uomo. e gli uomini mi apprezzano!i bambini mi piacciono,ma voglio anche un uomo che mi aiuti in casa e non che mi consideri soltanto una fabbrica da figli…che delusione l’Italia..la mentalita’ e’ sempre vecchia e statica