La moda del momento, a quanto pare, sono i video di baci fra sconosciuti, l’intimità improvvisata, fra passione e imbarazzo. Sono immagini che generano comprensibile curiosità, un po’ come la prima edizione del Grande Fratello, dove lo spettatore medio non vedeva l’ora di assistere in diretta alla nascita di storie amorose fra concorrenti che si conoscevano appena. Del resto, il bacio suscita da sempre meraviglia e non si contano, nell’arte e nella letteratura, tentativi di descrivere l’emozione che provoca e i desideri che alimenta.
Più recente è invece la curiosità per manifestazioni di affetto fra coloro che si vedono per la prima volta. Eppure c’è qualcosa di ancora più trasgressivo, oggi, del bacio fra sconosciuti: il bacio fra conosciuti. Sembra assurdo, ma è così. E’ proprio la tenerezza spontanea e segreta, quella che parte dal cuore e sfugge alle telecamere, quella che manca: lo si vede anche ne “La Grande Bellezza” quando Servillo e Verdone, in una scena, fissano come avessero avuto un’apparizione due innamorati che, banalmente, si baciano. Ma la tenerezza è scomparsa anche fra amici, genitori e figli, fratelli e sorelle.
Con la scusa di risparmiarci sentimentalismi, ci siamo progressivamente sbarazzati dei sentimenti, considerando ogni manifestazione di affetto quasi un difetto. Meglio essere seri e rimanere professionali. Meglio comprimere un «ti voglio bene» non solamente dentro un messaggino, ma persino dentro un acronimo – Tvb – che ultimamente, affinché della tenerezza non rimanesse la minima impronta, è a sua volta scomparso: siamo così passati dalle lettere d’amore all’amore senza lettere, dichiarato raramente o bisbigliato appena, quando capita, persino nelle famiglie.
Quindi, se proprio vogliamo rivoluzionare una società che ormai incensa solo i due estremi – il piacere sessuale ripetuto e fine se stesso oppure il distacco più netto e radicale, io da una parte e tu dall’altra – riprendiamoci la tenerezza, riconquistiamo l’affetto interpersonale, quella zona spacciata per grigia e spenta ed in realtà coloratissima e vivace. Senza la vergogna puerile di chi pensa che un abbraccio o una carezza in più siano segni di debolezza, ma con la consapevolezza che tempus fugit e che i baci dati e ricevuti, in fondo, non sono mai abbastanza.
Credo che lei abbia frainteso quel che avevo espresso quel che intendevo nel mio commento al suo articolo precedente, al quale questo articolo credo sia una risposta. Quel che volevo dire è che il bacio in sé sembra un mistero, che si è cercato di esplorare in mille modi, l’ultimo dei quali è questo cortometraggio. Discutibile senza dubbio, ma sempre l’approccio a un mistero, come quello del “desiato riso” che avrebbe portato Paolo e Francesca all’inferno.
…Nessuna risposta, mi creda. E’ solo una riflessione altra e breve sulla tenerezza….buona giornata 🙂
Credo che l’utilità dei commenti ci sia quando esprime disaccordo, stando quantomeno alla teoria popperiana dell’insostituibile funzione della confutazione nel sapere.
In questo senso – e posto che normalmente mi sento in sintonia con l’autore – non sono d’accordo con i contenuti di questo articolo, in particolar modo quando dice: “con la scusa di risparmiarci sentimentalismi, ci siamo progressivamente sbarazzati dei sentimenti, considerando ogni manifestazione di affetto quasi un difetto”.
A me sembra esattamente il contrario: la tirannia dei bei sentimenti è quella che va per la maggiore, tra salvatori del mondo in pectore, arditi protettori dei “diritti” animali, strenui difensori di gaia, militanti della filantropia estrema e patrioti di un free-love di sessantottino lascito che vorrebbe ancora significare, nel suo intimo, nient’altro che un bel no alla guerra.
Proprio quest’ultimo aspetto – il sessantottismo portato alle sue logiche conseguenze dell’attuale ubriacatura in rosa e arcobaleno – mi sembra che sia quello cruciale per la comprensione dei fenomeni di cui si parla: ossia, della femminilizzazione crescente della società che, tra gender e amenità varie, non risparmia di certo stoccate feroci alla dimensione maschile e, in ultima analisi, alla dignità stessa del termine “virile”.
Intendiamoci, non sono tra quelli che ritengono il sentimento una roba da donnicciole; credo che il sentimento vero e non teatralizzato per l’uditorio circostante sia l’essenza dell’amore autentico.
Ma, quando vedo sdilinguagnoli sentimentaloidi per reclamizzare una caciotta, la morbidezza della carta igienica o la pizza quattro stagioni penso che la pappina abbia invaso le cervella dei più, tra strizzatine d’occhi, fremiti fuori luogo e bacetti per tutti.
Dopo di che, resta inteso che ognuno resta libero di immaginarsi il mondo ancora più caramelloso che mai. Basta intendersi sui limiti.
Apprezzo la critica ed in parte la condivido. Dico in parte perché credo che l’assolutizzazione del sentimentalismo – giustamente ricordata e per nulla positiva -c’entri poco col sentimento autentico. Così come credo che alla spettacolarizzazione mediatica dei sentimenti non segua, nella vita concreta, una loro compiuta manifestazione: un po’ come se ci accontentassimo di vederli, o forse perché sfiancati dall’averne visti “troppi”. Grazie comunque della critica e dell’attenzione.
L’argomento del bacio mi rende spiazzato. Non vedo più la tenerezza o la passione dietro un bacio. Oggi almeno per me, dietro il bacio, questo gesto apparentemente gentile, nasconde frustrazione, senso di colpa, come se ci si dovesse scusare sempre per qualcosa, vuoi in famiglia come manifestazione di perdono, oppure fra innamorati per ricominciare. Del bacio oggi si può farne a meno, perché non rispecchia più un sentimento autentico, ma più un compromesso sentimentale. C’è a chi va bene così, e chi ormai il bacio lo ha messo nel cassetto. Parole senza senso? Può darsi