Propongo una soluzione al problema delle quote rosa o delle quote azzurre o arcobaleno, una soluzione alternativa: le quote grigie. Propongo cioè che un determinato numero di seggi, in Parlamento e non solo, sia riservato a cittadini che hanno dimostrato di possedere – e soprattutto di utilizzare – la loro materia grigia, dal cui volume con ogni probabilità dipende l’intelligenza umana. Attenzione: l’idea non è quella di barattare la democrazia con la tecnocrazia, bensì di stabilire l’inserimento nelle Aule parlamentari di una frazione di persone di intelligenza garantita. Fra tanti che occupano poltrone per il peso dei loro portafogli o della loro famiglia, gente che sia lì per il peso della propria mente.
Non necessariamente laureati e non per forza poliglotti, quindi: semplicemente soggetti più intelligenti della media. Che siano in maggioranza uomini o donne è indifferenze. Ciò che conta è che abbiano tessuto di materia grigia sufficiente a trasmettere ai loro colleghi parlamentari la consapevolezza che il cambiamento non va sempre rimandato: a volte va anche testimoniato. La consapevolezza che proporre le quote rosa per valorizzare le donne, prima che essere stupido, è umiliante per loro. La consapevolezza che la politica tornerà ad essere migliore quando nessuno ragionerà più pensando alla propria quota di elettorato, ma agirà guidato dal solo buon senso. Senza limiti. Senza ideologia. Senza quote.

Per quote grigie io intenderei coloro che hanno più esperienza della vita, quindi più a conoscenza dei vari problemi del Paese e non dei giovani che per loro la vita è ancora abbastanza sconosciuta. Non ha senso poi parlare di quote rosa. Se una donna ha la capacità di capire e risolvere i vari problemi del Paese che entri in Parlamento con tutto il diritto di un uomo e finiamola con questa ipocrisia. Del governo Renzi ciò che sconcerta di più; come si fa a mettere al ministero della Difesa una donna qualsiasi, vada per una donna inserita nella carriera militare, anche se sarebbe meglio un uomo. ma una donna presa a caso proprio non è accettabile. Si pensi ad es. se in caso di emergenza la donna in questione non si presenti all’opinione pubblica e spiegare come stanno le cose, perché a suo dire è impresentabile, magari non ha i capelli a posto. che facciamo aspettiamo che esce dal parrucchiere per interagire con lei. Dire che tutto è paradossale è dire poco.
Condivido profondamente:
Per me potrebbe perfino sussistere un’intero parlamento di donne o un’intero parlamento di uomini,o in maggioranza donne o in maggioranza uomini.Parlare di Quote rosa è una sciochezza paurosa come sarebbe una sciochezza paurosa parlare di Quote Blu,anzi paradossalmente oltre le sciochezze della Boldrini,è una forma di sessismo.
L’unica cosa che deve stabilire gli incarichi è la competenza e tutta un’altra serie di fattori che sono assolutamente indipendenti dal sesso.
Il paradosso totale delle quote rosa e che ci si autocrea problemi o ci si crea -mi si passi il concetto benche un pò volgare- delle profonde ,ineludibili incomparabili “seghe mentali “ideologiche sul nulla assoluto,ma proprio un niente totale.
Perchè?Perchè il sesso non è condizione necessaria per stabilire la competenza di qualsiasi persona rispetto a un certo incarico,quindi non ha senso parlare proprio di “quote sessuali in generale” per ricomprire un certo incarico,più cerco un senso a sifatte elucubrazioni più non lo trovo affatto.