C’è chi passa alla storia per un atto di eroismo o per una strage, per coraggio o per follia. Lui, Glenn McDiffie, è passato alla storia per un bacio a Times Square. E adesso che se n’è andato, stroncato ad ottantasei anni da un infarto mentre si trovava in un casinò del Texas, non possiamo fare a meno di chiederci quanto strana sia, a volte, la storia. Perché quel bacio così appassionato dato ad un’infermiera, non sarebbe diventato così celebre se non ci fosse stata prima la macchina fotografica di Alfred Eisenstaedt (1898-1995) e poi l’indimenticabile copertina di Life.
«Mi trovavo a New York – ricordava McDiffie, ripensando a quel memorabile 14 agosto 1945 – stavo scendendo da una metro a un’altra, quando ho saputo della resa del Giappone. Ero così felice che uscii dalla stazione in cui mi trovavo e corsi per strada. Lì – continua – vidi una infermiera. I nostri sguardi s’incrociarono felici. Lei mi fece un grandissimo sorriso e mi lanciai subito per abbracciarla e baciarla, senza dire una parola. Poi presi la metro e tornai a Brooklyn». Così andarono le cose, a dimostrazione – dicevamo – di quanto sia curiosa la storia.
Storia che, però, andrebbe letta interamente, anche quando presenta risvolti poco piacevoli. A questo proposito, se da un lato il bacio che Glenn McDiffie diede ad una donna che non conosceva fu simbolicamente ritenuto il primo dopo la Guerra, d’altro lato non è sbagliato ritenerlo l’ultimo – o comunque uno degli ultimi – prima della Rivoluzione Sessuale che, di lì a pochi anni, avrebbe travolto simultaneamente l’America e tutto l’Occidente. Nel festoso gesto di quel marinaio e di quella infermiera che neppure si conoscevano si concentrò cioè una sorta di innocenza collettiva che, presto, sarebbe stata spazzata via.
Come? Attraverso la diffusione della contraccezione – con la separazione fra atto sessuale ed atto procreativo -, e dell’instabilità coniugale, con le separazioni di milioni di mariti e mogli in tutto il mondo. Lo stesso Glenn McDiffie fu, a suo modo, travolto da quella Rivoluzione: tornato dalla guerra, si sposò tre volte, scoprendo a proprie spese quanto fosse più difficile trovare una donna da amare rispetto ad una infermiera da baciare. Ma quel suo bacio, impresso in milioni di fotografie e di copie, è sopravvissuto a lui e al terremoto sessantottino. Come un ricordo di “com’eravamo”; come la gioiosa fine di un incubo, una vampata di gioia e amore che durerà per sempre.
Che bel buongiorno leggere questo pezzo 🙂
Grazie mille 🙂 Buona domenica!
Ma non sara’ un po’ “omofobo” questo bacio? Come vi siete permessi di fotografare un bacio tra un uomo e una donna? E poi questo “sessismo”! Perche’ alla donna le viene fatto fare il casque’? Non potrebbe farlo l’uomo? E non potrebbero stare in piedi tutti e due? Che bisogno c’e’ di “umiliare” la donna in questo modo? Anzi, meglio, non potrebbero darselo di spalle questo bacio? Visto che le spalle sono uguali sia nell’uomo che nella donna, non ci sarebbe discriminazione! Adesso vi denuncio tutti alla Baldrini!
😀
il bacio di cui si parla nell’articolo, per me è solo manifestazione di libertà nel senso che l’angoscia di una guerra finalmente finita, spinge il marinaio incantato dal sorriso della signorina come la porta aperta per ricominciare con una spirito nuovo, con più ottimismo. in fondo la vita è bella.